Io
sono Blasé, questo è palese! Casomai non lo accetto spesso di buon grado, ma
venir meno alla vocazione che indirizza al dandismo non può che generar mostri,
e sono sulla buona strada se combatto un altro po’. Da blasé quindi non posso
certo avere una connotata e inquadrata bandiera politica, né posso definirmi
ateo, agnostico, cattolico, avventista, induista o altro. Insomma non mi
definisco… rinuncio stancamente e consapevolmente. E spesso vengo frainteso
proprio da coloro che, pretendendo di avere una linea precisa e una visione completa
– figure che mi terrorizzano – spesso
cercano di interpretare le mie azioni e le mie decisioni in vista di un “fine”;
ovviamente conformando il mio agire al “loro” avere linee precise e visioni
complete (brrrr!!). “A cosa vorrà arrivare? Facendo così qual è la sua
strategia?” Una “benedetta emerita (cit.)” orgogliosamente ribatto, sempre stancamente e
consapevolmente!
Ma
quando mi arrivano notizie che mi informano di una colonia di cinquemila esseri
che sono a metà strada tra un gregge di pecore e balilla dell’ultim’ora che vanno
in pellegrinaggio a Predappio per commemorare i novant’anni della marcia su
Roma mi scende il latte alle ginocchia. Proprio una gita con mogli e figli! Piccole
famigliole idiote crescono! beh… questa non è politica… è decenza! Già dobbiamo sorbirci la Santanché alle primarie –
e aspettiamo ansiosamente che Paperina si dia alla politica per arginarla-, non
possiamo occuparci anche di queste derive nostalgiche che iniziano ad essere
davvero pericolose. Anche la satira e la comicità sono disarmate davanti a
questa paresi neuronale collettiva! Che cosa potrebbe dire un comico?
Immaginare famiglie fascistucole in viaggio che cantano “faccetta nera” in un
pullman mentre la guida vende pentole? Bambini sulle spalle dei padri che
sventolano bandiere con impressi teschi gridano incitati dai genitori: “boia chi
molla? Adesso papà mi fai giocare col cellulare con la app “purga il comunista?”
Ma la cosa più bella è che tra i gerarchi di questa accolita di imbecilli c’è
un sacerdote… tale Padre Tam! Sì, padre Tam – da non confondere con Frate Tac,
quella è un’altra storia – il quale nel 2009 si presentò addirittura per Forza
Nuova. Ma come? Per il divorzio no, per i diritti alle coppie di fatto no… ma
per la dittatura, l’antisemitismo e il razzismo sì? A me i conti non tornano.
Il
sacerdote, come molti rappresentati del fascismo moderno, si arma del malcontento
sociale e della crisi: cavalca tematiche sociali – quasi con propaganda populist-socialisteggiante
- e di negazione di diritti fondamentali - cose peraltro vere - per poi
affermare, neanche di sottecchi, che il fascismo è l’unica soluzione. Tanto è vero che si vocifera, sempre nel
pic-nic a tarallucci e fasci di Predappio, che Tam abbia dichiarato che così come
i mussulmani hanno i loro kamikaze anche i cattolici per arginare il pericolo
di un’invasione di infedeli devono “aggiornarsi” e adeguarsi. Poi ha negato
nascondendo del C4 sotto la tonaca! Tam è talmente fascista… ma talmente
fascista da ritenere che Ratzinger sia un progressista! E’ un po’ come dire che
Vespa è un giornalista, che il bidet è una sala operatoria e non viceversa, che
Brunetta è un terrestre. Il sacerdote Tam, che persino i lefebvriani considerano sciroccato, arriva
a scomodare anche la Madonna
di Fatima! Strano che non abbia coinvolto la Madonna Nera ! Ora dico io… In
Germania assistiamo a derive neonaziste tanto che il Bild di Amburgo pubblica
documenti che attestano l’alzarsi della soglia di pericolosità del nazionalismo,
per non parlare di un acuirsi delle attività estremiste del movimento
terrorista Zwickau. E’ possibile che non si impari mai? Aveva ragione
Churcill quando dichiarò: “A volte l'uomo inciampa nella verità... ma nella maggior parte dei casi si
rialza e continua per la sua strada.”
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