L’Europa
è un organismo estremamente curioso (si fa per dire). Politicamente è in uno stallo cronico ma
economicamente risulta estremamente scialacquone. Mentre non ci si mette d’accordo
sul bilancio settennale o per aiutare la Grecia , la bce stanzia la bellezza di 37 miliardi
di euro per quattro banche spagnole disastrate dalla speculazione e
puntualmente nazionalizzate dal governo di Madrid: Banca di Valencia, Novagalicia,
Catalunya Caixa e Bankia saranno gli istituti che beneficeranno di questo
finanziamento a pioggia - la cifra definitiva sarà di intorno a 42 miliardi di
euro, perché un fondo a parte sarà disponibile anche per banche non
nazionalizzate che vorranno aumentare i loro capitali con “fondi pubblici”.
Questo
finanziamento non risulterà indolore per le casse europee – visto che la moneta
viene acquistata con tassi di interesse dalla stessa banca centrale comunitaria- e peserà ulteriormente
in un continente che conta la bellezza di 80 milioni di abitanti ai margini
della soglia di povertà e circa 27 milioni di disoccupati.
I
tagli alle spese, le riforme sociali e le politiche di occupazione vengono puntualmente
bocciate, sino ad essere fonte di scontri in fantomatiche riunioni notturne a
Bruxelles, ma le lobbie finanziarie riescono sempre a spuntarla facilmente. Ovviamente
il ministro dell’economia spagnolo Luis
de Guindos annuncia con estrema soddisfazione, dalle pagine de El Pays, questo “rifornimento
bancario” che farà respirare la finanza spagnola ma forse un po’ meno l’economia
reale del paese.
In
neanche ventiquattrore la comunità europea smentisce le parole di ottimistiche
del Presidente Monti durante la trasmissione di Fazio. L’Europa sembra non
essere assolutamente disposta a cambiare rotta, né il suo metodo, oppone resistenze nel voler abbandonare quel costume finanziario e speculativo che è stato causa della cronicizzazione di una crisi economica che non abbandona il continente da
oramai quattro anni. Il Governo europeo dimostra così di essere un organo
impotente e incapace in temi di politica economica e di rinnovamento delle
regole finanziarie, e – come se non bastasse - totalmente asservito ad un
sistema finanziario-speculativo che è in grado di muovere enormi capitali per
foraggiare facilmente e in qualunque modo esclusivamente se stesso.
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