Berlusconi
è un perseguitato! Ha tutto e tutti contro e la condanna in primo grado nel
processo Ruby a sette anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai
pubblici uffici è solo l’ultimo capitolo di un’operazione politico-giudiziaria
ordita per eliminarlo dalla vita politica del paese.
Bisogna
essere obiettivi e onesti: da quando è entrato in politica non ha avuto un solo
istante di pace… è stato accusato di ogni cosa: associazione a delinquere,
abuso in atti di ufficio, prossimità e connivenza con la criminalità
organizzata, corruzione, evasione fiscale, abuso di potere, falso in bilancio,
favoreggiamento della prostituzione – minorile oltretutto – e concussione.
Insomma Berlusconi ha bazzicato trasversalmente, e con estrema nonchalance, sia
il codice civile che quello penale senza contare reati istituzionali commessi a
causa dell’ultima condanna, eh già! Non dimentichiamo che Silvio screditò un
intero parlamento nel dichiarare il falso. Infatti dobbiamo ricordare che nella
notte del 27 maggio 2010 ben 314 deputati dichiararono – attraverso il loro
voto - che l’allora minore Karima El Mahroug (detta Ruby) era effettivamente la
nipote di Mubarak e che le sette telefonate di Berlusconi alla questura di
Milano furono solo un atto diplomatico… una cortesia “istituzionale” del nostro
primo ministro al presidente egiziano. Ora questo “abuso di potere” da parte di
Berlusconi passa in secondo piano rispetto alla rumorosa perniciosità dei reati
sessuali ascrittigli ma a ben vedere già solo questa motivazione basterebbe per
una condanna e l’interdizione perpetua dalla vita pubblica: il politico
investito del potere più alto e dalle responsabilità maggiori di questo Paese fa
scempio del proprio ruolo e utilizza la sua stessa carica – ottenuta col
consenso popolare - per coprire un
illecito, un illecito di natura personale e penalmente perseguibile. Solo
rammentando questo episodio possiamo capire quanto fosse precario, ricattabile
e inficiato il presidente Silvio Berlusconi : in primo luogo a causa della vita
personale del suo primo ministro un intero esecutivo era alla mercé dei
capricci di giovani donne – tra cui una minorenne – che sbarcavano il lunario -
anche piuttosto bene - offrendo “compagnia” in cambio di generosi “regali”, e
le telefonate de Presidente del Consiglio alla questura di Milano sono lì a provarlo.
Da ciò si deduce che il suddetto primo ministro, sempre a causa di queste
giovani donne, si trovava “costretto” ad anteporre le proprie vicissitudini
personali alle responsabilità istituzionali, addirittura dichiara il falso in
sede parlamentare inducendo ben 314 “onorevoli” ad avallare e ratificare una
specchiata menzogna presentandola poi davanti alla “Corte Costituzionale”. E’ evidente dunque che non si tratta del
semplice e classico “non è così come sembra” esclamato dal marito infedele
colto in fragrante adulterio, perché in questo caso le scelte intime –
discutibili o meno – del Presidente Berlusconi non hanno coinvolto solo la sua
sfera personale, o familiare, ma tutte le istituzioni e la vita politica di
questo Paese, oltretutto delegittimandole. Basterebbe una sola domanda ad
inchiodare già solo storicamente Berlusconi: come sarebbe stata la vita
politica di questa nazione se tutto questo non fosse accaduto? Cosa avremmo
potuto e si sarebbe potuto realizzare se le vicende personali di un solo
individuo non avessero scavalcato a piè pari e senza vergogna le esigenze di un’intera
nazione? Quindi non solo responsabilità civili, penali e politiche ma anche
storiche; ovviamente escludo quelle intime e personali che ricadono nel libero
arbitrio e nella morale soggettiva: infatti queste sono solo un fattore
marginale in sede di giudizio, anche se bisogna pur riconoscere che restano alla
base di tutte queste conseguenze, ben più gravi e incisive, sulla vita del
Paese. Ne consegue dunque che tutti gli appelli sulla libertà delle scelte
intime di Berlusconi perorati dai vari detrattori retribuiti Ferrara, Feltri,
Sallusti e Belpietro sono surrettizie e tutt’altro che valide, lo sarebbero state
se l’allore presidente del Consiglio avesse tenuto separate la propria vita intima
da quella istituzionale, se la sue generose attenzioni verso giovani fanciulle non
avessero sconfinato sino al punto di
condizionare decisioni politiche ed istituzionali, e lo stesso ruolo di
presidente del Consiglio. Berlusconi era ricattato dalla sua stessa vita: non è
stato in grado di arginare e isolare le scelte personali da quelle politiche:
ha esercitato il suo potere innanzitutto sui dirigenti della questura di Milano
e, come se non bastasse, sul Parlamento di questo paese, ha indotto inoltre non
solo cittadini comuni ma anche esponenti politici, deputati, senatori e
ministri della Repubblica Italiana a dichiarare il falso.
Nonostante
tutto Berlusconi resta un perseguitato. Da vent’anni il cavaliere è oggetto di
violenti attacchi istituzionali e giuridici, è una vittima “inerme” della
magistratura.
Anche
in questo caso mi permetto una tanto evidente quanto poco sottolineata
osservazione: questo indifeso “martire della libertà”, perseguitato da tutti i
giudici, ha fatto il bello e cattivo tempo per vent’anni in questo paese. Silvio Berlusconi è entrato in politica in
evidente conflitto di interessi, ha condizionato mediaticamente le scelte
politiche e sociali della nazione, è stato eletto più volte Presidente del
Consiglio, è stato sempre seduto negli scranni del Parlamento, è stato sempre
protetto, e non solo dal suo partito ma da tutta la classe politica, si è
potuto permettere di modificare le leggi di questa Repubblica a sua favore e
per il proprio tornaconto, attraverso artifizi istituzionali e temporali ha
fatto sì che molti dei reati ascrittigli cadessero in prescrizione, anche se
dopo si è premurato di “depenalizzare” – guarda caso – proprio quei capi di
accusa che lo vedevano coinvolto - giusto per esser sicuri. In poche parole a
questa “povera vittima” le è stato permesso tutto, ha potuto fare tutto.
Berlusconi ha spadroneggiato per due decenni infischiandosene letteralmente
degli ordinamenti che regolano questo paese con il placet e la benedizione di
tutti i politici italiani. Signori miei se Silvio Berlusconi non è l’archetipo
più evidente e il simbolo di tutte le vittime e di tutti i perseguitati chi può esserlo? Mettetevi una mano sul cuore!
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