Ieri,
intorno alla mezzanotte, mi appropinquavo ad addormentarmi quando ad un tratto
mi si amplificano gli aggiornamenti su Twitter. Avendo pochi follows politici e
non capendo cosa stesse accadendo riesco a guadagnarmi una notte di sonno
serena grazie alla mia ignoranza. Ma stamani avendo avuto notizia dell’accaduto
ho pensato seriamente di iniziare Santo Stefano affogandolo nell’alcool.
Mario
Monti dal suo profilo apre la campagna elettorale con questo twitt: “Insieme abbiamo salvato l’Italia dal
disastro. Ora va rinnovata la politica. Lamentarsi non serve, spendersi si.
Saliamo in politica.”
Prima
di avventurarmi in un’esegesi del testo, a mo di preambolo, vorrei spendere
qualche parola per i “curatori di immagine” del senatore a vita Mario Monti: onestamente
non so quali grandiosi cervelli si occupino delle comunicazioni di Monti ma di
certo posso dedurre le loro opinioni più recondite. Di certo non sono persone
laiche, inteso nel senso più ampio del termine, senza alcuna cura dell’opinione
altrui – certi di dire una verità insindacabile – dimostrando così una preoccupante
attitudine ad ignorare la portata della puttanata pubblicata. Io li immagino simili a quegli adepti di
quelle sette avventiste dell’ultimo giorno di stampo texano dai nomi
inverosimili: “chiesa del Tabacco Eterno”, “Comunità delle Apocalissi
del mercoledì”, “Ecumenìa del nuovo Vangelo di Dallas: Bobby era il messia e Jr
l’Anticristo”… cose del genere. Quei tipici invasati che annunciano sciroccati:
convertitevi all’uso delle armi perché la fine è vicina e allegramente “ci
ammazzeremo in letizia tutti insieme giovedì prossimo così Dio viene prima e
fottiamo il resto del mondo sul tempo!” Quei soggetti che solo per fortuito
sentito dire hanno saputo che Gesù era un falegname, figlio di falegname, e
deducono che è, e sarà, sempre eternamente vicino ad ognuno di noi nel momento
tragico in cui montiamo un comodino dell’Ikea; e per questo come battessimo
nella loro chiesa ti fanno montare un crocifisso-pistola a tre colpi (simbolo
della trinità), ma non sei ammesso se non lo fai in 7 minuti (metafora della creazione)
e senza foglietto delle istruzioni. Personaggi che confondono in modo
inquietante la vita sociale con quella spirituale. Insomma degli spostati dalle
idee poco chiare la cui unica preoccupazione è di non dare un senso compiuto ai
loro deliri perché sono convinti di essere stati illuminati da un pellerossa
strafatto a chiappe all’aria nel deserto dell’Arizona, senza comprendere che si
trattava di semplice disidratazione amplificata da un uso poco responsabile di
un acido nuovo.
Monti
quindi, spalleggiato da questi qualificatissimi “calati”, ieri sera si trovava
nel suo lettone giocando tranquillamente ad Angrybirds col suo tablet: certo di
un notevole risultato aveva già messo la sua dentiera a ridere a crepapelle in
un bicchiere accanto al comodino, quando tra le notifiche del suo profilo ha
letto questa apocalittica annunciazione messianica. Apriti cielo! Persino i
Twitt del Papa sono più sobri!
Partiamo
dalla prima frase: Insieme abbiamo
Salvato L’Italia… innanzitutto andrebbe chiesto quale astrusa concezione
possiede il senatore di “Salvazione”, ma quell’ “Insieme” rappresenta davvero una presa per il culo di portata
incalcolabile. Ammesso per assurdo che davvero ci siano i conti a posto, caro
Senatore, non mi pare che lei si sia tolto qualcosa dalle tasche per aver
salvato “insieme” agli italiani il
Paese. Per fare quello che ha fatto lei
non ci voleva una laurea, bastava un solido e senza scrupoli “Cravattaro del Pigneto”.
Continuiamo:
“Ora va rinnovata la politica”. Qui
mi soffermo poco perché ancora vorrei conservare quella pallida ombra dignità che
ancora non mi ha abbandonato: Caro professore, vuole rinnovare la politica
arruolando nelle sue truppe Casini? La
Russa ? Frattini? Montezemolo? Marchionne?
Ma
non finisce qui, leggiamo ancora: Lamentarsi
non serve, spendersi si. Beh, se vuole tassare il lamentarsi per far sì che
ci si possa “spendere” ancora di più ce lo faccia sapere, saremo a sua disposizione.
A parte
questa frase iniziale dove si denota una certa attitudine all’autocommiserazione
subito “negata” dalla preposizione successiva, noi deduciamo che lei ha meditato
tristemente e affranto per giorni fino a giungere alla più idiota ed inverosimile,
e nascostamente virile, conclusione: spendersi e sacrificarsi per questo paese invece
di lamentarsi. Ma noi la ringraziamo e sentitamente, ma la prego… continui a lamentarsi
prima che ripeschi Mastella da Ceppaloni e De Mita da Nusco!
E infine
la chicca, la ciliegina sulla torta rancida dell’idiozia comunicativa: “Saliamo in politica!” Ma qui dobbiamo
inchinarci innanzi alla imperiosa sovranità dell’Ovvio. Qui gli esperti di comunicazione
ci danno l’inappellabile prova che rubano lo stipendio in modo indecente. La frase
è l’esatto opposto della oramai memorabile e disgraziata affermazione di Berlusconi
del 94’ . Silvio
scendeva, loro invece “salgono”… Berlusconi usava la prima persona in termini quasi
messianici, loro usano un plurale per indicare un lavoro di squadra (glisso).
Berlusconi
“scendeva in campo”, loro – au contraire
– “salgono in politica”. Ebbene, questa
affermazione è lo specchio di un berlusconismo
ancora tenace e lungi dall’infrangersi: Silvio usava una metafora calcistica forse,
semplice ed essenziale, mentre “loro” usano il termine politica per riconferirgli
in modo miserrimo una dignità, ma qui mi ripeto: Caro Monti lei vuole davvero farci
credere che ridarà dignità alla politica con Casini, La Russa , Frattini, Marchionne e
Montezemolo?
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