“Da grande farò
l’avvocato di Berlusconi!” Questa doveva essere la mia risposta - se fossi stato un bambino furbo e lungimirante - quando puntualmente i
“grandi” mi chiedevano cosa volevo fare della mia vita. E invece no! Da bambino
“fesso” davo risposte ovvie: farò l’astronauta, il pompiere, o l’astronauta
pompiere - perché un incendio sull’astronave può sempre scoppiare! Invidio
Parmitano che “vede il mondo da un oblò”, perché , viste le condizioni del suo
Paese, ha preferito emigrare!
La Corte d’Appello di
Milano si è pronunciata sul ricalcolo della pena accessoria per Berlusconi nel
processo Mediaset, accogliendo la richiesta dell’accusa: da cinque anni di
interdizione dai pubblici uffici a due. Berlusconi non poteva aspettarsi un
proscioglimento pieno, visto il risultato ottenuto in cassazione ad agosto, ma
possiamo star certi che fingerà coi suoi legali di restare basito e
scandalizzato dalla sentenza, giusto per restare nel personaggio della vittima
sacrificale. Quindi dopo l’anno di reclusione – probabilmente commutato ai
servizi sociali - dovrà restare almeno per un altro anno lontano dai pubblici
uffici. E’ troppo! Per Berlusconi sarebbero troppi anche quindici giorni! Ha
altre pendenze con la giustizia, alcune gravissime, e se non trova un modo per
mantenere e garantirsi un minimo di immunità si vedrà costretto a raggiungere
Parmitano sulla stazione spaziale; casomai infilato alla chetichella da Putin
su un vettore russo che lancia nello spazio satelliti per Mediaset da Baikonur
in Kazakistan, perché i veri amici si vedono nel momento del bisogno!
Ma io devo spezzare
ancora una volta la fatidica lancia a favore degli avvocati di Silvio: uomini e
donne che sin dai lontani anni 80 hanno speso tutte le loro energie nel difenderlo sempre e in tutti i gradi di
giudizio. Queste persone col tempo hanno
mostrato doti matematiche preziosissime nel calcolare e allungare la durata dei
processi fino al loro completo annullamento per sopraggiunta prescrizione,
nonché una raffinatissima immaginazione nell’inventare interpretazioni dei codici
di diritto penale e di procedura penale degne dei più grandi esponenti
dell’astrattismo. Già Ghedini sembra un Picasso e per questo ha sempre promesso
bene ma una volta che questi principi del foro sono entrati in Parlamento hanno
realizzato le loro opere migliori; solo per citarne alcune: il decreto Biondi e
la Legge Tremonti del 94’, la legge contro le rogatorie internazionali del
2001, quella sul falso in bilancio del 2002,
il Lodo Alfano del 2008, il legittimo impedimento del 2010, la depenalizzazione
dei reati fiscali… ma il catalogo di
questa “avanguardia dell’arte giuridica” è vastissimo e pieno di sorprese. Loro sono stati gli eroici e temerari
“Davide” che hanno preso fatalmente a fiondate quel Golia implacabile che
prende il nome di Costituzione per vent’anni con il placet e il silenzio di
tutti, nessuno escluso. Grazie alla loro inesauribile inventiva, il loro mecenate
ha potuto legare le mani alle terribili toghe rosse, ma anche ai diritti sino a
quel momento garantiti e acquisiti da quasi cinquant’anni! I veri artisti sono
loro… soldi spesi bene da Silvio.
Ma a questo punto un interrogativo
potrebbe attanagliare le menti più raffinate: chi ha davvero realizzato un abuso
di potere? Chi, trafficando tra poteri dello stato, ha generato più ingerenze? Il
potere esecutivo su quello giuridico o viceversa? Sono state davvero le toghe rosse
a invadere il campo politico o i surrealisti avvocati e i faccendieri “artisti”
del mecenate lombardo (opportunamente istituzionalizzati) a piegare “fantasiosamente” l’ordinamento giuridico di questo
paese?
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