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di Rosa Fontana
“Rosa fresca aulentissima, ch'apari in
ver' la state,
le donne ti disiano, pulzell’ e maritate”
le donne ti disiano, pulzell’ e maritate”
(Rosa fresca
profumatissima, che sbocci sul finir dell'estate [?],
le donne, sia
vergini che sposate, ti desiderano)
Cosa
voleva dire veramente il poeta-giullare, di nome “Ciullo” (volgarmente “ca**o”,
per essere espliciti)?
Si sa
che compito di un giullare è divertire la corte (e quella di Federico II di
Svevia doveva essere molto godereccia). Così che non si sbaglierebbe neanche volendolo
considerare, come asseriscono i più, un poeta colto che alterna momenti di
poesia seria al relax gaudente con gli amici della corte, anche loro poeti per
svago: il significato della lirica non cambia, anzi..." Continua a leggere su PostikCultura
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