In cima all'angolo formato da Rue d’Abukir e Boulevard de la Bonne Nouvelle c’é
una piccola mansarda che affaccia le sue chiare vetrate sul prestigioso
Boulevard de Strasbourg. I due si lasciavano colorare i corpi dal viola della
sera. Lei, bianca come una perla, i
capelli scuri e selvaggi e gli occhi nocciola, sorrideva vezzosa allo specchio:
si scompigliava tutta lasciandosi scivolare capelli davanti agli occhi pronunciando
smorfie deliziose con la sua bocca di ciliegia: “Passami la tua camicia, non mi
va di vestirmi adesso!” esclamò con imperiosa tenerezza a lui che la guardava
incantato e silenzioso. “Ecco!, così va bene! mi piace arricciare le maniche
larghe e rovinarti la stiratura, anche se c’è poco da salvare all'ordine in
questa stanza, compreso questo cencio!” E intanto camminava tra la stanza e la
cucina sgambettando avanti e indietro: “Vuoi un po’ d’acqua? Io ho una sete
tremenda…!” Lui assentì e iniziò a leggere il giornale del giorno prima con la
curiosità di chi sarebbe rimasto indifferente anche alla fine del mondo – perché interessarsi del mondo se i confini del
loro universo erano segnati dai muri di quella soffitta?
Lei tornò armata di un vassoio con sopra un bicchiere e una
bottiglia mentre stringeva tra i denti una mela, e, non potendo parlare,
occhieggiava bofonchiando sulle punte dei piedi cercando di far c apire a lui che forse era meglio che le desse una
mano, altrimenti tutto sarebbe rovinato sul letto . Ma grazie ai due eroi non
ci furono disastri! Tutto ero era salvo!E allora lei si diresse alla finestra, si
appoggiò con la testa alla parete e, guardando fuori, dava piccoli morsi alla
sua mela.”Cosa leggi?” chiese lei. “Cose inutili”, rispose lui : “e tu, cosa
guardi?” riprese l’uomo: “Quello che leggi!” disse lei sorridendo.
“Ora ti faccio una domanda seria”, esclamò la ragazza
saltando con le ginocchia sul letto e guardandolo dritto in faccia!“Dimmi tutto
begli occhi”, rispose lui appallottolando il giornale e lanciandoselo alle
spalle: “Hai mai picchiato una donna? Sii sincero!” L’uomo rimase stupito a quella
domanda improvvisa, la sua faccia si fece seria e replicò: “ma scherzi? Mai
picchiato una donna in vita mia”; poi gli occhi di lui si addolcirono facendosi
sorridenti e le sussurrò: “ho sempre
pagato qualcun altro per farlo al posto mio!”
“Imbecille! Sono seria”, riprese lei mascherando un sorriso,
“allora?, rispondi!”, continuò la donna aggiustandogli delicatamente i capelli.
“Certo che no!” Non sta né in cielo e né in terra. Perché me lo domandi?
Qualcuno ti fatto del male?” Rispose lui accarezzandole il viso. “Si, una
volta, un vero stronzo! Ma subito lo cacciai di casa e l’ho anche denunciato,
ma è finita lì. Buoni i gendarmi, te li raccomando! Anche se mi avessero
trovato morta non avrebbero fatto una grinza
e si sarebbero detti tra loro che me l’ero cercata!” Le parole di lei
non nascondevano timore, tantomeno spavento, anche se ammise che in quei
momenti era tanto terrorizzata quanto piena di rancore e odio. Ma quell’esperienza
era ormai alle sue spalle, ne parlava come se fosse stata digerita e superata.
Anzi, era orgogliosa sottolineare la sua pronta e decisa reazione e di come
adesso era in grado di tenere a bada tutti quegli “insetti inutili” – così li
chiamava – che spesso le ronzavano intorno.
“Era una persona a cui tenevi, che ti ha deluso… lo amavi?”
A queste parole dell’uomo, lei trasalì, saltò fuori dal letto con la faccia
pensosa, si legò i capelli e disse con voce sicura: Amore? Credi davvero che
con il mestiere del faccio sia in grado di riconoscerlo? Questa casa è come
l’antro di una sibilla, un tempio, una chiesa. Qui tutti si scorticano la
lingua di preghiere, di amore folle e complimenti, mi innalzano su un
piedistallo, mi giurano amore eterno, e poi quando escono da quella porta io
resto sola sul mio altare. Santi e puttane sono trattati allo stesso modo! Li
mettiamo in un posto sicuro e chiuso, sacro e lontano dal mondo per poi andarsi
poi a sfogare solo quando la vita ci tortura o ci annoia! L’amore? lascia che
ti dica qualcosa sull’amore, bello il mio ipocrita.” Tutti vi riempite le
bocche di parole, ma voi, come me, non sapete nemmeno dove sta di casa l’amore!
Quanti uomini che non mi conoscevano si sono fatti prendere dal “colpo di
fulmine” e poi quando hanno saputo come mi guadagnavo da vivere il loro amore a
prima vista diventava “incontro settimanale”. E Voi? Voi credete si essere
diversi? Voi che dite che l’amore a prima vista esiste? Ma per favore! Proprio
tu mio bell ipocrita, credi di essere diverso da me? Dimmi un po’, quante donne
hanno detto di amarti? Due? cinque? dieci? Di più? Quante ti hanno detto che
hanno provato per te qualcosa dal primo momento in cui ti hanno visto? E poi?
Dov’è finito il loro “amore a prima vista?”, dove è andato a finire il loro non
riuscire a resisterti? Ti dicono che si è consumato, sfumato. Che tutto
finisce! Ma come può finire qualcosa che non è mai cominciato? Tutta la loro
frenesia iniziale non la provocavi tu. No! mio caro, ma le loro aspettative, le
loro speranze, il loro credere che tu potessi dar loro quello che volevano e
non ciò che tu eri! Non ti sentire mai inorgoglito se fai innamorare qualcuno,
perché non è la tua anima a farli perdere, e come possono? nessuno ha più la
pazienza di scavare dentro gli altri. Ma si innamorano di quello che credono di
te, nella possibilità che tu possa esaudire i loro desideri, realizzare le loro
speranze, i loro sogni! Amate per batter c assa
mio caro! ed io… che ho fatto di tutto questo un mestiere posso solo dire che
non sono ipocrita come te, come quelli che mi giurano amore eterno su quel
letto e poi quando li incrocio in quella stramaledettissima strada fanno finta
di non conoscermi! E proprio uno di questi innamoratissimi ipocriti ebbe la
signorile idea di prendermi a schiaffi!
Non parlare mai più di amore in questa casa perché qui lui è
libero di soffiare, di andare dove vuole, di far muovere quelle candele, di far
vibrare le tende di quella finestra, di scompaginare le lenzuola di questo
letto, perché qui – te lo ripeto per l’ultima volta – l’amore è libero di fare
quello che gli pare e io così lo voglio! Hai capito?”
Ecco, mi hai rovinato la serata! Io che avevo deciso di
prendermi un po’ di vacanze con te, di sorridere senza sforzarmi di essere
“accogliente”… , io che avevo deciso di godermela un po’ con uno che mi
piaceva!
Che hai scritto oggi in quell’aggeggio infernale? No! non mi
interessa! Volevi Parigi? Ecco la tua Parigi ! Sono io! In
confronto a me la Tour
Eiffel è uno scheletro addobbato come un albero di Natale!
Cosa sono i giardini de la Tuileries, la Senna e suoi ponti, il Luxembourg. il
Pantheon e le Sacre Cœur in confronto al mio corpo? Eh?
Pietre, acqua e piante tesoro mio! pietre, acqua e piante!“
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