Sentire Renzi da Fazio accusare
Grillo e i pentastellati di essere lontani dalla realtà è stato un po’ come
assistere al proverbiale colloquio ricreativo da manicomio: lo sciroccato “A”,
che crede di essere Napoleone, dà del pazzo al lobotomizzato “B” convinto di essere Giulio Cesare! Berlusconi
ovviamente è fuori dai giochi! Il divino assiste
divertito mentre impasta del pongo colorato e masticabile per fabbricarsi prima
un Adamo tutto costole e poi un imprecisato numero di Eva pronte a
polverizzarsi una volta raggiunti i ventun’anni.
Una cosa è certa, tra i
due venditori di fumo quello che ha roba più potente è indubbiamente Grillo -
visti i trip che lo sconvolgono credo che per la disperazione sia arrivato a
sniffare colle industriali. Renzi invece ha accesso a merce più raffinata,
tagliata meglio; acidi da navigato narconauta borghese, sostanze che gli
permettono di dire comunque “immense stronzate” ma in modo apparentemente
sobrio e composto; parafrasando Federico Bini potremmo dire: “più stanno a
sinistra e più i loro pusher spacciano in “centro”. Tutto questo per dire che a
Grillo voglio davvero un gran bene e spero che il prima possibile possa avere
accesso alle cure migliori, ma il caso di Matteo Renzi è ben più complicato. Il
sindaco di Firenze non ammette di avere un problema, è in piena fase di negazione.
Matteo crede di star bene; è convinto che dire cose scontate equivalga a dire cose sensate, è certo che
abitare nell’ovvio significhi riposare in panciolle nell’ assoluta ragione… e
per questi motivi sentenzia senza esporsi, giudica tutto e tutti dall’interno
di un ipocrita bozzolo fatto di un attendismo borioso, vuoto e irritante. Renzi non ha idee e né opinioni ben definite,
non azzarda, mutua i suoi sproloqui logorroici dagli errori e dai difetti
altrui: dai finti successi di Letta al caso Cancellieri - passando per gli
sciroccamenti fantascientifici dei grillini - ha un dito puntato per tutti; è
un ottimo opinionista, un perfetto disturbatore: composto, mai volgare ma
tagliente, questo piccolo baro da oratorio riesce a collezionare punti sparando
sentenze qualunquiste restando tanto immobile quanto casto rispetto agli eventi
che lo circondano. Da questa comodissima posizione bisogna dire che Renzi gioca
bene le sue carte; per adesso può lavorare di rimessa perché non è ancora a
tutti gli effetti un politico. Il giovanotto
è un sindaco assenteista ma non è ancora “formalmente” un “attore” di primo
piano sulla patetica scena degli intrecci politici nazionali. Ora può recitare
furbescamente la parte del cittadino indignato che sta dalla parte della
maggioranza della gente, si presenta come alternativa e opportunità da cogliere
per far tabula rasa del vecchio… ma senza voler strafare. Accenna ma non dice, punzecchia ma non
affonda, si guarda in giro mascherando la circospezione con della sospettosa e
strumentale condiscendenza al solo scopo di far numero, di rubacchiar consensi
trasversalmente un po’ dappertutto. Sì, Renzi è in piena fase negatoria e non
lo vuole ammettere! E’ in overdose da campagna elettorale perenne ma finge di
star bene, si ostina a dire a tutti che non ha problemi; ma non può
andare avanti in questo modo, altrimenti nessuno lo potrà più aiutare. I
segnali sono chiari… si comincia sempre così: prima inizi a bazzicare la sede del partito sbagliato, poi
ti convincono che D’Alema è un grande uomo di sinistra, anche quando dichiara
che Berlusconi è un grande statista europeo, e senza rendertene conto ti
ritrovi a competere per le primarie con Civati e Cuperlo elemosinando voti
ovunque e regalando tessere di partito ai lati delle strada. Per vincere
saresti disposto a tutto, anche a corteggiare la Binetti nel bel mezzo della
confessione mentre Letta le fa recitare l’atto di dolore.
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