In Italia non c’è nulla di più affascinante del nulla!
Basta vestirlo di mistero e subito si aprono dibattiti, discussioni, forum
televisivi, interminabili discussioni di sedicenti esperti, qualificati un
quarto d’ora prima da questo o quell’esponente d’area o fazione.
Gli esempi si sprecano, mai tanta inflazione di “niente”
come di questi tempi. Italiani, un
coacervo di soggetti geograficamente compressi che hanno opinioni su tutto tranne
che sul da farsi.
Renzi e Letta ne sono gli esponenti più radicali:
democristiani cavi pronti a contenere istanze trasversali ed inaccettabili, ad
incorporare qualsiasi tipo di opinione surgelata pronta ad essere cucinata in
retorica vuota.
Renzi
lavora di rimessa, perfetto esempio del modulo all’italiana – quello che
sacrifica il gioco pur di ottenere punti. Come un voyerista navigato è in
continua allerta: guarda i movimenti del governo, valuta i suoi punti deboli, i
lati critici, quelli deboli, le incongruenze, le contraddizioni e infine sputa
sentenze ovvie da circolo di briscola. Non ha idee, figuriamoci programmi:
parassita intorno alla vita politica per poi rinfacciarne nei i difetti. Detto in soldoni, si fa bello con
la bruttezza altrui. Neanche pagato lo vedremo sbottonarsi su un abbozzo di
programma, anche perché saremmo costretti a vedere la nudità del nano da circo
che usa come trampoli gli errori degli altri per apparire più alto e imponente.
Non ha idee, non ha opinioni se non quelle che emergono come pedicelli
inaspettati sul viso di chi si gioca davvero la reputazione. Renzi aspetta le
votazioni del parlamento e le dichiarazioni del governo come un giocatore
ossessivo aspetta di guardare le carte
che ha in mano, e la vita reale del Paese è solo una valutazione statistica su
cui tentare il bluff.
Per
Letta la risposta è più semplice ma non meno banale: questo seminarista trovatosi a sinistra per
calcolo – che ha come esempio politico Giulio Andreotti – pur di non lasciare
il paese in mano all’interrogativo del nuovo è disposto a fare patti con demoni
ridicoli, con dannati appoltronati, ipocriti dalla retorica tanto facile quanto
volgare e abominevole, miserrimi senza decenza capaci di subaffittare la propria coscienza
già vergognosamente venduta a questo o a quel satana offshore in pareo.
Renzi
e Letta, così simili e così reazionari, anime beate perché delegano le pene a terzi,
presunte novità masticate. Solo che il primo guasta per curriculum e il secondo
media per sopravvivenza. Mai ruoli così puntuali ed esaurienti: caselle
perfettamente riempite, figure tipiche della tradizione infelice della classe
dirigente di questo paese. Entrambi sono consapevoli che in Italia è inutile il
proselitismo ma essenziale l’aggancio, secondarie le idee e i rinnovamenti ma
indispensabili le zone grigie e gli equilibri. L’abilità consiste nel restare
medi e mediocri, aghi di bilance sfalsate, di bussole rotte a dovere. E in
questo gioco di equilibri patologici ma radicati e tradizionali restano in
limbo fumoso di tedio ed inconsistenza. Non serve avere carattere o personalità, anzi è controproducente… basta
una buona dose di stomaco blindato e ingoiano tutto, usano tutto, accettano
tutto. Condannano le ideologie – oramai macchiate come mali universali – per giustificare la loro assenza di radici e
di tradizioni, il loro essere conservatori e protettori dei poteri forti dal
lato sbagliato, il loro essere uomini di destra in un Partito Democratico senza
identità… ricettacolo di orfani illegittimi di un passato vile e mediocre.
Nessun commento:
Posta un commento