Quale miglior presupposto per la libertà se non la
consapevolezza? Quale migliore tutela per i cittadini se non un pluralismo di
voci capace di offrire chiunque
uguaglianza di diritti, di possibilità, di espressione e di credo?
Quali migliori strumenti per la realizzazione dell’individuo
se non l’istruzione e il lavoro? conoscenza e indipendenza insomma.
Questi, con ogni probabilità, furono le fondamenta
imprescindibili che diedero vita alla nostra Costituzione.
Dopo un ventennio di fascismo e una guerra che ci vide
non solo perdenti sul piano bellico ma anche su quello etico e civile – anche se con l’armistizio siamo l’unica
nazione che, passando al volo sul carro dei vincitori, sulla carta ha “nominalmente” pareggiato una guerra -, la costituente cercò in ogni modo di
arginare ogni possibile deriva dittatoriale, cultuale e personalistica del
potere politico, cercando di offrire un sistema democratico incentrato sulla
priorità del diritto, anteponendo la tutela del cittadino sopra ogni cosa. Il
diritto a questo punto diventava un muro giuridico invalicabile contro il quale sarebbe andato a sbattere anche il potere. Qualsiasi governo non poteva prescindere dalla tutela de diritti
per realizzarsi. Insomma, chi voleva comandare non poteva non garantire i
diritti costituzionali. Si scelse così una democrazia parlamentare (cosa mai
davvero realizzatasi in toto) con due camere distinte (Parlamento e Senato)
elette dai cittadini – espressioni dirette del pluralismo delle idee, delle
ideologie di tutti - un esecutivo che rispondeva a queste per ogni decisione e
un Presidente della Repubblica “difensore e garante” della Costituzione, figura
solo in apparenza formale e indiretta, ma di fatto una sorta di estrema tutela
e garanzia delle libertà e dei diritti espressi nella carta costituzionale.
Un meccanismo, come scrisse Burke della Costituzione Inglese,
di pesi e contrappesi raffinatissimo, un
orologio perfetto realizzato per bilanciare e misurare diritti e doveri,
garanzie e responsabilità, oneri e poteri.
Ovvio che messo in mano a “barbari” questo meccanismo
non solo è sprecato ma risulta loro eccesivo, complesso da capire, poco semplice,
se non addirittura inutile.
Ora si parla di “semplificazione”… perché i barbari
sono furbi: mica è colpa loro che non ci arrivano a capire? No! E’ il
meccanismo ad essere “difficile”. Gli stessi barbari – accozzaglia di ignoranti
autodefinitasi moderna e al passo coi tempi – ritengono questo sistema lento,
burocratizzante, non adatto alla contemporaneità; anche qui c’è una profonda
furbizia: dopo sessanta anni di leggi e leggine, di norme e note che hanno “soffocato”
i principi costituzionali, sino ad arrivare a leggi ad personam, a
stravolgimenti bestiali dei diritti e dei privilegi - i secondi li hanno spacciati
per primi per generare un mostro che
nessuno nomina ma che possiamo ben battezzare come il “diritto dei privilegiati
al privilegio” -, i barbari hanno ben pensato di attribuire anche in questo
caso la responsabilità alle fondamenta costituzionali e non al loro lento e
inesorabile annegamento in una giurisprudenza indecente propagatasi in modo
endemico negli anni.
Lo stesso presidente della repubblica partecipa e si
rende complice della barbarie: detta tempi e modi, agisce – sotto il vessillo
dell’emergenza – contro la Costituzione che dovrebbe difendere, nominando due
governi a termine, si impone alle
camere, e viene meno al dettame dell’imparzialità favorendo questo o quel
colore di governo, fino a preferire il grigio dell’esecutivo che è attualmente
in carica. Le volontà elettorali, dunque, sono state scavalcate, il potere
delle camere annullato, il pluralismo di voci soffocato, e tutto nel silenzio
generale. Sì… qualche mormorio, qualche lamentela, sempre sussurrata ma mai
dichiarata.
Ma ai Barbari non basta, no! I Barbari vogliono il “presidenzialismo”,
forma indiretta di rappresentanza ricordiamolo; perché quando l’elettore sceglierà
il suo candidato non sceglierà più un’idea, un programma o un insieme di
rappresentanti ma solo un nome, una persona, cioè proprio quello che i padri
costituenti volevano evitare.
La Costituzione Italiana si oppone per sua stessa
natura al personalismo, alla possibilità
che il potere possa cadere nelle mani di un soloindividuo. Accettare il
Presidenzialismo significa annullare la Costituzione di questo paese. Non è
affatto vero quello che dicono i barbari, e cioè che basta modificarla, è
falso! Loro si accingono a stravolgerla, a violentarla, ad umiliarla nel suo
spirito e nelle sue intenzioni. La loro ignoranza e la loro inettitudine saranno causa della definitiva
distruzione delle istanze repubblicane, della democrazia, delle libertà e dei
diritti garantiti. Ne fossero almeno capaci, si potrebbe arginare il danno, ma
siamo davanti a degli inetti, a delle tarme brave solo a rosicchiare, a dei
parassiti capaci solo di ammalare i corpi che abitano fino a farli morire.
Esistono solo due tipi di passato: quello in cui chi
ci ha preceduto è stato migliore di noi e del quale possiamo solo cercare di
essere all’altezza, e quello dove chi è venuto prima è stato solo un pessimo esempio che ha lasciato solo macerie. Ed è troppo facile comprendere quale eredità
ci è toccata in sorte.
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