In Verità

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mercoledì 27 novembre 2013

KEEP CALM AND LOVE THE DECADENCE ??



Secondo la cronaca politica alle 17 e 42 del 27 novembre 2013 Berlusconi è “decaduto” dalla carica di Senatore; ma a ben vedere, se applichiamo una puntina di sano “surrealismo alimentare” al voto del Senato, sarebbe più corretto dire che Berlusconi è definitivamente “scaduto”.   Diciamola tutta… Silvio era da tempo in evidente stato di decomposizione. Se a Palazzo Madama avessero aspettato un altro po’ non sarebbero venuti i carabinieri ad arrestarlo ma i Nas a sequestrarlo!
La fastidiosa cariatide assenteista è fuori dal Senato!, formalmente non cambia nulla, quando mai Silvio c’è stato? Lui mica si spreca ad andare dove c’è poca patonza e pure attempata? Persino quando si è votato in aula lui era sotto il portone di casa a gridare al colpo di stato già rassegnato! Era talmente convinto di decadere che aveva fatto realizzare gadget a forma di “lecca lecca”  e bandiere con su scritto: “Oggi decade la democrazia”, se non è rassegnazione questa…! Ma noi non ci facciamo caso: anche se il risultato era pressoché scontato abbiamo preferito lasciarci travolgere dal pathos: un po’ di cardiopalma calcolato fa tanto finale del campionato del mondo ai rigori! In fondo sempre italiani siamo, no?
A questo punto l’iter delle reazioni del Cavaliere è abbastanza rodato e prevedibile: per circa una settimana mestamente dichiarerà di accettare questa decisione iniqua e ingiusta, decisione che ricadrà sui figli dei figli, dei figli “degli altri”, per poi esplodere rabbiosamente  in anatemi deliranti e minacce inverosimili! Parlerà alla nazione e chiamerà alle armi il suo esercito - fino a quel momento  pacificamente impegnato a diffondere il verbo col “puttantuour” -, minaccerà di sospendere i richiami, le museruole e i guinzagli, nonché le cure di mantenimento psicotrope, per la Santanché, Gasparri e Capezzone, e si dirà pronto ad usarli senza scrupoli per una rivoluzione di piazza pagando gite a Roma a pensionati e disoccupati disperati, così Mastrota potrà arrotondare vendendo set di pentole in 600 comode rate di soli euro 19,99!    
Dovremo stare attenti ai falchi impazziti! Esseri che si accaniranno rabbiosamente per difendere la loro sola ed unica fonte di benessere; ectoplasmi al tramonto che combatteranno con le unghie e con i denti per impedire la chiusura del loro bancomat politico! Ma dovremo stare attenti anche all’opportunismo di Letta; il chierico borioso non tarderà a dichiarare di aver sconfitto da solo e definitivamente “il Male” d’Italia, d’aver esorcizzato con l’acqua santa delle larghe intese questo nano indemoniato ed eternamente ingrifato! Insomma non finisce qui! Ce lo possiamo scordare! Assisteremo a un altro psicodramma quando il condannato sceglierà il servizio socialmente utile e ad una sceneggiata patetica – corredata da venti di crisi - quando il inizierà il periodo detentivo. Berlusconi non si arrenderà, piuttosto manda tutto a puttane - come ha sempre fatto in questi vent’anni -, ma non abbandonerà mai la scena, e i suoi interessati lacchè saranno sempre pronti a sostenerlo per spremerlo fino all’osso!   
L’unico a provare un po’ di tristezza è la nemesi Renzi! Questo geniaccio del qualunquismo voleva sconfiggere Berlusconi politicamente, mentre ora deve accontentarsi di stracciarlo ad Assassin's Creed sulla PlayStation! Il Sindaco di Firenze è troppo autoreferenziale e logorroico per comprendere la gravità della sua dichiarazione. Non ha tenuto mai conto di una condanna penale della cassazione e ha  valutato esclusivamente il peso politico di Berlusconi. Per Renzi che Berlusconi sia in frodatore e truffatore per lo stato italiani sembra irrilevante, dunque si evince che per Renzi il potere giuridico è altrettanto secondario, nonché “subordinato” al potere politico. Per lui la politica avrebbe potuto salvare Berlusconi, sia per non renderlo vittima di un giustizialismo inventato e sia per dargli l’occasione di affrontarlo politicamente.   Se questo Fonzie della Lepolda possedesse un sano senso delle istituzioni avrebbe dovuto sapere che i poteri dello stato sono separati e che non si sta operando un’ingerenza da parte del potere giuridico nei confronti di quello politico come il vittimismo berlusconiano vuole farci credere. A dirla tutta, non è proprio colpa della giustizia se molti nomi dei rappresentati della politica e della cosa pubblica irrompono nelle inchieste dei magistrati, e a loro volta i magistrati non possono far finta di nulla se alcuni politici agiscono in modo criminoso. Con quella arrogante dichiarazione Renzi non solo ha dimostrato una mediocre conoscenza dei pilastri dello stato moderno, ma ci ha anche fatto capire che non è poi tanto diverso dal “vecchio” che vuole rottamare. Ma non è colpa sua, è figlio del suo tempo, è figlio del berlusconismo!



L'EREDITA' DEL DECADENTE PROSSIMO VENTURO


Silvio ha dichiarato conclusa la relazione morganatica con le larghe intese. Oggi si è messo Brunetta in braccio scambiandolo per Dudu e con la rinata Forza Italia ha abbandonato il carrozzone della maggioranza. Oramai su Berlusconi è stato detto tutto, ha avuto il privilegio di essere per vent’anni la prima pagina di questo Paese, e per questo, senza rendercene conto, ci siamo trasformati in un morboso giornaletto scandalistico. Le soluzioni arrivano sempre troppo tardi, oramai Berlusconi il danno l’ha fatto… si è comodamente riprodotto per mitosi! La sua influenza ventennale ha compromesso endemicamente tutto! Dalla politica al linguaggio, dal costume alla comunicazione, il marchio  della mediocrità è stampato come un codice a barre su tutta la merce andata a male della società contemporanea. Checché se ne dica nel 94’ questo megalomane oramai patetico non scese in campo da solo ma con un esercito! Un esercito fatto di capitali ingenti, di  organi di stampa monopolizzanti, di reti televisive agguerrite, di finanziatori e simpatizzanti compiacenti, alcuni dei quali davvero poco raccomandabili; tutte figure “sorciescamente” celate nell’ombra della libreria in polistirolo che appariva alle spalle dei suoi deliranti appelli alla nazione. Siamo onesti, un soggetto così dozzinale non poteva combinare tutto questo sfacelo da solo; era necessaria un’orda barbara di sciacalli per generare tutto questo. La fine ebbe inizio quando il fenomeno Berlusconi mutò tristemente nel neologismo “Berlusconismo”, il nostro primo nemico fu il dizionario! Col berlusconismo lo stile, l’eccesso, i modi e le azioni di quest’uomo proruppero nel gergo prima giornalistico e in seguito politico di questo paese, per poi innervarsi mefiticamente in tutto il tessuto sociale.  Da quel momento in poi “l’anomalia” italiana fu legittimata, fu “inscenata” una patinata consacrazione mediatica. Il peggio si tramutò in uno stile politico: si affermò una forma di linguaggio tanto diretta quanto vuota e demagogica, fatta da un lato di spot scintillanti e canzoncine evocative, e dall’altro di slogan anacronistici contro la minaccia di una dittatura comunista imminente! Poco contava se il comunismo era oramai tramontato, serviva il bastone su cui attaccare la carota… e una punta retrò di maccartismo “ a tarallucci e vino” offriva alla messinscena la giusta dose di pathos tragico. Così, abilmente mascherato, il deus ex machina Silvio (essere che appariva alle masse trasudando bieco qualunquismo sotto le note della pubblicità del cornetto Algida) fu libero di rappresentare sia l’inutile argine al pericoloso boccheggiare del comunismo e sia l’unica alternativa per un’emancipazione liberista del paese – emancipazione mai realmente avvenuta!
Questo Cinepanettone non poteva essere opera di un sol uomo; anche per questi mediocri film c’è tutto un lavoro dietro. Ci vogliono costumisti, operatori, truccatori, macchinisti, comparse, attori,  produttori, esperti della fotografia, pubblicitari abilissimi, gente capace di vendere pattini da ghiaccio in Brasile. Non è per nulla facile vendere fumo e illusioni per vent’anni, e per quanto Berlusconi possa essere caparbio e motivato non è per nulla una mente così raffinata! Uno che chiama “culona inchiavabile” la Merkel e da “dell’abbronzato” a Obama non può avere pianificato nei minimi particolari il rincoglionimento totale di un’intera nazione! Se così fosse ne andrebbe della nostra dignità! Un Presidente del Consiglio che si è fatto ricattare da una minorenne marocchina a causa dei suoi senescenti pruriti non è uno stratega, è il panchinaro dello scemo del villaggio!
Tutti questi anni cosa ci lasceranno in eredità? Quali sono le responsabilità storiche del berlusconismo? Come “ri-costruire” una dignitosa identità nazionale se questi vent’anni hanno incubato “trasversalmente” solo tristi “derivati” di questo scempio? Sia a destra che a sinistra assistiamo ad un appiattimento tragico, ad un impoverimento disarmante di idee e progetti: il grillismo da possibile alternativa si è rivelato come il figlio illegittimo e volgarmente demagogico del linguaggio berlusconiano,  Renzi vuole “scouterizzare” ingozzando di pessimo qualunquismo ed ipocrita buonismo un Pd che attraversa impotente tragicomiche crisi di identità… ed infine non possiamo non parlare del grande amore tra Letta e Alfano, rimasti folgorati da una passione travolgente sull’insipida e inconcludente via delle larghe intese.  Le prospettive per il futuro, dunque, non sono per nulla rosee, a meno che San Marino e il Vaticano - mossi a pietà - non decidano congiuntamente di invaderci.   
Berlusconi con ogni probabilità domani al Senato decadrà, ma “au contraire” il Berlusconismo gode di ottima salute. E’ vivo, pimpante e capillarmente ben distribuito!


lunedì 25 novembre 2013

SONO INNOCENTE! LO GIURO SULLA NIPOTE DI MUBARAK!


Silvio inizia ad elemosinare dappertutto: per evitare un triste epilogo ormai si appella a chiunque: ha chiesto persino ai senatori del Pd e del M5s di rinviare il voto sulla decadenza; tra un po’ si vedrà costretto ad espatriare in un paese che non prevede estradizione per curare una fulminante recidiva dell’uveite. E se anche questo non dovesse funzionare con un blitz delle sue teste di “c..uoio” minaccerà il Senato imbottendo Razzi di tritolo; anche se la cosa più terrificante è immaginare Scilipoti col passamontagna! In pratica un caciocavallo a mano armata!     
Berlusconi adesso “sostiene” di essere in possesso di nuove prove che lo scagionano, per lui non conta se è troppo tardi, se i tre gradi di giudizio sono stati già celebrati e la condanna è definitiva; lui crede di poter disporre delle istituzioni come crede e senza alcun ritegno. Alla luce di tutta questa “stima” che il cavaliere nutre per le nostre leggi e per i nostro ordinamento giuridico ci risulta ancor più paradossale e vergognoso dover accettare che quest’uomo abbia governato il paese per vent’anni. Nella sua criminosa sfacciataggine non vedo solo il triste accanimento di una figura penosa ma anche la realizzazione del fallimento collettivo di un’intera generazione politica e sociale. Lo si è lasciato fare, ha potuto comandare e disporre del Paese e delle sue leggi come ha voluto e nessuno lo ha mai “veramente” ostacolato, e questo è stato il risultato, questo è il nostro commiato dalla decenza.
Ma Silvio non si ferma qui! il decadente non solo si dichiara arbitrariamente innocente e vuole esser creduto sulla parola, ma si appella sia alla irretroattività della legge Severino e sia all’articolo 7 della Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo.   La legge Severino avrà anche i suoi difetti ma dobbiamo anche dire che se stessimo in paese “normale, dove non solo i pregiudicati ma anche i semplici inquisiti avessero il buongusto di farsi da parte, non avremmo bisogno di una legge che “scolli” forzosamente i loro ostinati e ingombranti deretani dalle poltrone del potere.    
Però il vero capolavoro del pregiudicato consiste nell’interpretazione tanto sediziosa quanto pedestre dell’articolo 7 della Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo. Infatti leggiamo:
1. Nessuno può essere condannato per una azione o una
omissione che, al momento in cui è stata commessa, non costituiva
reato secondo il diritto interno o internazionale. Parimenti, non
può essere inflitta una pena più grave di quella applicabile al
momento in cui il reato è stato commesso.

Questo paragrafo tutela il cittadino in tre modi, ma in nessuno di questi il “caso Berlusconi” è contemplato: innanzitutto non si possono inventare “reati” ad hoc - qui in Italia diremmo “condanne ad personam” - cosa che capitava nelle dittature e nei regimi totalitari. Facendo un esempio pratico: anche se Brunetta è acido, supponente e antipatico non possiamo inventarci dalla sera alla mattina una legge che mette di botto in galera tutti i gollum rompicoglioni profughi dalla Terra di Mezzo!   In secondo luogo non possono essere inflitte pene a “posteriori” per azioni o omissioni che all’epoca dei fatti non costituivano reato. Facciamo un altro esempio: ipotizziamo che da domani in Italia essere degli “emeriti idioti” diventi per legge reato – sarebbe di certo una splendida occasione per rinnovare presto e senza colpo ferire tutta la nostra classe dirigente-, ebbene non sarebbero comunque perseguibili i reati di “emerita idiozia” commessi prima della promulgazione della legge. Ma anche in questo caso nessuno sfuggirebbe perché la recidiva è dietro l’angolo! Si salverebbe solo il Trota… non è colpa sua se si è rincoglionito bevendo l’acqua del Po dalla foce e non dalla sorgente!  Ed infine leggiamo semplicemente che le pene devono essere commisurate al reato commesso.
Premettendo che Berlusconi non ha alcun bisogno di ricorrere alla  Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo in quanto tutti e tre i casi citati sono già previsti e tutelati dalla legge italiana, bisogna sottolineare che il nostro sedicente “perseguitato” non è stato trattato poi tanto male: infatti questo “martire de noi artri” è stato condannato per frode fiscale, un reato che non ha avuto il tempo di depenalizzare e per questo ancora previsto dal nostro ordinamento giuridico, che la pena inflittagli non solo risulta commisurata al reato ma è stata anche in parte archiviata per sopraggiunta prescrizione (da quattro anni a un anno di reclusione), inoltre gli sono state persino ricalcolate “al ribasso” le pene accessorie in appello per espressa decisione della cassazione e può scontare la condanna agli arresti domiciliari o ai servizi socialmente utili. A questo punto possiamo tranquillamente chiederci: Berlusconi cosa vuole di più? Espiare la pena lucidando vetrine e oliando pali da lap dance al Red Light District di Amsterdam? Lavando “a mano libera” le lottatrici nel fango dopo gli incontri?
Ma se tutto questo non dovesse risultare sufficiente per impedire a Berlusconi di  fare l’ennesima figura di merda planetaria ci basterebbe leggere il secondo paragrafo dell’articolo 7 della convenzione dei diritti da lui stesso citato per inchiodarlo definitivamente alle sue responsabilità:

2. Il presente articolo non ostacolerà il giudizio e la condanna
di una persona colpevole di una azione o di una omissione
che, al momento in cui è stata commessa, costituiva un crimine
secondo i principi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni
civili.


Questa parte si commenta da sola. Basta semplicemente ricorrere al buon senso: per la legge italiana Berlusconi è risultato colpevole di frode fiscale? Sì! Sono state addotte prove della sua condanna? Sì. Ha avuto l’opportunità di difendersi adeguatamente in tutti i gradi di giudizio previsti? Più di molti altri disgraziati che non possono permettersi “sedicenti” principi del Foro! Il reato di frode fiscale ascrittogli era già previsto dall’ordinamento giuridico italiano? Per fortuna ancora sì!  Allora Silvio Berlusconi a Strasburgo che ci va a fare? 

mercoledì 20 novembre 2013

PECCATO, MI PIACEVA LA CANCELLIERI.


Il ministro Cancellieri si difende in aula con forza e dignità, più che respingere le accuse le “dribbla” con il suo blasonato curriculum. Non si preoccupa di risultare contraddittoria rivendicando i suoi rapporti con la famiglia Ligresti e respinge ogni ingerenza da parte del suo ministero sull’iter dei magistrati, ed ha ragione! Mica è intervenuta sul lavoro dei magistrati? Si è limitata semplicemente a modificarne le decisioni. A voler essere proprio onesti che la Cancellieri frequenti gente poco raccomandabile è cosa nota dal governo Monti: quante volte l’abbiamo sentita redarguire la “lacrimosa Fornero” con un perentorio “e fai l’uomo! Esoda, esoda!” Fatte le dovute premesse è sempre più triste dover sottolineare che la Cancellieri (come tutti noi) è libera di essere amica di chiunque, dei Ligresti come di Buttiglione – in questo caso per evidenti motivi umanitari -, ma non è assolutamente ammissibile che possa prendersi la libertà di approfittare del suo ruolo per favorire qualcuno. Tutto questo “cozza” irrimediabilmente proprio con i valori che il ministro stesso ha evocato per difendersi in aula. Che la procura di Torino abbia poi considerato non perseguibile il comportamento della guardasigilli è certamente consolatorio da un punto di vista giuridico ma per nulla rilevante da un punto di vista etico. In Europa ci sono stati personaggi che si sono dimessi per molto meno, anche loro non hanno avuto problemi con la giustizia, ma di certo ne hanno avuti nei confronti della loro coscienza e della loro credibilità! Bisogna districare a questo punto un equivoco di fondo che attanaglia il paese da sempre: partendo dal presupposto che i nostri rappresentanti non si dimetterebbero neanche se venissero colti in piena flagranza di reato (cosa che è capitata già spesso e volentieri, anche con minorenni marocchine, mistericamente discese dagli egizi), non sta scritto da nessuna parte che sia necessaria una condanna – civile, penale o amministrativa – per mettere in forse la limpidezza del loro operato. Personalmente la Cancellieri aveva tutto i diritti di avere a cuore il caso di Giulia Ligresti, ma da semplice cittadina e non da ministro della giustizia. Avrebbe potuto, ad esempio, agire “realmente” in modo umanitario lanciando una petizione, appellandosi alla Corte dei Diritti, facendo formale richiesta alla magistratura per un ricovero preventivo della Ligresti… esattamente come fanno i familiari e gli amici dei detenuti “normali”, quelli che non sono ammanigliati, quelli che non hanno contatti nelle alte sfere. Ma il ministro ha voluto bruciare le tappe e ha strafatto utilizzando la sua carica; è venuta meno dunque alla sua imparzialità e, cosa ancor più grave, ci ha mandato un messaggio pessimo: infatti, con la sua ingerenza ha chiaramente lasciato a intendere che è lei per prima a “diffidare” dell’operato della magistratura, che è lo stesso ministro della giustizia a non credere nell’indipendenza del potere giuridico. Se tutto questo non è già estremamente grave cosa mai può esserlo?
Insistendo a restare al suo posto la Cancellieri finge oltretutto di non aver ben chiare le conseguenze: in primo luogo darà adito a Berlusconi e ai berluscone’s di affondare ancor di più i loro denti diffamatori nell’operato della magistratura, senza volerlo ha dato nuovi ed efficaci spunti ad un pregiudicato e al suo branco per delegittimare ancor di più l’azione dei giudici. Insomma, per questioni meramente personali, la nostra guardasigilli ha dato in pasto a degli sciacalli ciò che dovrebbe “istituzionalmente” tutelare e garantire. Mica bruscolini? E come se non bastasse la “caparbia” Cancellieri è diventata il capro espiatorio e la pietra dello scandalo dei famelici arrivisti del Pd. Sia Renzi che Civati, per ragioni puramente propagandistiche, si sono scagliati contro ministro e hanno chiesto a Letta la sua testa al solo scopo di esporla soddisfatti ai loro sostenitori come dei giacobini assatanati. Ma oramai è universalmente noto che attaccare la parte più compromessa e facilmente infettabile di un organismo rappresenta il classico comportamento dei batteri, dei virus e della reazione! E’ facile per i due virgulti pseudoriformisti del Pd scarnificare con le  unghie il ventre molle del consenso spicciolo e del giustizialismo sommario in mancanza di programmi seri: hanno capito – anche grazie all’exemplum di Grillo - che la gente si sta spazientendo e inizia a voler scalpi, inizia a fremere nel chiedere più vendetta che giustizia, più vittime illustri che diritti.

Fino a quando sentiremo lo “slogan tutti a casa” ci si può ancora stare, quando inizieremo a sentire “tutti in galera” ci sarà da storcere il naso, ma quando urleranno “tutti alla gogna”… sarà di certo troppo tardi!   

martedì 19 novembre 2013

QUESTO NON E' UN PAESE PER SOBRI!!


Sentire Renzi da Fazio accusare Grillo e i pentastellati di essere lontani dalla realtà è stato un po’ come assistere al proverbiale colloquio ricreativo da manicomio: lo sciroccato “A”, che crede di essere Napoleone, dà del pazzo al lobotomizzato “B”  convinto di essere Giulio Cesare! Berlusconi ovviamente è fuori dai giochi! Il divino   assiste divertito mentre impasta del pongo colorato e masticabile per fabbricarsi prima un Adamo tutto costole e poi un imprecisato numero di Eva pronte a polverizzarsi una volta raggiunti i ventun’anni.
Una cosa è certa, tra i due venditori di fumo quello che ha roba più potente è indubbiamente Grillo - visti i trip che lo sconvolgono credo che per la disperazione sia arrivato a sniffare colle industriali. Renzi invece ha accesso a merce più raffinata, tagliata meglio; acidi da navigato narconauta borghese, sostanze che gli permettono di dire comunque “immense stronzate” ma in modo apparentemente sobrio e composto; parafrasando Federico Bini potremmo dire: “più stanno a sinistra e più i loro pusher spacciano in “centro”. Tutto questo per dire che a Grillo voglio davvero un gran bene e spero che il prima possibile possa avere accesso alle cure migliori, ma il caso di Matteo Renzi è ben più complicato. Il sindaco di Firenze non ammette di avere un problema, è in piena fase di negazione. Matteo crede di star bene; è convinto che dire cose scontate  equivalga a dire cose sensate, è certo che abitare nell’ovvio significhi riposare in panciolle nell’ assoluta ragione… e per questi motivi sentenzia senza esporsi, giudica tutto e tutti dall’interno di un ipocrita bozzolo fatto di un attendismo borioso, vuoto e irritante.  Renzi non ha idee e né opinioni ben definite, non azzarda, mutua i suoi sproloqui logorroici dagli errori e dai difetti altrui: dai finti successi di Letta al caso Cancellieri - passando per gli sciroccamenti fantascientifici dei grillini - ha un dito puntato per tutti; è un ottimo opinionista, un perfetto disturbatore: composto, mai volgare ma tagliente, questo piccolo baro da oratorio riesce a collezionare punti sparando sentenze qualunquiste restando tanto immobile quanto casto rispetto agli eventi che lo circondano. Da questa comodissima posizione bisogna dire che Renzi gioca bene le sue carte; per adesso può lavorare di rimessa perché non è ancora a tutti gli effetti un politico.  Il giovanotto è un sindaco assenteista ma non è ancora “formalmente” un “attore” di primo piano sulla patetica scena degli intrecci politici nazionali. Ora può recitare furbescamente la parte del cittadino indignato che sta dalla parte della maggioranza della gente, si presenta come alternativa e opportunità da cogliere per far tabula rasa del vecchio… ma senza voler strafare.  Accenna ma non dice, punzecchia ma non affonda, si guarda in giro mascherando la circospezione con della sospettosa e strumentale condiscendenza al solo scopo di far numero, di rubacchiar consensi trasversalmente un po’ dappertutto. Sì, Renzi è in piena fase negatoria e non lo vuole ammettere! E’ in overdose da campagna elettorale perenne ma finge di star bene, si ostina a dire a tutti che non ha problemi; ma non può andare avanti in questo modo, altrimenti nessuno lo potrà più aiutare. I segnali sono chiari… si comincia sempre così: prima inizi a  bazzicare la sede del partito sbagliato, poi ti convincono che D’Alema è un grande uomo di sinistra, anche quando dichiara che Berlusconi è un grande statista europeo, e senza rendertene conto ti ritrovi a competere per le primarie con Civati e Cuperlo elemosinando voti ovunque e regalando tessere di partito ai lati delle strada. Per vincere saresti disposto a tutto, anche a corteggiare la Binetti nel bel mezzo della confessione mentre Letta le fa recitare l’atto di dolore.     


sabato 16 novembre 2013

ENRICO «BALLS OF STEEL» E COMPAGNIA BELLA!


Troppe cose sono successe in questa settimana ma a nessuna di queste avremmo voluto assistere. Avremmo voluto sentirci dire finalmente che Berlusconi vuole far andare il paese a puttane solo perché sarebbe avvantaggiato dallo giocare in casa, che la Cancellieri dopo essersi dimessa - riconoscendo pubblicamente di aver abusato del suo potere – ora è impegnata a fare shopping nel quadrilatero della moda per conto di Giulia Ligresti, tornata nel frattempo in custodia cautelare. Non ci sarebbe neanche dispiaciuto sapere che Letta è stato fermato dal metal detector dell’aeroporto di Dublino per trasporto illegale di palle d’acciaio rubate alla Merkel, che finalmente Casaleggio ha realizzato il suo sogno diventando il nuovo cantante dei Cugini di Campagna, che Brunetta ha fatto il cambio stagione prendendo a prestito un cappottino usato di Dudù,  e perché no… sentire dalla De Filippi che Gasparri e Alfano sono stati separati alla nascita e che hanno scoperto di essere gemelli frequentando lo stesso logopedista e lo stesso chirurgo maxillofacciale!
Insomma noi vogliamo belle notizie! Ascoltare storie a lieto fine: Grillo che mette fiori nei cannoni dopo una bella litrata di Lexotan sparata per via endovenosa,  Renzi fermato alla frontiera e riportato di peso in una località a lui ignota… una città che prende il nome di Firenze, e non di Fiorentina come lui da sempre crede, Berlusconi che si dimette da senatore per affrontare serenamente una condanna definitiva (questa è la più fantascientifica). Siamo sognatori, vogliamo cose impossibili, fuori dalla realtà. Ad esempio vorremmo assistere ad un incontro tra Napolitano e il Papa in cui non è solo quello con la gonna talare ad avere “paradossalmente” più coglioni, spirito democratico e senso della realtà e del laicismo! E’ piuttosto preoccupante nel 2013 pensare che uno stato moderno e democratico sia civilmente più arretrato e socialmente più sordo rispetto all’ultimo baluardo assolutista d’occidente. Certo, il Vaticano parte avvantaggiato… non ha la Santanché!, anche se la cortesia di prenderla in consegna, esorcizzarla e restituircela liberata dal maligno ce la potrebbe fare. La pitonessa inizia a destar preoccupazioni: gira il collo in modo innaturale, cambia voce quando incontra la Binetti e di tanto in tanto cammina carponi e all’indietro nei cessi della Camera - se la Biancofiore non la usasse come cane guida dopo la lobotomia sarebbe un guaio!
Che dire di Letta, un uomo buono se abitassimo all’inferno, un’anima candida in perenne fase di negazione, un “Gollum” esiliato che ha una visione della realtà tutta sua. Nonostante sia iniziato il freddo rattrappente… quando si guarda le nespole a lui sembrano sempre due palle demolitrici.  Crede addirittura di guidare un governo serio: Enrico Letta ha nominato Alfano ministro dell’interno e vicepremier, Lupi alle infrastrutture, Quaglieriello agli affari costituzionali, la Lorenzin alla Sanità ed è ancora convinto di guidare un governo serio! Se non è negazione questa! Poi uno dice che è Berlusconi a non avere il senso della realtà!
Ma adesso tutto sta cambiando, sta nascendo una stagione nuova; Alfano ha preso le distanze da Silvio, il centrodestra si sta emancipando; e grazie alle larghe intese assisteremo alla nascita di una nuova compagine politica battezzata dalla volontà di Napolitano. L’amore tra Letta e Alfano non è passeggero e circostanziato, non è solo una storia di sesso, oramai è diventata qualcosa di più. E’ nata sì dalla necessità e dalla diffidenza reciproca ma adesso progettano una vita insieme, dei figli, una casa in campagna  e un bellissimo golden retriever che corre libero nel giardino, mentre nel mulino al di là del torrente Banderas fa assaggiare il suo plumcake alla gallina con cui convive!



giovedì 7 novembre 2013

SILVIO L'INSUPERABILE!


Sono sempre più convinto che i servizi segreti americani non avevano alcun bisogno di spiare le nostre linee telefoniche, men che meno le conversazioni dei politici italiani. Ai nostri illustri rappresentati piace lasciare i panni sporchi “en plein air” senza neanche lavarli, esternare in pubblico, e senza alcuna remora, la loro ridicola inadeguatezza. 
Proprio oggi Letta da Dublino ha dichiarato che il resto d’Europa pensa che lui abbia i “coglioni d’acciaio”, perché è riuscito a liberare il paese da Berlusconi. Certo, non siamo ai livelli delle indistruttibili “kartofen” della Merkel – direttamente commissionate dalla Nasa -, ma il nostro “democristianotto mal emancipato” inizia a titar fuori attributi di tutto rispetto. Piccoli coglioni crescono insomma! C’è da chiedersi quali innovative ed efficaci sostanze psicotrope assume il nostro presidente del consiglio per risultare così alieno dal realtà!  Che io sappia Berlusconi fa più danni adesso da ricattatore pregiudicato rispetto a quando governava, in pratica gioca finalmente a viso scoperto sfruttando al meglio la sua naturale vocazione. Ogni giorno detta l’agenda di governo al grido: “ho una crisi carica puntata verso di voi e non ho paura di usarla!” Va altresì detto che il succitato condannato in cassazione è ancora a piede libero grazie alle larghe intese e può persino permettersi di ricattare il Quirinale con perentori aut aut: “Napolitano ha ancora il tempo di concedergli la grazia prima che faccia saltare tutto!”
Ma è proprio Berlusconi ad esser sempre un passo avanti rispetto a tutti gli altri, se gli altri le cazzate si limitano a dirle lui adesso le fa addirittura pubblicare! La Mondadori anticipa uno stralcio del muovo libro di Vespa e “puta caso” leggiamo un passaggio in cui Berlusconi seraficamente dichiara che i suoi figli si sentono perseguitati come gli ebrei dai nazisti. Berlusconi è un parvenu e si sa che ai parvenus piace strafare! Mica poteva limitarsi a dichiarare come sempre che si sentiva perseguitato o mediaticamente ghettizzato dalla sinistra? No! In questo coacervo trasversale di cazzate la sua doveva distinguersi e puntare dritto all’iperuranio delle stronzate per sbaragliare la concorrenza, e come sempre ci è riuscito. E Vespa, l’unico essere umano che ha persino il lobo frontale leporino, si è felicemente  – e consensualmente - concesso alle perversioni del suo editore. Brutti tempi… fino ad oggi solo gli scandali e le ecomafie tramutavano in soldi la spazzatura, adesso anche le minchiate si vendono a peso d’oro.  Quell’anticipazione è stata di certo meditata dalla casa editrice e c’è da scommettere che molti compreranno il libro solo per cercare il passo incriminato.

In questa triste quanto penosa bagarre a scopo promozionale è stato Riccardo Pacifici - Presidente della Comunità Ebraica - a riordinare il tutto: infatti Pacifici, dopo aver espresso tutta la sua indignazione per le parole dell’editore pregiudicato, ha tenuto a precisare che Berlusconi non dovrebbe semplicemente vergognarsi di ciò che ha detto ma di se stesso. Ovviamente l’esortazione del Presidente della comunità ebraica cadrà nel vuoto… e anche noi ci lasceremo scivolare addosso tutto come sempre, almeno fino a quando Berlusconi, oramai sciroccato perso, non esclamerà di venerdì santo: “Licio perdonali perché non sanno quello che fanno!”. Se posso inoltre permettermi un consiglio editoriale, suggerirei di non acquistare testi di Vespa fino a quando non vedremo questo titolo: “dal Kapò a Shultz ai miei figli deportati in un paradiso fiscale, passando per l’Islam come religione del diavolo: la seconda repubblica attraverso vent’anni di cazzate di Silvio!”   

venerdì 1 novembre 2013

THE NEVER ENDING DECADENCE


La decisione della Giunta del Senato per il voto palese nel caso Berlusconi ha spiazzato tutti! Nessuno se lo aspettava: Grillo non sa più con chi prendersela e per allentare la tensione cotona i capelli a Casaleggio chiedendo l’impeachment per i bigodini, Alfano che meditava di umiliarsi a Canossa per tenere tutti buoni ora è costretto a scegliere definitivamente tra l’amante e la famiglia,  Brunetta  “lavora dal basso” chiedendo le dichiarazioni dei redditi dei membri della giunta e la Santanché ha fatto voto di riportare Sallusti nell’ossario in cui l’ha trovato nel caso in cui Berlusconi dovesse uscirne indenne. Epifani - dall’altro lato dello scempio - ripete come un disco rotto da giugno la stessa identica frase: “il governo non può essere tenuto in ostaggio da Berlusconi”, anche se in realtà dovrebbe dire: “ma chi ce l’ha fatto fare!, ne azzeccassimo una da vent’anni!”    

Il condannato sta riprendendo piede ed esce dall’angolo, e come se non bastasse 22  senatori chiedono al Presidente Grasso di non tenere conto della decisione della giunta e far votare in segreto il Senato secondo regolamento. Questa accolita pietosa di inetti sta giocando al massacro per restare a galla e possiamo star certi che non saranno loro le vittime di tutto questo. Berlusconi a questo punto minaccia ancora una volta la crisi e inizia di nuovo a dettare l’agenda di Letta: “ se il governo vuole andare avanti, deve essere modificata la legge di stabilità sulla tassazione della casa”. Sul fronte interno il “decadente perenne” vuole la completa sottomissione di Alfano e gli intima un “aut aut”: o firma la nascita di Forza Italia o è fuori!

A guardare bene le dinamiche che stanno affossando il nostro già autolesionista Belpaese si concentrano su Berlusconi da almeno due anni. I tentativi di isolarlo partono da lontano, dal governo Monti; in quel caso assistemmo al primo esonero di questo danno ventennale. Il Cavaliere si fece da parte per un governo tecnico unto da Bruxelles, e così iniziò la sua prima parabola discendente, declino palpabile anche all’interno del suo stesso partito, persino la fedelissima Santanché “illo tempore” caldeggiava il suo pensionamento. Il ventennio sembrava al tramonto, tanto che il cavaliere dichiarò di trovarsi in un paese di merda e che avrebbe dedicato il resto della senescenza a costruire ospedali per bambini in giro per il mondo. Ma la speranza non durò molto: da lì a poco chiamò a raccolta i suoi (Dio solo con quali argomenti e con quali metodi persuasivi) e decretò la fine del commissariamento “salasso” dei professori. Questo tradimento Monti se l’è legato al dito, e il parere a favore del voto palese per sancire la decadenza di Berlusconi della senatrice Lanzillotta in giunta ha tanto il sapore di una vendetta, vendetta - proverbialmente - consumata fredda.

Berlusconi ora è solo contro tutti e il suo accanimento è quasi animale, ma ha dalla sua infiniti mezzi e vent’anni di predominio quasi assoluto sulla scena politica: in tutto questo tempo ha avuto l’agio di innervarsi ovunque indisturbato, ha prodotto metastasi e danni in modo trasversale e più o meno mirato: è nel contempo il male più grande e l’ultima spiaggia del vecchio, è un nodo tanto paradossale quanto deleterio: se lo si estirpa crolla tutto, se lo si mantiene è paralisi. In Berlusconi si coagula e si osserva tutta l’incapacità, l’inefficienza e il clientelismo di un’intera generazione politica. Una generazione che ha preferito delegare la proprie responsabilità voltando lo sguardo e lasciando fare, dando vita a conseguenze ora incontrollabili. Una generazione impotente di “abdicati” cronici che ora tenta grottescamente di riparare alla loro radicata e fruttuosa indifferenza. Berlusconi non è solo un colpevole ma è anche il prodotto di un intero sistema, una cellula che è impazzita nel silenzio generale fino a compromettere tutto.


Ora, altrettanto paradossalmente, questa cellula può permettersi di trascinare tutto con sé tutto. Berlusconi lo può fare!, ne ha “patologicamente” tutti i diritti: può avanzare pretese, minacciare a ragione tutti, tutti coloro che in modo omertoso sono rimasti in silenzio tutto questo tempo, perché può permettersi di finire il lavoro che vent’anni fa gli hanno lasciato cominciare.