Cominciamo col dire che il paradiso perduto, o Eden, è un
mito, quindi partiremo con la convinzione che le cose non siano andate così. Ma
noi moderni crediamo che solo da poco questa leggenda sia ritenuta assurda
dalla scienza ufficiale. Ma non è così, fin dai tempi più antichi tutti avevano
compreso che il giardino dell’Eden era qualcosa di impossibile, e sapete
perché? Perché l’uomo e la donna ne facevano parte e il loro rapporto non
poteva certo essere edenico o idilliaco.
Prima osservazione. Dio crea l’uomo e l’uomo inizia a
sentirsi solo.
Basterebbe già dire che se il paradiso terrestre fosse stato
un posto perfetto l’uomo creato da Dio non avrebbe avuto ragione di sentirsi
solo. Tutto era perfetto, no? Perché complicarsi le cose?
L’uomo era lì, in un luogo perfetto… nudo… ah, nudo come il
boss lo aveva fatto, senza preoccuparsi di guardare le parti basse del toro e
sentirsi in difetto. Tutto il giorno lo passava andando in giro a dare nomi
alle cose, agli animali alla vegetazione, ai mari, alle stelle! certo, dopo un
po’ comincia a sentirsi insoddisfatto, cosa inverosimile se pensiamo che
abitava nella perfezione. Allora inventa
il gioco, si mette a pensare un po’, prende un pesce palla dal laghetto
dell’Eden e inizia a palleggiare, si diverte, ma dopo un po’ che il pesce palla trattiene il respiro
schiatta e si sgonfia… allora Adamo ne prende un altro, e poi un altro e un
altro ancora, e allora il padreterno per evitare il primo disastro ecologico –
dio aveva già intuito che l’uomo pur di occupare il tempo è capace di
distruggere tutto – comincia a pensare che al soggetto sterminatore serve una
compagnia. Ma la cosa si ferma lì. Gli dice solo di non sterminare i pesci
palla e di imparare a occupare il tempo libero imitando il pesce “sega”. Ma
Adamo diventava ogni giorno più insoddisfatto e solo; fino a ché finalmente
vede qualcosa che lo “attizzò”… sì, vede quell’essere perfetto, dall’andatura
un po’ maliziosa ed invitante… che sembra stare sulle sue dandogli le spalle
mentre cammina sui prati del giardino delle delizie… LA PECORA! Inizialmente,
visto il colpo di fulmine, Adamo non chiamò quell’animale col nome che
conosciamo adesso, ma bensì Natasha (Adamo inventa il pastore sardo!): passava
tutto il tempo con lei, e più faceva la stizzosa e l’offesa e più lui se ne
invaghiva. È stato sempre così… più fanno le preziose e più ci incaponiamo! Ma
arrivati a questo punto Dio decise di intervenire, non voleva, sapeva che
creare una compagnia all’uomo avrebbe complicato le cose, che “la pezza sarebbe
stata peggiore del buco”; ma non poteva vedere la sua creatura più perfetta
portare dei fiori a “Natasha” e chiamarla “luce dei miei occhi”. Allora fece
addormentare Adamo, e, senza anestesia e cicatrici postume, gli tolse una
costola.. e creò la donna! Che dio la benedica… bella come solo la donna può
essere, bellissima e dall’aria innocente. E quando l’uomo la vide subito pensò:
“tutto questo con una costola? Figurati
cosa sarebbe saltato fuori se mi avesse tolto un braccio?”
Seconda osservazione: le prime difficoltà.
Adamo conosce la donna e, ovviamente, se ne innamora… con la pecora Natasha è
una storia vecchia e lui ci tiene a non mortificare il suo nuovo amore parlando
delle ex. Ma la donna non è stata creata nemmeno da cinque minuti che già
agisce senza proferir parola. Si accorge che Adamo è nudo, sgrana un po’ gli
occhi e ride, si gira arrossendo e si trova il toro davanti… e “ammirata smette
di ridere” (voi vi chiederete perchè il toro è sempre presente… non lo so…
chiedetelo a lui). Ma con questo gesto la donna crea di un sol colpo il mito di
Pasifae e, ancor peggio, il senso di inferiorità nell’uomo e L’INVIDIA DEL
PENE, da quel momento in poi… tutti i maschietti della storia avranno il timore
di avere un toro affianco che li mortifichi.
Ma la cosa non finisce lì; il povero Adamo visto l’enorme
imbarazzo decide innanzitutto di dare un calcio in culo al toro (finalmente!) e
di coprirsi, invitando anche la donna a fare altrettanto(anche perché se si fosse coperto solo lui mentre Eva restava nuda la
foglia di fico sarebbe servita a ben poco visto che avrebbe funto da sipario
sempre alzato di fronte alla splendida bellezza di lei, dando vita oltretutto
ai primi e precoci problemi di prostata ingrossata della storia).
Terza osservazione: l’eleganza.
Ora uno dei grandi misteri del mito è: perché tra tante
foglie di albero il primo uomo e la prima donna scelsero la foglia di fico?
Perché tutti sanno che la foglia di fico punge ed è appiccicaticcia e molti
uomini preferirebbero avere un gatto idrofobico per un quarto d’ora nelle
mutande piuttosto che una foglia del genere tutto il giorno lì, quindi c’è da
pensare che la scelta del capo d’abbigliamento, tutt’altro che comodo, non sia
stata dell’uomo, visto che le donne dicono SEMPRE che per esser eleganti bisogna
sempre un po’ soffrire. Quindi, non essendo stati inventati ancora i tacchi a
spillo e i tanga la
bellissima Eva decise di martoriarsi e martoriarlo così…
“nature”!
Ma facilmente possiamo immaginare che Adamo al primo albero
di fico si ferma stacca una foglia emette il suo rassegnato “urlino” e chiude la cosa. Ed Eva ? Secondo voi Eva
si sarebbe accontentata? Chi sa quanti alberi avrà letteralmente dilaniato
prima di trovare la foglia giusta e dire quelle parole che ancora oggi sentiamo
echeggiare dopo ore e ore di shopping, e cioè: “PRENDO QUESTA!”
Così, ancora una volta d’un sol colpo, Eva ha inventato la
moda, lo shopping, e quella terribile frase che ancora oggi le donne si
trasmettono di generazione in generazione, come una malefica eredità: “Amore ma
sei già stanco? Vedi che quando siamo insieme ti annoi? Non sono sicura che ci
tieni ancora a me… Ma questa frase darà vita ad un’altra invenzione: IL SENSO
DI COLPA! … perché Adamo pur di non perdere Eva negherà, negherà di avere due
calli numero 43 al posto dei piedi e le ragadi, di essersi beccato l’orchite per c olpa di quella stramaledettissima foglia di fico
che lo costringe a stare tutto il tempo a grattarsi, mentre Eva imbarazzata gli
dice: smettila di stare sempre lì a grattarti che ti prendono per un maniaco…!
Ma Adamo per amore smette… si tiene il terribile prurito
nonostante desideri accoppare il primo coccodrillo e usare la sua schiena come
un grattino… se lo tiene, per amore… solo per amore, ma non sa.. non sa… il
povero Adamo che Eva al primo appuntamento non la dà a nessuno; che deve capire
che è lui l’uomo giusto…nonostante ci sia solo lui, che lei è una donna seria e
dai sani principi… e che durante la prima notte insieme… lei fingerà il suo
primo mal di testa! E valla a trovare un AULIN nel paradiso terrestre.
Così già il secondo giorno Adamo ricomincerà a sterminare
pesci palla e sentire una gran nostalgia di Natasha.
AI POSTUMI DEI POSTERI DI
ADAMO L’ARDUA SENTENZA. NON VI GRATTATE… SE NO VI PRENDONO PER MANIACI.
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