In
Italia, come in ogni paese almeno in odore di Democrazia, esiste la presunzione
di innocenza: in pratica chiunque sia oggetto di indagini e processi è ritenuto
innocente sino ad eventuale condanna definitiva, e tale norma – regolata dall’articolo
27 della Costituzione, prevede che l’inquisito sia da ritenersi innocente per
tutti e tre i gradi di giudizio, fino alla Cassazione insomma. L’Italia dunque
è garantista, non c’è la Stasi
della Germania est che incarcerava persone senza che queste fossero a conoscenza
dei propri capi d’accusa – ammesso che ve ne fossero. Nessun K. Del Processo di
Kafka dunque.
Ma
l’Italia, come troppo frequentemente accade, ha vestito questo principio -
legittimo e sacrosanto - col costume
miserrimo del grottesco.
Ieri
mattina, in una trasmissione su la7, Renato Brunetta – questo minipony
impazzito della politica italiana – si è appellato a questo principio per
difendere Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’economia, parlamentare
italiano sino al gennaio 2012, e ancor prima coordinatore del Pdl in Campania
inquisito in due processi per concorso in associazione mafiosa: il primo per la
gestione dei rifiuti nel casertano, il secondo per finanziamenti illeciti ad
imprese che erano “diretta espressione della criminalità organizzata”, come si
legge nei capi d’accusa nei confronti dell’ ex “onorevole”.
Il
politico campano ieri però si è un po’ piccato… infatti ha presentato il suo
nome per candidarsi nelle liste del Pdl in vista delle prossime elezioni di
febbraio e ha ricevuto un no – non tanto secco bisogna dire, piuttosto
rammaricato e frutto di una delle famose notti insonni del Cavaliere in tanga
leopardato. Cosentino ha visto questa scelta come un abbandono, un ingiustizia e signorilmente, in una conferenza stampa, sostenuto da una claque tanto
smaccata quanto inquietante che lo applaudiva a scena aperta, si è detto
vittima di una magistratura iniqua e dittatoriale che lo perseguita, non
nascondendo una strisciante volontà di rivalsa e perché no di “onorevole
vendetta” anche verso i suoi ex alleati politici.
C’è
da dire che nei confronti del “trombato” per cause di forza
maggiore” da Berlusconi ci sono due mandati per gli arresti domiciliari a fini
cautelativi già emessi ma, Dio solo sa il perché, non effettivi; difatti Nick
'o 'mericano, come viene simpaticamente soprannominato, è libero di presentare
la propria candidatura, vedersela rifiutare, incazzarsi per questo e –
ciliegina sulla torta – indire una conferenza stampa – dove il pubblico è
composto da parenti, amici, dagli amici degli amici, e dagli amici degli amici
di “amici” - per manifestare il proprio disappunto. Ha ragione Cosentino! Sì… in Italia la
magistratura è una dittatura che impedisce alle persone di essere libere. Comanda
tutto lei: infatti Silvio Berlusconi che ha una condanna definitiva in primo
grado per corruzione e altri due processi aperti, il caso Ruby e Unipol, può
presentare una lista di deputati e senatori, essere il capo di un partito,
ambire alla presidenza del Consiglio per l’ennesima volta, andare in
televisione e definirsi vittima dei giudici. Se non è persecuzione questa signori
miei! Veramente non solo è l’unto dal signore ma l’agnello sacrificale della
magistratura; infatti l’unzione è avvenuta con d’olio extravergine e
spennellatura di rosmarino per cucinarlo a puntino, altrimenti non ha sapore. Ma
purtroppo i magistrati dovranno metterlo nel freezer e tenerselo crudo ancora
un po’ visto che tutti i suoi processi slitteranno a sin dopo le elezioni con
la speranza che vada a male di suo.
Cosentino
in fondo non è diverso dal suo ex Presidente, non solo per comportamento ma
anche per promesse non mantenute. Dopo essere stato inquisito – ricordiamo per
associazione mafiosa - si appellò all’immunità parlamentare e non gli fu
concessa per soli sei voti, quelli dei radicali. Prima del voto Cosentino promise
che in caso di parere negativo si sarebbe allontanato dalla vita politica
definitivamente… ma il suo senso del dovere nei confronti dello Stato, di
giustizia sociale, di responsabilità civile non gli han fatto mantenere la
parola. E queste sono esattamente le parole di Silvio – il torello dell’olgiata
– il quale desidererebbe infinitamente costruire ospedali per bambini, fare
opere di carità a minorenni depresse perché tutte nipoti non-riconosciute di
Capi di Stato crudeli che le abbandonano in Italia. Lui vorrebbe tantissimo
abbandonare tutto e potersi dedicare alla diffusione del Viagra nel mondo,
mentre Apicella mette in musica le elegie di Bondi, ma non può… l’Italia ha
ancora bisogno di lui, anche dopo che sarà criogenizzato, perché senza di lui
si corre il rischio di diventare un paese decente e questo l’Italia non se lo
può permettere.
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