La De Girolamo si è
dimessa dalla guida un ministero abrogato in un referendum nel 1993! Poco male;
in fondo Nunzia stava alle Politiche Agricole come la Monsanto sta al biologico
equo e solidale.
L’oramai ex ministro ha
dato però prova di coerenza: nonostante non risulti sotto inchiesta si è
dimessa, evento che per una berlusconiana ha dell’epocale. Ma a rimettere tutto
a posto ci pensa Renzi, il quale (“tomo tomo, cacchio cacchio”) mantiene nella
sua segreteria l’inquisito Faraone nonché il doppio incarico di sindaco
fantasma e di pernicioso segretario “bipolare” del Pd.
Come sono cambiate le cose dopo l’avvento di
Fonzie. La novità Renzi riesce a far sembrare rivoluzionaria persino la De
Girolamo… e ce ne vuole! Meglio di Silvan!
Ma le dimissioni del
ministro hanno contribuito a far traballare ancora di più le larghe
intese. Letta sta perdendo troppi pezzi per strada: tra un po’ lo vedremo
salire al Quirinale per rassegnare le dimissioni con addosso solo il batacchio
del campanello di palazzo Chigi - e non osiamo immaginare dove potrebbe riporre
l’ammennicolo in mancanza di una tasca.
Enrico è depresso,
aveva già prenotato un panettone artigianale per il prossimo Natale e – purtroppo
- non è rimborsabile. La verità è che gli vogliono far fare la fine delle
mutande del Cota: trasformarlo in qualcosa di verde e intoccabile – e già il
suo colorito naturale non lo aiuta. Annaspa cercando di resistere in tutti i
modi ma il vuoto attorno si allarga sempre più. Renzi gioca con lui come il gatto
col topo mentre il vecchio leone spelacchiato Berlusconi si diverte a guardarli
col suo giudice di sorveglianza – il cavaliere è pigro, dobbiamo capirlo… ha
un’età, quindi preferirebbe inghiottirli già lavorati.
Tra un po’ nessuno si
ricorderà più di Letta, neanche la cortigiana Alfano. Possiamo star certi che
Angelino dimenticherà presto che Enrico, con un discorso vergognoso alle
camere, gli blindò la poltrona dopo l’affaire Shalabayeva, e da qui a poco
fingerà di non vederlo quando lo incrocerà nei corridoi.
Questa è la dura vita
della politica italiana: oggi credi di avere le palle d’acciaio e domani scopri
che era solo un’ipertrofia prostatica!
Ma Enrico non si
arrende. Emaciato ma tenace, il nostro eroe tenta di trincerare l’esecutivo dalle
bordate della tetra coppia dell’italicum ripescando dalla soffitta la chimera
di una legge sul conflitto di interessi. Ma nessuno ha detto ad Enrico che
arriva con quattro lustri di ritardo? E se proprio vogliamo dirla tutta
basta ricordare al canonico che una legge che regolamenta il conflitto di
interessi esiste dal lontano 1957 ma - chissà perché - è stata sempre e
sistematicamente ignorata.
Arrivati a questo punto
sarebbe forse più utile parlare di “conflitto di decenza”. Infatti con una
bella legge che argini l’indecenza politica eviteremmo che un pregiudicato
corruttore di minorenni imponga a questo già disastrato paese una legge
elettorale realizzata con la complicità di una mina vagante – pericolosamente caricata
di mortale logorrea e di pruriginosa retorica - che al massimo dovrebbe giocare
a CityVille su Facebook!
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