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.....La
tela di De Luca, ma anche quella del ragno!
Per quanto i ragni possano
far ribrezzo dobbiamo ammettere che sono in grado di costruire dei veri e
propri capolavori di ingegneria. La ragnatela è una piccola opera d’arte:
articolata e leggera, semplice, sottile e resistente. Questa terribile trappola
deve essere quasi invisibile, confondersi tra le cose, spesso la si nota solo
controluce attraverso le iridescenze che genera. Tanto letale quando
invisibile, la trappola perfetta.
Dopo questa digressione -
puramente estetica – ci tocca parlare della ragnatela di Vincenzo De Luca. Qui
la natura e l’estetica vanno a farsi benedire ma restano degli elementi in
comune fondamentali.
La tela che De Luca ha
tessuto negli anni è intricatissima ed è composta da favori fatti e da restituire,
da clientele da attivare, da voti da reperire, da uomini e donne da piazzare.
Insomma anche questa è invisibile (anche se nota a tutti) e si attiva
fatalmente quando deve “catturare” consensi e favori. Il ragnaccio della
Campania è vorace e affamato, vuole e pretende, apre la sua bocca – dalla quale
escono solo sozzerie – e inizia a tessere. La sua opera è tutt’altro che
sottile, anzi, è volgare, prepotente, fatta di intimidazioni e parolacce, di
insulti e minacce. La sua sì che è una brutta ragnatela, una vera schifezza…
“quasi, quasi” è meglio quella del ragno, almeno in questo caso basta un giornale
arrotolato! Leggi l'articolo per intero su Postik
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