Mai visto due persone
spalleggiarsi con tanta devozione come Letta e Napolitano. I padri del
mostriciattolo delle “larghe intese” oggi hanno lavorato alacremente su due
fronti per difendere l’ “inoperato attivo” dell’esecutivo. Letta, oramai
convinto di aver fatto voltare pagina all’Italia mettendo all’angolo un
ultrasettantenne già condannato in via definitiva (in realtà ha scoperchiato un
vaso di Pandora terrificante visto che Berlusconi arretrando ha sciolto dalle
catene “creature” del calibro di Giovanardi, Alfano, Formigoni, Brunetta e
Cicchitto) crede di essere diventato Hanry Kissinger e, millantando falsa
modestia, ha dichiarato prima che metterà d’accordo tutti gli scontenti, dalle
dimissionario Monti al bipolare Fassina, perché è oramai avvezzo
all’instabilità, e poi ha tenuto a precisare che solo il suo governo ha
abbassato le tasse, affermazione che ricorda tantissimo quelle del caro amico
dello zio! Bisognerebbe ricordare a Letta che alzare di un punto l’iva,
aumentare le accise dei carburati, nonché modificare i nomi delle imposte per
poi spalmarle e confonderle in altre voci già esistenti non può “esattamente”
definirsi un abbassamento delle tasse.
Potremmo usare tantissime definizioni per le politiche fiscali – alcune
tanto fantasiose quanto estremamente volgari – ma “riduzione della pressione
fiscale” non è contemplata tra queste.
Napolitano, a sua volta,
con un comunicato stampa esprime soddisfazione sulla legge di stabilità, anche se chiede al governo di
utilizzare con criterio le risorse garantite dalla Ue, soprattutto per il
Mezzogiorno, perché in passato ci sono
stati troppi sprechi – molti dei quali dissolti non troppo “misteriosamente”
nel nulla. Inoltre esorta l’esecutivo ad esser sì coraggioso ma con saggezza;
perché il coraggio senza saggezza è solo incoscienza, e in un momento così
difficile il paese non può permettersi gesti avventati: “Il coraggio facile è
quello del dire “bisogna fare di più, non bisogna temere di fare di più”. Tutto
questo però è molto retorico e bisogna stare attenti a evitare che il coraggio
troppo facile non significhi poi coraggio poco responsabile”.
Napolitano chiede
dunque a tutti di stare coi piedi per terra, recita insomma la parte del “Buon
padre di famiglia”, peccato però che ultimamente riconosce la paternità solo di
Enrico Letta, ignorando – ma solo per distrazione ci mancherebbe – il resto del
Paese.
Ma ha ragione il
“Nostro” Presidente… tutti sono bravi a parole, quelli che contano sono i
fatti. E lo stato sta agendo! Perché proprio oggi il governo del “Fare” ha deciso
di investire 80 milioni di euro all’anno per dieci anni per rinnovare la flotta
della Marina Militare, soldi che vanno ad aggiungersi ai 2,18 miliardi di euro già
“regalati” al Ministero della Difesa dopo averli dirottati da quello dello “Sviluppo
Economico.” Non so a chi dobbiamo dichiarar guerra, ma non ci troveranno di certo
impreparati!
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