Silvio inizia ad
elemosinare dappertutto: per evitare un triste epilogo ormai si appella a
chiunque: ha chiesto persino ai senatori del Pd e del M5s di rinviare il voto
sulla decadenza; tra un po’ si vedrà costretto ad espatriare in un paese che
non prevede estradizione per curare una fulminante recidiva dell’uveite. E se
anche questo non dovesse funzionare con un blitz delle sue teste di “c..uoio”
minaccerà il Senato imbottendo Razzi di tritolo; anche se la cosa più
terrificante è immaginare Scilipoti col passamontagna! In pratica un
caciocavallo a mano armata!
Berlusconi adesso
“sostiene” di essere in possesso di nuove prove che lo scagionano, per lui non
conta se è troppo tardi, se i tre gradi di giudizio sono stati già celebrati e
la condanna è definitiva; lui crede di poter disporre delle istituzioni come
crede e senza alcun ritegno. Alla luce di tutta questa “stima” che il cavaliere
nutre per le nostre leggi e per i nostro ordinamento giuridico ci risulta ancor
più paradossale e vergognoso dover accettare che quest’uomo abbia governato il
paese per vent’anni. Nella sua criminosa sfacciataggine non vedo solo il triste
accanimento di una figura penosa ma anche la realizzazione del fallimento collettivo
di un’intera generazione politica e sociale. Lo si è lasciato fare, ha potuto
comandare e disporre del Paese e delle sue leggi come ha voluto e nessuno lo ha
mai “veramente” ostacolato, e questo è stato il risultato, questo è il nostro
commiato dalla decenza.
Ma Silvio non si ferma
qui! il decadente non solo si dichiara arbitrariamente innocente e vuole esser
creduto sulla parola, ma si appella sia alla irretroattività della legge
Severino e sia all’articolo 7 della Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo. La legge Severino avrà anche i suoi difetti
ma dobbiamo anche dire che se stessimo in paese “normale, dove non solo i
pregiudicati ma anche i semplici inquisiti avessero il buongusto di farsi da
parte, non avremmo bisogno di una legge che “scolli” forzosamente i loro
ostinati e ingombranti deretani dalle poltrone del potere.
Però il vero capolavoro
del pregiudicato consiste nell’interpretazione tanto sediziosa quanto pedestre
dell’articolo 7 della Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo. Infatti
leggiamo:
1. Nessuno può essere
condannato per una azione o una
omissione che, al
momento in cui è stata commessa, non costituiva
reato secondo il
diritto interno o internazionale. Parimenti, non
può essere inflitta una
pena più grave di quella applicabile al
momento in cui il reato
è stato commesso.
Questo paragrafo tutela
il cittadino in tre modi, ma in nessuno di questi il “caso Berlusconi” è contemplato:
innanzitutto non si possono inventare “reati” ad hoc - qui in Italia diremmo “condanne
ad personam” - cosa che capitava nelle dittature e nei regimi totalitari.
Facendo un esempio pratico: anche se Brunetta è acido, supponente e antipatico
non possiamo inventarci dalla sera alla mattina una legge che mette di botto in
galera tutti i gollum rompicoglioni profughi dalla Terra di Mezzo! In
secondo luogo non possono essere inflitte pene a “posteriori” per azioni o
omissioni che all’epoca dei fatti non costituivano reato. Facciamo un altro
esempio: ipotizziamo che da domani in Italia essere degli “emeriti idioti”
diventi per legge reato – sarebbe di certo una splendida occasione per
rinnovare presto e senza colpo ferire tutta la nostra classe dirigente-, ebbene
non sarebbero comunque perseguibili i reati di “emerita idiozia” commessi prima
della promulgazione della legge. Ma anche in questo caso nessuno sfuggirebbe
perché la recidiva è dietro l’angolo! Si salverebbe solo il Trota… non è colpa
sua se si è rincoglionito bevendo l’acqua del Po dalla foce e non dalla
sorgente! Ed infine leggiamo semplicemente
che le pene devono essere commisurate al reato commesso.
Premettendo che
Berlusconi non ha alcun bisogno di ricorrere alla Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo in
quanto tutti e tre i casi citati sono già previsti e tutelati dalla legge
italiana, bisogna sottolineare che il nostro sedicente “perseguitato” non è
stato trattato poi tanto male: infatti questo “martire de noi artri” è stato
condannato per frode fiscale, un reato che non ha avuto il tempo di
depenalizzare e per questo ancora previsto dal nostro ordinamento giuridico,
che la pena inflittagli non solo risulta commisurata al reato ma è stata anche
in parte archiviata per sopraggiunta prescrizione (da quattro anni a un anno di
reclusione), inoltre gli sono state persino ricalcolate “al ribasso” le pene
accessorie in appello per espressa decisione della cassazione e può scontare la
condanna agli arresti domiciliari o ai servizi socialmente utili. A questo
punto possiamo tranquillamente chiederci: Berlusconi cosa vuole di più? Espiare
la pena lucidando vetrine e oliando pali da lap dance al Red Light District di
Amsterdam? Lavando “a mano libera” le lottatrici nel fango dopo gli incontri?
Ma se tutto questo non
dovesse risultare sufficiente per impedire a Berlusconi di fare l’ennesima figura di merda planetaria ci
basterebbe leggere il secondo paragrafo dell’articolo 7 della convenzione dei
diritti da lui stesso citato per inchiodarlo definitivamente alle sue
responsabilità:
2. Il presente articolo
non ostacolerà il giudizio e la condanna
di una persona
colpevole di una azione o di una omissione
che, al momento in cui
è stata commessa, costituiva un crimine
secondo i principi
generali di diritto riconosciuti dalle nazioni
civili.
Questa parte si
commenta da sola. Basta semplicemente ricorrere al buon senso: per la legge
italiana Berlusconi è risultato colpevole di frode fiscale? Sì! Sono state
addotte prove della sua condanna? Sì. Ha avuto l’opportunità di difendersi
adeguatamente in tutti i gradi di giudizio previsti? Più di molti altri disgraziati
che non possono permettersi “sedicenti” principi del Foro! Il reato di frode
fiscale ascrittogli era già previsto dall’ordinamento giuridico italiano? Per
fortuna ancora sì! Allora Silvio
Berlusconi a Strasburgo che ci va a fare?
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