Il ministro Cancellieri
si difende in aula con forza e dignità, più che respingere le accuse le
“dribbla” con il suo blasonato curriculum. Non si preoccupa di risultare
contraddittoria rivendicando i suoi rapporti con la famiglia Ligresti e
respinge ogni ingerenza da parte del suo ministero sull’iter dei magistrati, ed
ha ragione! Mica è intervenuta sul lavoro dei magistrati? Si è limitata
semplicemente a modificarne le decisioni. A voler essere proprio onesti che la
Cancellieri frequenti gente poco raccomandabile è cosa nota dal governo Monti:
quante volte l’abbiamo sentita redarguire la “lacrimosa Fornero” con un perentorio
“e fai l’uomo! Esoda, esoda!” Fatte le dovute premesse è sempre più triste
dover sottolineare che la Cancellieri (come tutti noi) è libera di essere amica
di chiunque, dei Ligresti come di Buttiglione – in questo caso per evidenti
motivi umanitari -, ma non è assolutamente ammissibile che possa prendersi la
libertà di approfittare del suo ruolo per favorire qualcuno. Tutto questo
“cozza” irrimediabilmente proprio con i valori che il ministro stesso ha
evocato per difendersi in aula. Che la procura di Torino abbia poi considerato
non perseguibile il comportamento della guardasigilli è certamente consolatorio
da un punto di vista giuridico ma per nulla rilevante da un punto di vista
etico. In Europa ci sono stati personaggi che si sono dimessi per molto meno,
anche loro non hanno avuto problemi con la giustizia, ma di certo ne hanno
avuti nei confronti della loro coscienza e della loro credibilità! Bisogna districare
a questo punto un equivoco di fondo che attanaglia il paese da sempre: partendo
dal presupposto che i nostri rappresentanti non si dimetterebbero neanche se
venissero colti in piena flagranza di reato (cosa che è capitata già spesso e
volentieri, anche con minorenni marocchine, mistericamente discese dagli egizi),
non sta scritto da nessuna parte che sia necessaria una condanna – civile,
penale o amministrativa – per mettere in forse la limpidezza del loro operato.
Personalmente la Cancellieri aveva tutto i diritti di avere a cuore il caso di
Giulia Ligresti, ma da semplice cittadina e non da ministro della giustizia.
Avrebbe potuto, ad esempio, agire “realmente” in modo umanitario lanciando una
petizione, appellandosi alla Corte dei Diritti, facendo formale richiesta alla
magistratura per un ricovero preventivo della Ligresti… esattamente come fanno
i familiari e gli amici dei detenuti “normali”, quelli che non sono
ammanigliati, quelli che non hanno contatti nelle alte sfere. Ma il ministro ha
voluto bruciare le tappe e ha strafatto utilizzando la sua carica; è venuta
meno dunque alla sua imparzialità e, cosa ancor più grave, ci ha mandato un
messaggio pessimo: infatti, con la sua ingerenza ha chiaramente lasciato a
intendere che è lei per prima a “diffidare” dell’operato della magistratura,
che è lo stesso ministro della giustizia a non credere nell’indipendenza del
potere giuridico. Se tutto questo non è già estremamente grave cosa mai può
esserlo?
Insistendo a restare al
suo posto la Cancellieri finge oltretutto di non aver ben chiare le
conseguenze: in primo luogo darà adito a Berlusconi e ai berluscone’s di
affondare ancor di più i loro denti diffamatori nell’operato della
magistratura, senza volerlo ha dato nuovi ed efficaci spunti ad un pregiudicato
e al suo branco per delegittimare ancor di più l’azione dei giudici. Insomma, per
questioni meramente personali, la nostra guardasigilli ha dato in pasto a degli
sciacalli ciò che dovrebbe “istituzionalmente” tutelare e garantire. Mica
bruscolini? E come se non bastasse la “caparbia” Cancellieri è diventata il
capro espiatorio e la pietra dello scandalo dei famelici arrivisti del Pd. Sia
Renzi che Civati, per ragioni puramente propagandistiche, si sono scagliati contro
ministro e hanno chiesto a Letta la sua testa al solo scopo di esporla
soddisfatti ai loro sostenitori come dei giacobini assatanati. Ma oramai è
universalmente noto che attaccare la parte più compromessa e facilmente
infettabile di un organismo rappresenta il classico comportamento dei batteri,
dei virus e della reazione! E’ facile per i due virgulti pseudoriformisti del
Pd scarnificare con le unghie il ventre
molle del consenso spicciolo e del giustizialismo sommario in mancanza di
programmi seri: hanno capito – anche grazie all’exemplum di Grillo - che la
gente si sta spazientendo e inizia a voler scalpi, inizia a fremere nel
chiedere più vendetta che giustizia, più vittime illustri che diritti.
Fino a quando sentiremo
lo “slogan tutti a casa” ci si può ancora stare, quando inizieremo a sentire
“tutti in galera” ci sarà da storcere il naso, ma quando urleranno “tutti alla
gogna”… sarà di certo troppo tardi!
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