Il braccio di ferro tra
il governo e Berlusconi ha acquistato la forma di un ricatto e la merce di
scambio tra i due è l’imu. Berlusconi sulla promessa della cancellazione della
tassa è riuscito a resuscitare la destra, e adesso questa “fondamentale”
battaglia torna utile per svariati motivi: prima di tutto l’imu è il perfetto
alibi e la più populistica merce di scambio per restare a galla. Mettiamo il
caso che non si riesca a trovare un accordo per questa tassa: a questo punto
Berlusconi potrebbe far cadere il governo senza attribuirne la causa alla
condanna in Cassazione. E’ un argomento perfetto per salvare la faccia e
apparire, nel contempo, l’unico vero politico che ha a cuore le tasche degli
italiani. Una soluzione perfetta per la sua
immagine e per distrarre l’elettorato sul fatto che è un criminale. Ma per le
stesse ragioni l’imu è anche l’unico mezzo di Berlusconi&Co. per stuzzicare
e ricattare il governo delle “larghe intese” – governo di cui il Pdl è parte
essenziale grazie a Napolitano e Letta.
L’imu è diventato l’ago della bilancia, la pistola messa alla tempia del
Governo, un governo che si è messo stupidamente a giocare alla roulette russa
con un’ accolita di disperati che venderebbero l’anima al diavolo pur di
salvarsi le chiappe. Berlusconi a questo punto non ha nulla da perdere e può
alzare la posta all’infinito: se gli va bene resta e la fa da padrone come
sempre, se gli va male lo ritroveremo ai servizi socialmente utili per un anno;
però si sarà preso la grande soddisfazione di portarsi tutto e tutti appresso…
governicchio Letta compreso, le Camere sciolte e con elezioni anticipate con la
cara, vecchia e deliziosa legge porcellum! Chi sta meglio di Silvio il
pregiudicato? E’ in una botte di ferro con su scritto imu, e da lì fa il bello
e il cattivo tempo grazie alle intimidazioni e i ricatti via etere e via stampa
dei suoi galoppini!
Chi ha tutto da perdere
è Letta. E’ lui che si trova con una mano avanti e una dietro cercando goffamente
di accontentare tutti. Enrico ogni tanto scalcia e finge di fare la voce
grossa, ma è costretto ad abbozzare se non vuole che il suo governo faccia una
brutta fine. Anche se bisogna dire che oggi Letta ha dimostrato che il mestiere
lo sta imparando: in una conferenza stampa a Baku, davanti al presidente dell’ Azerbaigian,
Enrico si è abbassato al livello del suo carissimo “alleato ricattatore”,
infatti ha dichiarato che se il governo dovesse cadere gli italiani saranno
costretti a pagare le rate dell’imu come sempre. Il presidente del Consiglio parla la stessa
lingua dei suoi “onestissimi” alleati e cerca di girare propaganda populista
sull’imu a suo vantaggio. Ha dimostrato che sa giocare sporco: che anche lui –
se vuole – può nascondersi e dietro le lamentele dei suoi cittadini e farsene
scudo per sopravvivere… e lo fa anche bene! In pratica è come se avesse detto: “Signori,
se io vado a casa pagate tutto con gli interessi, quindi… o io resto o tutto va
in malora: Berlusconi può anche cominciare a scegliere quale servizio sociale
gradisce e gli si confà mentre gli italiani continueranno ad esser salassati
dai provvedimenti del governo Monti”.
In fondo, a pensarci
bene, nessuno di questi “straordinari e finissimi” strateghi resterà davvero
sul campo alla fine di questo gioco al massacro. Entrambi hanno dimostrato,
piuttosto penosamente, di esser fatti della stessa pasta “reazionaria e
populista”, che sanno rendere argomenti non essenziali ma di pura propaganda
anche mezzi per ricattare e spaventare il corpo sociale. Sia Berlusconi che
Letta sono figure mediocri pronte ad approfittare del disagio diffuso per il
proprio tornaconto, figure che sanno fin troppo bene che solo i cittadini
saranno le vere vittime delle loro tristi scaramucce.
L’imu non è una
questione centrale, ma lo è diventata semplicemente perché è un ottimo argomento
di distrazione di massa, un pretesto per ottenere consensi, l’ultimo bluff per
accattivarsi un elettorato stanco e disilluso. Come sempre la sinistra - quello
che ne rimane, ammettendo che sia mai esistita in questi venti anni - fa il
gioco del suo padrone e scende al suo livello, perdendo di vista le reali
condizioni del paese per stare dietro alla sua demagogia mediocre e populista,
un padrone che riesce a dettare le regole del gioco persino da condannato in
via definitiva.
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