Il
governo lavora anche di sottecchi: mentre si effettuano tagli con l’ascia
dappertutto nell’ambito pubblico l’attuale Ministro della Difesa Di Paola
- ex capo di Stato Maggiore della Difesa
e successivamente presidente del comitato generale della Nato – avrà invece a dispostone
per il 2013 la modica cifra di un miliardo di euro e rotti per acquistare nuovi
giocattoli per poi farsi fare delle miniature e giocarci sulla sua scrivania
con la mappa del Risiko.
Con
una veloce legge delega si sono decisi stanziamenti enormi per il prossimo
triennio, il lavoretto è stato fatto con
enorme celerità per evitare due semplici cose: innanzitutto la delega di
urgenza permette di bypassare molti iter parlamentari e in secondo luogo la
celerità garantisce che lo scempio si attui prima dello scioglimento delle
camere in vista delle nuove elezioni. La cifra complessiva di questa legge “sorcio
guerrigliera” è all’incirca di un miliardo e mezzo di euro: cifra che è stata
rosicchiata dai tagli che verranno fatti dal ddl di stabilità. La cosa diventa
ancora più bieca e penosa se pensiamo solo all’ uscita allarmata di Monti di
solo tre giorni fa sulla Sanità pubblica: Da buon padre di famiglia - ma
ansiogeno – avverte che i costi della Sanità col tempo potrebbero diventare
insostenibili e quindi bisogna cercare forme integrative di finanziamento. Tutto
vero Mariotto, ma allora perché fai una legge delega per il riarmo e la riforma
delle forze armate? Perché il Ministro della difesa Ammiraglio di Paola ha
disponibilità e poteri di azione molto più ampli rispetto a tutti gli altri
comparti pubblici? Perché la riforma previdenziale e retributiva delle forze
armate è diluita in un lasso di tempo lungo – in tre anni e in modi e
circostanze non chiare e tutti in mano al ministero della Difesa – permettendo così
alle forze armate di aumentare del 5,3% le proprie entrate mentre tutti tutto
il resto del pubblico – comprese istruzione e sanità – è costretto a pagare la crisi con tagli
inaccettabili?
Come
ciliegina sulla torta il questo DE-CRETINO celere celere impone anche un extra
alle autonomie locali in caso di intervento delle forze armate: in pratica –
Dio non voglia –, se dovesse presentarsi una calamità naturale l’azione di
emergenza dell’esercito in termini di costi graverebbe totalmente sulle casse
del comune o della regione in cui ha agito. Quindi le realtà locali pagano il
servizio che le “loro” forze armate sono “costituzionalmente” tenute a “garantire”!
Inutile
sono state le proteste e la denunce pubbliche di organismi come la Rete del Disarmo che hanno
diffuso questo scandalo istituzionale opportunamente deciso nello sgabuzzino
della Presidenza del Consiglio e tirato fuori dal cilindro del Governo a giochi
fatti!
Ma
in fondo bisogna capirli, è brava gente… volete mettere che non abbiamo di ché
curarci e come istruirci però un imponente F35 ci svolazza in testa – non sapendo
se la carlinga regge – per proteggerci?
Poi
l’Italia è solo ottava tra i grandi esportatori di armi, mica vogliamo perdere
la gara nel portare armi in giro per il mondo e violare così i più elementari
ed essenziali diritti dell’Uomo?
Caro
Monti, a me sarebbe piaciuto – ma ancora lo pretendo – un capo del Governo che,
invece di allarmare le piazze terrorizzando la sua Nazione annunciando che non
ci sono soldi per curarsi pubblicamente, avesse annunciato fiero e contento:
Cari Italiani, abbiamo preso i soldi dalle Forze Armate avendo rinunciato al
riarmo, perché in fondo… che cazzo ce ne facciamo di caccia e missili? Allora
sì che sarebbe stato un gran signore! L’abito non fa lo statista. Ma è colpa
mia… ho letto Erasmo, lei sicuramente no!
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