“Non
è che abbiamo fatto una cazzata con queste dimissioni di massa?”
Con questo fine interrogativo, profondo e pregno di significati, Berlusconi
stamani ha espresso i suoi dubbi. Nell’ascoltare queste parole il suo preparatissimo entourage, impegnato a
scroccare un pranzo, dopo un breve istante di “pausa rigurgito” non si è per
nulla scoraggiato e ha continuato a strafogare imperterrito. Brunetta e
Schifani seguono ancora la linea del
“colpo di Stato” e si accingono a far firmare ai loro parlamentari fogli in
bianco sui quali verranno in seguito redatte le dimissioni. Razzi all’inizio ha
tentennato – ha ancora un mutuo aperto - ma ha denti stretti accetta
dichiarando in abruzzese stretto: “Lu ruecche fa gna vo’ e lu povere gna po’” (Il
ricco fa come vuole ed il povero come può), anche se aggiunge una postilla “stonacando” a due mani la pagina intonsa:
“Silvio
penza anghe ai cazzi miei” – lui la preposizione “in calce perfavore”
la intende così!
Minzolini - visto
l’andazzo - ha fatto richiesta per esser reintegrato in Rai… ma gli è stata
data questa risposta: “raccomandare è umano … perseverare è Minzolini!”
Napolitano è sgomento e
avvilito… ha annullato tutte le visite e le uscite pubbliche, e nelle stanze
del Quirinale si vocifera che mediti le dimissioni. In fondo l’aveva detto, e
forse sarebbe l’unico gesto coerente che vedremo all’epilogo di tutto questo
manicomio. Il Presidente della Repubblica non è certo scevro da responsabilità,
forse, prima ancora che politiche… storiche; immaginare un governo di coesione
nazionale con certa gente oramai alla disperazione era un po’ come chiedere ad
Hannibal Lecter di diventare vegano mentre gli veniva servito il secondo.
Berlusconi appena sente la parola “Responsabilità” mica pensa al bene del
Paese? Quello tutto nervoso corre a controllare la cassetta della posta per
vedere se gli è arrivato un avviso di garanzia. Eh su! Non ci prendiamo in
giro!
Caro Presidente, anche
Letta ci ha marciato… e non poco: ha cercato inutilmente di farsi un nome e una
credibilità rosicchiando alle spalle di un governo voluto da lei e nato già
agonizzante. Appena questa tetra alleanza si è formata subito si è premurata di
lasciare in fondo alla lista delle urgenze una nuova legge elettorale per non
tornare alle urne; non è stata in grado di realizzare nulla procrastinando
tutto. Anche se Enrico Letta, con la sua
ultima dichiarazione, dimostra sempre più di essere un politico di razza;
infatti ha dichiarato dagli Usa che il Pdl ha umiliato l’Italia, scaricando
tutte le colpe ai sui suoi alleati. Ma come? Solo qualche mese fa rideva con
suo amico Alfano in parlamento, addirittura lo ha difeso sul caso Shalabayeva
dichiarando - senza vergogna - che il suo amichetto ministro degli Interni non
sapeva nulla di un’operazione di rimpatrio forzato verso una dittatura dell’est
di una madre e di sua figlia, e adesso vuole farci credere che è solo il
partito di Berlusconi ad averci umiliato? Non è forse stata un’alleanza
assurda? Il voler credere che sarebbe potuto nascere qualcosa di buono facendo comunella
con il partito di un plurinquisito, condannato in cassazione per frode fiscale
e con altri processi a carico? Ora davvero Letta vuole che crediamo che sia solo
colpa del Pdl? Ammettendo che in Italia esista “davvero” bipartitismo?
Non importa se adesso l’offeso
Enrico fa l’orgoglioso mentre il caciarone Silvio aggiunge una favolosa “new entry”
pronta a scalare la superclassifica del sue cazzate, il danno è fatto da aprile,
dalla rielezione di Napolitano, dall’annuncio delle larghe intese, volute e sostenute
da tutti: da Renzi – che ora nega tutto – a Berlusconi, dall’ Unione Europea a Monti,
da Draghi a Scilipoti. Questo è stato il
vero “Colpo di Stato”.
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