©Pietro Vanessi www.unavignettadipv.it
In fondo è così, il ponte sullo stretto di Messina è una
chimera. Lo è sempre stata dai tempi dei Borboni, passando per il fascismo, il
boom degli anni 60 fino ai deliri di Silvio. Noi non ce ne accorgiamo ma il
ponte già esiste; non è lì, non è mai stato realizzato (e mai si farà) ma è nel
nostro immaginario come una mastodontica minaccia spacciata per “grande opera”,
una ctonia promessa onnipresente, una costruzione fantastica che alimenta a
intervalli regolari la perversa immaginazione demagogica dell’incapace al
governo di turno.
Il ponte sullo stretto non è diverso da bestie
mitologiche di cui si tenta di accertare l’esistenza: gli alieni, il Bigfoot,
il Chupacapra, Brunetta sveglio in aula, Razzi che azzecca un congiuntivo e
così via. Continua a leggere su Postik
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