Una sera come le altre… non ci si mette d’accordo su cosa fare ma a uno di noi viene in mente che c’è una festa in un locale. Chi dice si, chi dice no; un buon tre quarti d’ora per decidere (come si dice da queste parti… quando ci sono troppi galli che cantano non si fa mai giorno) ma alla fine si va'. Non l’avessi mai fatto! Dopo una vagonata di chilometri troviamo il posto ed entriamo nel locale – locale poi, diciamo che un cimitero era meno inquietante -, e ci troviamo nel bel mezzo di una festa dark! Per carità, nulla contro i dark… ma per uno come me, affetto da depressione cronica e che pensa - nonostante abiti nel sud - che di sole non ce n’è mai abbastanza, l’impellente esigenza di iniziare a sgranare un rosario e ricoprirsi d’aglio intinto nell’acqua santa per evitare eventuali possessioni gli viene!
Niente di meno ci siamo fatti 200 chilometri per trovarci in una caverna della ciociaria con candele consumate e quattro pirla che si salutano facendo vibrare la lingua? A saperlo prima mi chiudevo un paio d’ore nel garage con una birra e risparmiavo benzina e due o tre sedute dallo psicologo!
Ma la cosa non finisce lì.. perché dopo un po’ tutti mi lasciano solo e, mentre sono al bar a bere il mio analcolico, mi si avvicina una ragazza… o credo fosse una ragazza, si si… dalla voce era una ragazza… anche se non posso garantire! La giovine era inquietante; vestita tutta di nero, un po’ di pelle finta qua e là, un paio di calze a rete a tratti strappate, i capelli che a ciocche tentavano di fuggire dalla sua testa un po’ in tutte le direzioni, e, per condire il tutto, delle labbra sottili calcate con un rossetto color vinaccia! Si siede accanto a me e inizia a fissarmi… io inizio a costruire croci con le cannucce e a legarmele al collo, ma niente! Lei è sempre lì a fissarmi con i suoi occhi scuri, mi squadra da capo a piedi - e in fondo non aveva tutti i torti, in quel posto quello strano ero io -, inizia a girarmi intorno e io comincio a cercare con lo sguardo i maledetti che mi hanno portato lì, pensando tra me e me: “giuro che se li trovo li prendo a morsi in testa!”
Ad un certo punto lei si ferma e mi dice: “Ma tu n’ghe n’ce fai qua?”
Ed io parlando nella sua lingua: “freschete! me lo sto a chiede pure io sa?”
Lei accenna un sorriso satanico che le fa screpolare i 5 chili di polvere di riso che aveva in faccia… e mi chiede: “N’che n’c’hai d’accenne?”
Al ché tiro fuori il mio Zippo e le accendo una sigaretta! E mentre fuma si siede di nuovo e mi dice: “Che n’dici… me trovi bella?” … io la guardo e rispondo: “si, sei davvero carina, ma se mi procuri un defibrillatore, un cardiotonico e un paio di litri di epinefrina ti faccio anche tornare in vita!”
Ma lei imperterrita: “li voi vedé i miei piercing?”
“No, dai!” – rispondo io – “non ho fatto il richiamo per l’antitetanica!”
“Sai quanti n’ge n’ho? 49 sa?! sparsi n‘po’ dappertutto!”
“Ammazzete sei nu tipo bellu ruspante sa?! Sarai la gioia di tutti i metal detector… ti dovrebbero mappare su google earth!! Dimmi un po’… hai la bocca viola per il trucco o perché stai diventando cianotica a causa del collare borchiato che ti occlude la carotide?”
E lei: “n’te piace a fa lo spiritoso eh? Scherza… scherza, ma nun sai cosa n’de perdi… io so fa cose che nemmeno immagini!”
“No, no” – aggiungo – “io lo so invece che riesci a fare cose inimmaginabili… infatti sono certo che tu mi verrai in sogno da stanotte fino alla fine dei miei giorni!”
“Quindi nun n’te va de sta un po’ con me?”, conclude lei buttandomi il fumo della sigaretta in faccia. A questa sua ultima domanda io gentilmente rispondo: “Vedi bella mia… tu sei davvero carina e ti ringrazio lusingato, ma tra noi c’è una differenza fondamentale… io sono vivo!
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