Immagino un dotto
quanto improbabile quesito posto a Berlusconi: “Cavaliere, conosce la Novacula
Occami?” Io sono sicuro che il nostro eroe risponderebbe in questo modo: "Cribbio questa Novacula mi manca! Dal nome sarà una dell’est, me la mandi
sabato in villa e se è brava le faccio fare la velina!”
Tradotto in talleri il
“rasoio Ockham ” lo si può sintetizzare in questo modo: “ a parità di fattori
tra le varie soluzioni possibili è da preferire quella più semplice.” A Cavallo
tra il XIII e XIV secolo il mondo non era così semplice, spopolava la
reinassance aristotelica attraverso il tomismo e i mondi spuntavano come
funghi; per non parlare del “terzo
uomo”, refuso non ben inquadrato del Parmenide di Platone, che a furia di
ri-prodursi aveva occupato come un’ infinita falange teorica tutti i cieli.
Urgeva un taglio, una semplificazione, altrimenti neanche l’universo sarebbe
bastato, e il francescano non se lo fece ripetere due volte: “Signori, è
inutile teorizzare ente su ente, mondo che produce mondo, non moltiplichiamo i
problemi se non è necessario, altrimenti qui non ne usciamo più! Quindi
atteniamoci ai fatti, a quello che possiamo esperire e oggettivamente valutare.
Da buon inglese, il pratico Ockham spiana la strada a Bacone e a Galileo per il
metodo scientifico.
Nelle nostre
istituzioni però questo non accade! Noi abbiamo dei teorici puri: Nitto Palma,
Quagliariello, Brunetta, Alfano, tutti pensatori di “acclarata e autorevole”
estrazione metafisica, intellettuali veri che non si stancano di aggrapparsi
con le unghie e con i denti a qualsiasi sottigliezza per salvare il loro “primo motore a tre pistoni immobile”,
la causa “decadente” prima e sola del loro essere, Silvio Berlusconi! Proprio
oggi la corte d’appello di Milano rende nota la sentenza per il ricalcolo della
pena accessoria a due anni di interdizione per il cavaliere. Detto in talleri:
Vista la sentenza in Cassazione, è assodato che negli anni 80’ Berlusconi era
al vertice di un sistema di società satellite che frodavano il fisco, non solo
ne godeva ma ne era l’ideatore e il primo gaudente beneficiario. E come se non
bastasse la corte suprema ha sottolineato che il “condannato in Cassazione” ha
approfittato delle sue cariche istituzionali per radicare e amplificare questo
sistema criminoso, in parte condonato ma non del tutto – anzi Berlusconi non ha
ancora reso ufficialmente noto alle
autorità come e quando “risarcire il fisco”, quindi si sbrigasse. Alla luce di
tutto questo – sottolinea la Corte di Appello di Milano – la pena accessoria si
rende necessaria e l’interdizione dai pubblici uffici a due anni è commisurata
al reato accertato, e per questo rappresenta già una inevitabile “decadenza” di
Berlusconi dalla carica di Senatore, a prescindere dal fatto che la legge
Severino sia retroattiva o meno. Insomma, i metafisici devono farsene una
ragione, Berlusconi è colpevole e per due anni deve stare lontano dai pubblici
uffici, quindi cavillare sulla legittimità della Severino è una fatica inutile
e poco c’entra con l’inflizione della pena per il caso Mediaset. Nitto Palma – ex magistrato – interpreta la
pubblicazione della sentenza di appello a modo suo ed esclama: “Il Tribunale di
Milano ci da ragione, la Severino sul
caso non è applicabile, chiudiamo la baracca per decidere la decadenza e Moito
e Vodkatini per tutti”! Consiglierei all’ex giudice di leggere bene quelle
dieci pagine prima di esporre la sua personalissima “esegesi” sulla Gazzetta
Ufficiale, “così… giusto per ricordarlo”.
Ma i nostri empirei non
si arrendono, hanno lana caprina a tonnellate da setacciare e si accapigliano
come comari per il voto palese/segreto nel decidere la decadenza del
condannato. Grillo – tra un’invocazione all’impeachment per Napolitano e uno
smadonammento - grida allo scandalo nel caso in cui si dovesse andare al voto
segreto come è previsto dal regolamento, Schifani, au contraire, si attacca
come una cozza alla tradizione per scoraggiare inutili “modernizzazioni
compromettenti”. E’ facile intuire che il voto sarà segreto col timore che alla
conta potremo aspettarci di tutto, casomai un Silvio ancora in carica e
risarcito con una meritatissima vicepresidenza onoraria al Senato.
A pensarci bene
appellarsi al rasoio di Ockham è un tantinello esagerato, non gettiamo le perle
ai porci! Se nel nostro parlamento ci fossero state tutte persone coerenti e
per bene avrebbero potuto votare in qualsiasi modo, anche nel segreto dei wc
del Senato indicando la loro preferenza sulla carta igienica, ma purtroppo non è
così; ahinoi ci troviamo davanti al bizantinismo più bieco, ai voltagabbana più
accaniti, all’acme dello “scilipotismo” selvaggio e cronico, e non sappiamo cosa aspettarci
dai giochi di palazzo dettati dal mefitico morbo del compromesso che aleggia da
tempo immemore da quelle parti. Noi non abbiamo politici ma untori!