Il
parlamento italiano attraversa furiosi e improvvisi attacchi di stitichezza. A
questo intestino malconcio e nevrotico proprio quando gli si propone una “giusta
regola”, fai capricci e si indispettisce. Il decreto “Liste Pulite” non passa,
il ministro Cancellieri era oramai certa che dopo il passaggio alla commissione
bilancio il decreto sull’incandidabilità avrebbe avuto vita
facile. E invece no, resta fermo lì, sulla scrivania del presidente della
commissione Azzolini del Pdl, il quale ha motivato il tutto affermando che deve
prima occuparsi del pareggio di bilancio: quindi tra scontrini,
pezze d’appoggio, buoni sconto benzina, della lavanderia, dei ristoranti se la
vedrà brutta, e congeda infastidito con uno spocchioso “non lo so” i giornalisti
che gli chiedono se riuscirà risolvere la questione in giornata. Ha tutta la
nostra solidarietà anche perché è il Babbo Natale del Senato.
C’è
anche da dire che esistono due elementi fanno passare in secondo piano il
calcolato attendismo di Azzolini – con ogni probabilità frutto di un ordine “dal
basso” -, e cioè lo stesso decreto e i suoi contenuti: innanzitutto c’è da dire
che è alquanto triste, se non
addirittura sconfortante, che debba esistere un decreto che imponga il semplice
buon senso ai politici. Fare una legge che imponga ai partiti di non candidare
persone condannate è davvero qualcosa che accoltella la decenza alle spalle. Ancora
più indecente è la nostra indifferenza al tutto: un po’ come vedere un
agonizzante per strada e far finta di niente. Essere oramai abituati a tutto ci
rende pericolosamente insensibili.
Il
decreto infine per quanto anelato da molti non risolve in fondo niente:Innanzitutto
la condanna deve essere definitiva e superiore ai due anni per reati tipo:
mafia, terrorismo e “tratta di persone”. Quindi se uno prende un anno e 11 mesi
è ricandidabile, anche se è mafioso e si diletta a tempo perso in commercio di
esseri umani. “Puta caso” la soglia della condanna, sempre definitiva, si alza
di ben due anni per i reati contro la pubblica amministrazione: peculato, aggiotaggio,
reati fiscali, corruzione, concussione, anche lo stalking, e chi più ne ha più
ne metta.
Ma
come? Proprio per la top ten dei reati preferiti dei politici italiani alzate
la soglia di condanna? Quindi se un politico commette un reato contro la
pubblica amministrazione ed ha una condanna inferiore ai quattro anni può
essere ricandidato e messo nelle liste? Così Fiorito rischia di diventare
Presidente della Repubblica … Batman for president! Merendina?
P.S.
Lo hobbitt in foto è il presidente della commissione bilancio del Senato Azzolini, (fortemente provato dal duro lavoro che compie)
è purtroppo vero che siamo indifferenti a tutto. ma ci hanno fatto assuefare i nostri integerrimi politici. e poi di cosa ci dobbiamo indignare se poi fanno sempre e comunque il loro comodo?
RispondiEliminaresensibilizzarci. La nostra assuefazione genera indifferenza e sulla nostra indifferenza loro ci lavorano di fino. Credo che risensibilizzarci sia l'unica soluzione. Proprio per evitare che mettan su casa - abusivamente - sulla nostra dignità.
RispondiElimina