In Verità

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martedì 29 novembre 2016

The professor's house Willa Carther

Elisabetta Citro
La Cather fu definita una scrittrice classica già in vita, proprio per la sua scrittura così ponderata, oltre che per i temi trattati: la grande epopea del popolo americano e suoi diversi caratteri, in special modo ha sempre parlato di donne. Anche se le sue opere sono state tradotte in Italia solo a partire dagli anni ’80, sono uscite nelle librerie del nostro paese con già un’aura di buon prodotto da non perdere. E anche solo leggendo questo romanzo, non si può non dar ragione ai critici. Continua a leggere su Postik


venerdì 25 novembre 2016

Cari maschi, vengo con questa mia a dirvi


Cari uomini, chi vi scrive appartiene al vostro genere, ed è eterosessuale. Si lo so … nulla di eccezionale e, oltretutto, fuori moda.
Il sottoscritto, dunque, come la maggior parte di voi, ha vissuto, vive o vivrà relazioni più o meno lunghe, più o meno intense, importanti o deludenti.
Ammetto, non senza un senso di forte disagio, che ho poca autostima, quindi temo sempre – nel vivere una relazione – di essere inadeguato, non all’altezza o, peggio ancora, di trasmettere questa mia insicurezza all’altra persona attraverso pessimi strumenti come la possessività o la gelosia.
Col tempo ho imparato cose semplici ed essenziali: innanzitutto che solo i cornuti dicono in giro di non esser mai stati traditi e che il solo scopo del mio “amare” è lasciare che l’altro resti sempre sé stesso … a costo di perderlo. Continua a leggere su Mel@Cotogna

martedì 22 novembre 2016

Riflessioni sull'omologazione per la Giornata dello Studente

RaiStoria

Di Rosa Fontana
Da qualche anno, il 17 novembre si celebra nelle scuole europee la “Giornata dello studente”,  promossa dai movimenti studenteschi. In realtà, questa ricorrenza non è una novità, in quanto dal lontano 1941, quando fu istituita per ricordare i tragici fatti di Praga del 17 novembre 1939 (un corteo di studenti e docenti, in protesta contro il regime hitleriano, fu attaccato dalla polizia nazista, con conseguenti deportazioni di un migliaio di giovani nei campi di concentramento e l'uccisione di  nove alunni e professori), è rimasta al centro di dibattiti e commemorazioni più o meno fino al 1989, ripercorrendo in alcuni anni, purtroppo, il destino di repressione e sangue che l'aveva contrassegnata (vedi per esempio la rivolta del Politecnico di Atene, nel 1973, contro la dittatura dei colonnelli, o le proteste di Praga del 1989, contro il regime comunista, che diedero avvio alla cosiddetta “Rivoluzione di velluto”).
Un evento di per sé, quindi, ricco di memorie importanti che dovrebbero far riflettere giovani e adulti. Ma, come spesso accade negli ultimi tempi, l'occasione rischia di arenarsi tra lo spontaneismo privo di contenuti e la tendenziosità obsoleta di chi spavaldamente (e comicamente) si atteggia a novello sessantottino in una scuola che col famigerato Sessantotto non ha ormai nulla da spartire, e che semmai dovrebbe interrogarsi su alcune pericolose e deleterie derive che certi eccessi di quegli anni ci hanno lasciato in eredità.  Continua a leggere su Postik

domenica 20 novembre 2016

De Luca si spiega con L'Aracnofobia

Caricatura Alby Minotaur //www.facebook.com/alby.minotaur

.....La tela di De Luca, ma anche quella del ragno!
Per quanto i ragni possano far ribrezzo dobbiamo ammettere che sono in grado di costruire dei veri e propri capolavori di ingegneria. La ragnatela è una piccola opera d’arte: articolata e leggera, semplice, sottile e resistente. Questa terribile trappola deve essere quasi invisibile, confondersi tra le cose, spesso la si nota solo controluce attraverso le iridescenze che genera. Tanto letale quando invisibile, la trappola perfetta.
Dopo questa digressione - puramente estetica – ci tocca parlare della ragnatela di Vincenzo De Luca. Qui la natura e l’estetica vanno a farsi benedire ma restano degli elementi in comune fondamentali.
La tela che De Luca ha tessuto negli anni è intricatissima ed è composta da favori fatti e da restituire, da clientele da attivare, da voti da reperire, da uomini e donne da piazzare. Insomma anche questa è invisibile (anche se nota a tutti) e si attiva fatalmente quando deve “catturare” consensi e favori. Il ragnaccio della Campania è vorace e affamato, vuole e pretende, apre la sua bocca – dalla quale escono solo sozzerie – e inizia a tessere. La sua opera è tutt’altro che sottile, anzi, è volgare, prepotente, fatta di intimidazioni e parolacce, di insulti e minacce. La sua sì che è una brutta ragnatela, una vera schifezza… “quasi, quasi” è meglio quella del ragno, almeno in questo caso basta un giornale arrotolato!    Leggi l'articolo per intero su Postik

venerdì 18 novembre 2016

La parolona dell'anno Post-Verità


Adoro quando spuntano “apparentemente” all’improvviso dei neologismi per cose che sono sempre esistite.  Post truth (post-verità), questo aggettivo, per gli esperti dell’ Oxford Dictionary, è la parola dell’anno. Cosa si intende per post-verità è presto detto: quando l’obiettività sugli accadimenti va a farsi benedire e vengono tenute in considerazione esclusivamente le tendenziose interpretazioni “a posteriori” dei media con l’intento di influenzare l’opinione pubblica ci troviamo davanti a delle post-verità. Continua a leggere su Mel@Cotogna

The Great Gatsby

Elisabetta Citro
Perché il Grande Gatsby piace tanto? E’ un mistero come un romanzo così confuso nell’esposizione della trama sia definito da decenni un capolavoro. 


La storia di Gatsby, del suo amore per Daisy, perduta quando era povero e poi ritrovata sposata a un riccone, quando ormai anche lui è ricco è famoso, è stata resa ancor più celebre da diversi film tratti dall’opera di Fitzgerald.  Continua a leggere su  Postik

giovedì 17 novembre 2016

Ci saranno i saldi in politica. ora i Sì spuntano come funghi

www.unavignettadipv.it ©Pietro Vanessi

Poi le cose non cambiano, tutto resta nelle mani di pochi che sanno già come comprarci e alla fine capiamo anche “dove stava la fregatura”. La fregatura siamo noi, siamo noi i primi detrattori delle nostre coscienze, i primi grandi sconfitti in nome delle nostre piccole, illusorie ed egoistiche vittorie. L’Italiano è così, fa lo sciopero della fame fino a quando non arriva il buffet! Continua a leggere su Postik

sabato 12 novembre 2016

Non mi fido di chi chi mi dice: abbi fiducia nel futuro

Altan

Aggiungere benzina sull’incendio Trump significherebbe fargli un favore, se ne è scritto (ho scritto) e se ne scriverà – ahinoi - sin troppo. In fondo ha cavalcato le elezioni americane proprio facendo leva su questo.
Nel novero delle inverosimili possibilità si annida sempre il tragico consumarsi dell’assurdo e mai come adesso questo vaso di disgrazie covate è aperto.
L’ambito che davvero raggela il mio interesse sono le medie dimensioni,il sopravvivere comune (troppa grazia definirlo vivere), ciò che quotidianamente ci attraversa e che, nostro malgrado, viviamo.   Tendiamo inevitabilmente all’istante, anche lo spingerci con un minimo sforzo di lungimiranza all’oggi è un azzardo che preferiamo non concederci. La capacità di andare oltre il nostro istinto è sedata, addormentata dall’esigenza di non pensare, di non farci troppe domande. Una unidimensionalità di comodo, una piccola gabbia dei desideri da soddisfare qui ed ora per un’analgesica esigenza, la volontà di non provar dolore per il terrore di qualsivoglia prospettiva. Continua a leggere su Mel@cotogna

giovedì 10 novembre 2016

Trump può ringraziare solo la grande decadenza

www.unavignettadipv.it

Questa miserrima classe dirigente che ha invaso i sistemi democratici di mezzo mondo da dove proviene? Mica è spuntata come un fungo velenoso mentre noi eravamo impegnati in altro? Non sono alieni provenienti da un altro mondo (anche se su Trump la mano sul fuoco non la metterei), da qualche parte  deve pur esser spuntata, in qualche ambiente favorevole alla mediocrità sarà stata “toma, toma e cacchia cacchia” in incubazione per poi esplodere e intaccare la decenza e il buon senso come un virus mortale.  E soprattutto, una volta che questa immensa minaccia al viver civile si è palesata (apparentemente all’improvviso), noi dove eravamo? Ma anche adesso … tutti noi dove siamo? Continua a leggere su Postik

martedì 8 novembre 2016

Cuperlo Traditore? No, solo fesso

www.unavignettadipv.it ©Pietro Vanessi

Ora tutti a dire che Cuperlo è un traditore, un voltagabbana e un debole. Beh io invece non sono d’accordo. Signori e signori, Gianni Cuperlo non è niente di tutto questo … Gianni Cuperlo è solo un fesso! Un uomo che crede che esistano, nella maggioranza del Pd, primati con pollici a stento semovibili che mantengono la parola.  Certo, quando acquisterà consapevolezza e vedrà il suo foglio di carta buttato da qualche parte e non tenuto in minima considerazione da nessuno, avrà tutto il tempo di sentirsi un traditore, un voltagabbana e un debole, ma fino ad allora resterà straconvinto di aver strappato a Renzi e ai suoi qualcosa di concreto e reale. Quindi diamo tempo al tempo. I fessi hanno bisogno di  tempo per prender coscienza.  Continua a leggere su Postik.it

lunedì 7 novembre 2016

L'originale autobiografia di Sandor Marai. Confessioni di un Borghese

di Elisabetta Citro 

La vita di Sandor è davvero un romanzo, legato anche molto all’Italia. Infatti nelle sue peregrinazioni, dopo il matrimonio  per l’Europa e nel suo sfuggire ogni genere di dittatura di idee, sia essa nazista o comunista, egli vivrà in diversi paesi europei e anche a Napoli, e a Salerno dopo la guerra, addirittura fino al 1980! Tutta la vita di Marai è un’avventura, degna per questo di finire in un libro che apparve in lingua originale edito addirittura in due volumi tra il 1934 e il 1935.
Nel libro è motivato tra l’altro anche il suo sentirsi appartenente/non appartenente della classe borghese: “…per mentalità, modo di vivere e condotta spirituale sono un borghese, e tuttavia mi sento a casa in qualsiasi ambiente tranne quello borghese…” Continua a leggere su Postik

domenica 6 novembre 2016

Il bellissimo gioco del Tango


di Rosa Fontana
“Bene culturale immateriale”. Così nel 2009 l'UNESCO ha definito il tango argentino, descrivendolo come un prezioso scrigno di valori e tradizioni:  “diversità culturale”, “dialogo”,  “essenza di una comunità” sono le parole ricorrenti nella motivazione di tale prestigioso titolo.

Moltissime le pagine scritte sul tango, sulla sua storia, sulla sua “filosofia”... E vale la pena citare il nome di un grande che ha saputo definirlo meglio di chiunque altro. Sto parlando di Jorge Louis Borges. Vorrei subito precisare che in rete circola una frase che alcuni siti attribuiscono erroneamente a lui: “Il tango è un pensiero triste che si balla”. In realtà Borges prende le distanze da questa definizione, tutt'al più la ritiene plausibile per quello che poi divenne il tango una volta trapiantato in Europa negli anni Trenta del secolo scorso, quando i giovani rampolli di famiglie argentine in vista ne fecero conoscere i passi e la musica a Parigi, Londra, Roma.... Continua a leggere su AlmaTangoCava

sabato 5 novembre 2016

Io voto No anche se il fronte è troppo variopinto

Marco Terribili
A un mese circa dall’apertura dei seggi per il referendum costituzionale, il fronte del NO vede, stravagantemente uniti, una miscellanea di partiti, movimenti e di esperti costituzionalisti, che sarebbe stato difficile pensare allineati su qualsiasi tema. E invece…

E invece bastava una crocetta. Una minuscola crocetta ad un referendum costituzionale, per mettere fine  ad anni ed anni di guerriglia politica senza esclusione di colpi. Infatti, al netto della riforma, non si può che guardare con grande stupore il “melting-pot politico” del grande fronte del NO. Continua a leggere su Postik

venerdì 4 novembre 2016

I Castighi di Radio Maria


Ma ancora non basta, l’associazione segreta degli iettatori può tanto … ma ci vuole di più, un aiuto più potente, un aiuto dall’alto.  Quindi non si può non ricorrere all’Altissimo. Ebbene sì, secondo alcuni il buon Dio è lo iettatore per eccellenza!, e lo è in modo trasversale sia chiaro.Allah punisce l’occidente perché non segue i suoi dettami e, detto tra noi, anche perché l’occidente  è stato per secoli anche un tantinello stronzo e sfruttatore nei confronti del medio oriente. Il Dio degli eserciti veterotestamentario, di provenienza israeliana,  addirittura punisce l’Italia con i terremoti perché si astiene in un voto all’Unesco per la città vecchia di Gerusalemme e, infine, dalle frequenze di Radio Maria apprendiamo che l’ira divina tuona e fa tremare la terra perché il Padreterno è ostile alle unioni civili. Continua a leggere su Ultima Voce Mel@Cotogna

mercoledì 2 novembre 2016

Dal protocollo di Parigi alla nostra quotidianità. Proteggere l'ambiente


Mauro Rubino

Mentre a livello internazionale sta per entrare in vigore il protocollo di Parigi, dalle nostre parti, presso la Seconda Università di Napoli vengono installati dei compattatori di bottigliette di plastica. Questi due eventi, che sembrano così lontani l'uno dall'altro, hanno in realtà degli aspetti comuni: entrambi infatti riguardano direttamente la sfida che l'umanità sta affrontando della riduzione dell'aumento della temperatura globale. Bere acqua in bottigliette di plastica produce anidride carbonica a causa della produzione, trasporto e riciclo delle bottigliette, e contribuisce all'aumento dell'effetto serra. Per riuscire a raggiungere l'obiettivo stabilito nel protocollo di Parigi di mantenere l'aumento di temperatura al di sotto di 2 °C rispetto a quella media in epoca pre-industriale, le politiche dei governi locali dovranno favorire le attività che producono meno anidride carbonica, come, per esempio, bere acqua del rubinetto. Continua a leggere su PostikAmbiente