In Verità
giovedì 25 ottobre 2012
Amarcord: DALL'ALTRA PARTE
“Ma si può sapere cosa vuoi essere?”
Ma sul lato sinistro della vita questa domanda non ha un senso! Qui sempre stupiti e affamati ci guardiamo intorno ad ogni passo. Da questa parte non vorremmo avere neanche un nome per confonderci meglio con le cose! Qui dipingiamo i nostri abiti sulla pelle. Qui abbiamo per sciarpe abbracci per quando fa freddo e piedi gelidi che ci accarezzano nelle notti d’estate. Di là ci sono madri in ansia e preoccupate per un cammino senza meta: ci sorridono come angeli quando restiamo in silenzio e versano lacrime sui loro denti quando con una battuta cerchiamo di rassicurarle dicendo loro, senza davvero crederci, che tutto va bene. Da questo lato, in cui ci siamo trovati a camminare per un per uno strano calcolo del caso, incrociamo Odradek incuranti, sguardi mai scontati e pagine strappate… e, di tanto in tanto, in un angolo scuro e sporco, acre di piscio, si nasconde per qualche istante l’iridescente Alpeh. Bussiamo a porte sconosciute, apriamo cancelli arrugginiti - anche il colore del marcio ci incanta - ed ogni buona risposta si traduce sempre in una nuova domanda. Mangiamo tutto quello che troviamo sulla tavola che sia dolce o amaro, che sia vino o acqua, che sia saporito o stantio. Seguiamo con gli sguardi iperboli senza senso, fili d’erba spuntati dall’asfalto, le dimore del muschio sui muri umidi. Da questa parte cerchiamo di ricordare sino al dolore, fino a far male. Qui con le spalle curve ma l’anima sempre ben dritta innamorati di disperazione, vogliamo sentire vibrare anche il silenzio. Pazzi, presuntuosi cerchiamo calore all’inferno, abbiamo fame di sole in agosto e ancor più fame d’amore mentre amiamo. Da questa parte, anche se non sapremo mai dove andremo, sappiamo sempre dove siamo in ogni istante.
http://it.wikipedia.org/wiki/Jacob_Epstein
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