I nostri politici sono
sempre in attività, non si fermano mai, una volta sono in tv, un’altra
all’estero, votano fino a notte fonda, siglano accordi importantissimi per la
nostra nazione, promettono nuovamente un milione di posti di lavoro lanciando
sputnik impazziti su indifesi cameraman incazzati, perdono la voce a gridare alle folle ma
“stringi” “stringi” in tutto questo caos da tratto intestinale irritato non
trovano mai “puta caso” il tempo di mettere mano alla legge elettorale, di ridurre seriamente le spese istituzionali
o di sedare la Santanché!
Letta da quando ha
incontrato Putin (primo esportatore di gas naturali nonché di “salutari e
risolutorie” tisane al plutonio) ha iniziato “orgogliosamente a dare i numeri”:
con la Russia ha firmato 21 accordi, ieri con Israele 12, tutti numeri che il
nostro premierino di risulta consiglia caldamente di giocare alla Sisal, così
ne approfitta per arricchirsi un altro po’. E siccome non ci facciamo mancare
niente, ha iniziato a dar consigli anche la first lady del canonico, Gianna
Fregonara, la quale vuole ridurre gli anni di scuola secondaria a quattro: così
i ragazzi sono più felici perché studiano meno, ci adeguiamo alla media di
frequenza mondiale e risparmiamo sulla scuola. Soluzione geniale, di un acume
straordinario. E’ un po’ come combattere le malattie accoppando i pazienti: è
certamente un metodo drastico ma di sicura efficacia. Ma la fedele prima donna
ha omesso di sottolineare che il governo del maritino ha pensato bene - in
linea con gli esecutivi precedenti - di affossare ancora di più la scuola
pubblica stanziando ben mezzo miliardo di euro alle scuole private. Nel sentire
questi deliri la mia più recondita speranza consiste nell’immaginare un domani
utopico in cui Letta e signora si giocano come due disperati il vitalizio
rubato dello zio in una slot modificata
ad arte dalle mafie in uno squallido e fumoso bar di periferia. E per fortuna
che il cattolicissimo Enrico, per ispirarsi, segregò tutti i suoi ministri in
un convento, non osiamo immaginare cosa sarebbe venuto fuori se li avesse
portati a un “Bunga Bunga” ad Arcore!
Dal lato pseudo-rivoluzionario
dello scempio Grillo non risparmia nessuno durante il suo tristemente
ridimensionato Vaffaday! “Tutti a casa”, grida, ma in realtà temporeggia con
insulti e smadonnamenti a 360 gradi. E’ cosa nota che prendersela con tutti
equivale a non prendersela con nessuno… e non agire per adesso conviene: è
molto più facile dichiararsi vittime arrabbiate ed impotenti di un sistema al
collasso, sbraitando soluzioni improponibili, anziché mostrare un’assoluta
inadeguatezza dinanzi ad una situazione oramai irrecuperabile. Grillo punta al
monopolio esclusivo delle macerie e non al risanamento del paese – da buon
italiano sa benissimo che ricostruire è più fruttuoso che ristrutturare, gli
appalti sono più corposi. Napolitano, ad esempio, non è certo un santo,
tantomeno si è mostrato lungimirante nell’accettare un secondo mandato di cui è
tanto vittima quanto stratega, ma per il nostro ordinamento non è possibile
proporre un impeachment; il nostro vetusto e deludente Capo dello Stato dovrebbe
solo dimettersi dopo aver preso definitivamente coscienza d’aver miseramente fallito mettendo questo paese in
mano a dei sopravvissuti senza scrupoli.
E per concludere non
possiamo non sottolineare l’assoluta aleatorietà delle “cosiddette” forze
riformatrici. L’entità Pd vive in un mondo a parte, neanche lì è capace di
trovar requie. E’ talmente rimbambito da miserabili e patetiche lotte intestine
da aver perso qualsiasi contatto con il dato reale. In Italia assistiamo al
primo caso di schizofrenia politica: tutto cominciò da un banale caso di
personalità multiple… quando un’accozzaglia eterogenea di mercenari
democristiani e socialisti allo sbando pensò bene di ripulirsi la faccia
inventando l’antiberlusconismo - anche se di sottecchi gli strizzava l’occhio
compiaciuta e connivente -, ma nessuno avrebbe immaginato che alla fine dei
giochi tutte queste “presenze” arrivassero al punto di assassinarsi a vicenda.
“L’Alieno” Pd si fagocita da solo e male, digerendosi anche peggio; ed è meglio
non sostare nelle immediate vicinanze quando si presenterà il “grande rigurgito
finale”. Quanto lavoro e impegno richiede lo status quo!
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