Silvio ha dichiarato
conclusa la relazione morganatica con le larghe intese. Oggi si è messo
Brunetta in braccio scambiandolo per Dudu e con la rinata Forza Italia ha abbandonato
il carrozzone della maggioranza. Oramai su Berlusconi è stato detto tutto, ha
avuto il privilegio di essere per vent’anni la prima pagina di questo Paese, e
per questo, senza rendercene conto, ci siamo trasformati in un morboso giornaletto
scandalistico. Le soluzioni arrivano sempre troppo tardi, oramai Berlusconi il
danno l’ha fatto… si è comodamente riprodotto per mitosi! La sua influenza
ventennale ha compromesso endemicamente tutto! Dalla politica al linguaggio,
dal costume alla comunicazione, il marchio
della mediocrità è stampato come un codice a barre su tutta la merce
andata a male della società contemporanea. Checché se ne dica nel 94’ questo
megalomane oramai patetico non scese in campo da solo ma con un esercito! Un
esercito fatto di capitali ingenti, di
organi di stampa monopolizzanti, di reti televisive agguerrite, di
finanziatori e simpatizzanti compiacenti, alcuni dei quali davvero poco
raccomandabili; tutte figure “sorciescamente” celate nell’ombra della libreria
in polistirolo che appariva alle spalle dei suoi deliranti appelli alla nazione.
Siamo onesti, un soggetto così dozzinale non poteva combinare tutto questo
sfacelo da solo; era necessaria un’orda barbara di sciacalli per generare tutto
questo. La fine ebbe inizio quando il fenomeno Berlusconi mutò tristemente nel
neologismo “Berlusconismo”, il nostro primo nemico fu il dizionario! Col
berlusconismo lo stile, l’eccesso, i modi e le azioni di quest’uomo proruppero
nel gergo prima giornalistico e in seguito politico di questo paese, per poi
innervarsi mefiticamente in tutto il tessuto sociale. Da quel momento in poi “l’anomalia” italiana fu
legittimata, fu “inscenata” una patinata consacrazione mediatica. Il peggio si
tramutò in uno stile politico: si affermò una forma di linguaggio tanto diretta
quanto vuota e demagogica, fatta da un lato di spot scintillanti e canzoncine
evocative, e dall’altro di slogan anacronistici contro la minaccia di una
dittatura comunista imminente! Poco contava se il comunismo era oramai
tramontato, serviva il bastone su cui attaccare la carota… e una punta retrò di
maccartismo “ a tarallucci e vino” offriva alla messinscena la giusta dose di
pathos tragico. Così, abilmente mascherato, il deus ex machina Silvio (essere
che appariva alle masse trasudando bieco qualunquismo sotto le note della
pubblicità del cornetto Algida) fu libero di rappresentare sia l’inutile argine
al pericoloso boccheggiare del comunismo e sia l’unica alternativa per
un’emancipazione liberista del paese – emancipazione mai realmente avvenuta!
Questo Cinepanettone non
poteva essere opera di un sol uomo; anche per questi mediocri film c’è tutto un
lavoro dietro. Ci vogliono costumisti, operatori, truccatori, macchinisti,
comparse, attori, produttori, esperti
della fotografia, pubblicitari abilissimi, gente capace di vendere pattini da
ghiaccio in Brasile. Non è per nulla facile vendere fumo e illusioni per
vent’anni, e per quanto Berlusconi possa essere caparbio e motivato non è per
nulla una mente così raffinata! Uno che chiama “culona inchiavabile” la Merkel
e da “dell’abbronzato” a Obama non può avere pianificato nei minimi particolari
il rincoglionimento totale di un’intera nazione! Se così fosse ne andrebbe
della nostra dignità! Un Presidente del Consiglio che si è fatto ricattare da
una minorenne marocchina a causa dei suoi senescenti pruriti non è uno
stratega, è il panchinaro dello scemo del villaggio!
Tutti questi anni cosa
ci lasceranno in eredità? Quali sono le responsabilità storiche del
berlusconismo? Come “ri-costruire” una dignitosa identità nazionale se questi
vent’anni hanno incubato “trasversalmente” solo tristi “derivati” di questo
scempio? Sia a destra che a sinistra assistiamo ad un appiattimento tragico, ad
un impoverimento disarmante di idee e progetti: il grillismo da possibile
alternativa si è rivelato come il figlio illegittimo e volgarmente demagogico
del linguaggio berlusconiano, Renzi
vuole “scouterizzare” ingozzando di pessimo qualunquismo ed ipocrita buonismo
un Pd che attraversa impotente tragicomiche crisi di identità… ed infine non possiamo
non parlare del grande amore tra Letta e Alfano, rimasti folgorati da una
passione travolgente sull’insipida e inconcludente via delle larghe intese. Le prospettive per il futuro, dunque, non sono
per nulla rosee, a meno che San Marino e il Vaticano - mossi a pietà - non decidano
congiuntamente di invaderci.
Berlusconi con ogni
probabilità domani al Senato decadrà, ma “au contraire” il Berlusconismo gode di
ottima salute. E’ vivo, pimpante e capillarmente ben distribuito!
Nessun commento:
Posta un commento