RaiStoria
Di Rosa Fontana
Da qualche anno, il 17
novembre si celebra nelle scuole europee la “Giornata dello studente”, promossa
dai movimenti studenteschi. In realtà, questa ricorrenza non è una novità, in
quanto dal lontano 1941, quando fu istituita per ricordare i tragici fatti di
Praga del 17 novembre 1939 (un corteo di studenti e docenti, in protesta contro
il regime hitleriano, fu attaccato dalla polizia nazista, con conseguenti
deportazioni di un migliaio di giovani nei campi di concentramento e
l'uccisione di nove alunni e
professori), è rimasta al centro di dibattiti e commemorazioni più o meno fino
al 1989, ripercorrendo in alcuni anni, purtroppo, il destino di repressione e
sangue che l'aveva contrassegnata (vedi per esempio la rivolta del
Politecnico di Atene, nel 1973, contro la dittatura dei colonnelli, o le
proteste di Praga del 1989, contro il regime comunista, che diedero avvio alla
cosiddetta “Rivoluzione di velluto”).
Un evento di per sé, quindi, ricco di memorie
importanti che dovrebbero far riflettere giovani e adulti. Ma, come spesso
accade negli ultimi tempi, l'occasione rischia di arenarsi tra lo
spontaneismo privo di contenuti e la tendenziosità obsoleta di chi
spavaldamente (e comicamente) si atteggia a novello sessantottino in una scuola
che col famigerato Sessantotto non ha ormai nulla da spartire, e che semmai
dovrebbe interrogarsi su alcune pericolose e deleterie derive che certi eccessi
di quegli anni ci hanno lasciato in eredità. Continua a leggere su Postik
Nessun commento:
Posta un commento