Il governo incassa la
fiducia sulla legge di Stabilità incurante di ciò che accade fuori. Tutto
questo non sarebbe una novità – visto che non tenere in alcun conto delle reali esigenze del paese è una prassi consolidata per i nostri rappresentanti – se non fosse per
il trascurabile particolare che in circa venti città presidi di protestanti
stanno paralizzando il paese.
Nel discorso per
ottenere la fiducia Letta non si è limitato come sempre a “letteggiare”,
infatti minacciato dall’imporsi di fonzie nel suo partito ha iniziato
addirittura a “renzeggiare”. Ha anche tentato di aggiustare l’Ipod di Alfano
con un cazzotto, ma – purtroppo per il vice premier - non era un Juke Box! Le
parole del presidente del consiglio non sono state avare di dozzinale retorica
senza senso. Letta non ha lesinato nel descriversi come un martire della
legalità e del progresso che ha tutti contro, dalla piazza all’informazione
passando per i pentastellati: questo infaticabile Sisifo di Stato si è definito
un lottatore disposto a combattere “come
un leone” per una ripresa (dice lui) che è “a portata di mano” e ha chiesto la
fiducia alla Camera in nome di un “nuovo inizio” per il paese.
Questo sacerdote della
Nuova Era non aveva in fondo tutta questa necessità di buttarla sul drammatico,
la fiducia era quasi certa, ma il copione che si era scritto lo faceva tanto “padre
della patria…” e ha voluto tentare il colpaccio della sceneggiata. Però il
“presidentello” non ha fatto i conti con l’inesorabile realtà, realtà che
puntualmente nega in modo patologico, e il suo discorso ha preso un’inevitabile
piega tragicomica sfociando in una scontata caciara! A quel punto Letta, preso
da un’incontenibile fregola istituzionale, ha iniziato a prendersela con Grillo
e suoi, definendoli dei sobillatori antidemocratici e ha attaccato direttamente
il pentastellato Nuti che aveva accusato il democratico Faraone di farsela con
i pregiudicati dopo di che non si è capito più niente! Insulti, minacce, ladro
qui, troia là… e una serie non ben precisata di “ti aspetto fuori” a condire il
tutto.
Come al solito i
grillini imboccano sempre le strade più impervie per le loro battaglie: c’era
bisogno di scomodare la notizia di una cena tra un pregiudicato e Faraone per
dire che ci sono connivenze sospette in politica? Ma se tutto il parlamento
pullula di pregiudicati? Sembra stiano tutti lì… l’indulto non solo è stato già
fatto ma ai detenuti gli è stato anche già trovato un “umile ma dignitoso”
lavoro nella pubblica amministrazione: posto statale, stipendio adeguato,
orario flessibile – anzi flebile -, rimborsi spese -anche per l’intimo-, ferie
pagate, buoni pasto, contributi celeri ed eccedenti, auto aziendale e “nipotina
di supporto” nelle trasferte! Certo, c’è l’annosa e logorante fatica di pigiare
un bottoncino di tanto in tanto, ma a richiesta, questi braccianti dello stato, hanno anche la cremina all’artiglio del
diavolo per evitare l’artrosi alle loro manine sante. Se proprio vogliamo dirla
tutta lo stesso governo di larghe intese si è fatto dettare l’agenda per mesi
da un pregiudicato e per giunta assenteista; quindi quale grossa novità ci ha
rivelato Nuti? E perché il canonico se l’è presa tanto se per sua stessa
ammissione ha avuto per anni Andreotti in casa (anche sottoforma di icona da
evocare con una messa nera), e se in coppia con lo zio ha bazzicato e governato
alla luce del sole con un delinquente abituale? A meno che il boss Silvio non
patisse di una fastidiosissima uveite.
Ma dopo tanto inutile
scompiglio la legge di stabilità è stata comunque approvata ed ora il
“movimento dei forconi” punta su Roma! Le istituzioni minimizzano sperando che
l’inverno fermi i manifestanti, ma purtroppo per loro non marciano su Mosca, e
questa volta sono incazzati di brutto! La macchina del fango, congiuntamente a
quella della censura, tentano di porre un argine ad un fenomeno che si
prospetta incontrollabile, ma fino a quando?
A proteggere la nazione
da questi “criminali anarchici senza pietà” ci pensa il nostro ministro degli
Interni. Alfano, incurante della sua faccia, ha virilmente dichiarato: “non
avremo remore nel reprimere i delinquenti!” Grande Alfano! Un vero maschio! Lui
odia i delinquenti, quelli che strumentalizzano il disagio della gente per fini
criminosi e illegali, e fa bene! Bravo! Ma una domanda sorge spontanea: perché
non è stato così “maschio” quando doveva “reprimere” il delinquente Silvio?
Stando ad una sentenza della cassazione anche il pregiudicato Berlusconi ha
usato il disagio di tutti per fini illegali, anche il cavaliere ha sguazzato
nella delinquenza come Paperone nella sua cassaforte! Cosa c’è di tanto
differente? E’ vero, Berlusconi non ha messo a ferro e fuoco le città, si è
solo limitato a rincoglionirle e a vampirizzarle fino all’osso per vent’anni
con la connivenza di tutti. In effetti sono due cose diverse e purtroppo dobbiamo
dar ragione al “meno maschio” Alfano. Berlusconi sarà anche un criminale ma è
un professionista: ha saputo depistare lasciando false tracce e aveva pali e complici
un po’ ovunque! Ha fatto un lavoro pulito bisogna dargliene atto!
E proprio Berlusconi è
la new entry nel movimento dei Forconi. Silvio si è dichiarato vicino ai
manifestanti e vuole incontrarli. Quell’uomo è disposto a tutto per non uscire
di scena, è incredibile! Ho visto malattie infettive fulminanti meno ostinate!
Ma cosa aspettarci da chi è stato tutto? Se Berlusconi è stato casalinga,
operaio, contadino, muratore, terremotato, palo da lap dance, suora, monaco,
protettore di minorenni egizie e madre coraggio di certo sarà stato anche
Forcone!
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