In un’intervista a
Radio24 il Ministro della Giustizia Cancellieri ha tenuto a specificare che un
possibile indulto non riguarderebbe Berlusconi e che non c’è stata nessuna
pressione del Quirinale sul caso.
In fondo è vero,
l’indulto dovrebbe puntare a svuotare le carceri e non le comunità di recupero
o le abitazioni sovrappopolate da detenuti ai domiciliari. Brava Cancellieri!
Il ministro ci dimostra che “la buona regola” non è soltanto un liberatorio e soddisfacente
funzionamento del tratto finale dell’intestino.
Ma qui dobbiamo registrare delle preoccupate obiezioni: innanzitutto i
provvedimenti di indulto non si applicano in base alla condanna ricevuta… bensì
in base al reato – non conta se sei in galera, in una comunità o ai
domiciliari, ma se il reato ascritto è previsto nel provvedimento di indulto -, e dobbiamo ricordare alla Cancellieri che
Berlusconi “tomo tomo cacchio cacchio”
ha goduto dell’indulto in passato per ben due volte. Può succedere dunque che
Silvio la sfanghi ancora una volta, possono sempre buttarlo nel mucchio alla
chetichella e poi versare lacrime da coccodrillo dichiarando che “purtroppo era
inevitabile”, vista la natura e l’applicazione del decreto legge passato al
vaglio delle camere. Insomma le intenzioni sono sempre ottime e la buona fede
ce la mettono tutti, ma – ahinoi - nessuno può sapere come può svilupparsi la
cosa.
Infatti, se guardiamo i
disegni di legge su Amnistia e Indulto presentati dal Senatore Gal Barani, c’è
da preoccuparsi non poco. I due
provvedimenti al vaglio del Senato prevedono la cancellazione delle pene per
condanne fino a sei anni, compresi i reati per associazione mafiosa e le
recidive. Se questa proposta “criminale” e sciagurata dovesse passare non solo
Berlusconi sarebbe a piede libero, ma anche Cosentino, Dell’Utri e una miriade
di amministratori e funzionari, pubblici e compartecipati, di comuni, province,
regioni e stato – casomai in associazione mafiosa, cosa che non guasta mai -,
molti dei quali il carcere neanche lo hanno visto. Ci troveremmo dunque davanti
a un paradosso: un decreto urgente che servirebbe a spopolare le patrie galere
– un vero e proprio toccasana in un momento di crisi sociale e civile così
acuta – risulterebbe efficace solo in parte, perché rivolto principalmente a
chi sconta prime condanne, quindi con pena commutata senza il carcere, e a chi
è proprio ai domiciliari e ai servizi sociali.
Volendo questa "empasse" non sarebbe insormontabile. Dovrebbe solo essere presentato un provvedimento
che preveda della semplice decenza: visto che il problema è rappresentato dal
sovrappopolamento degli istituti di pena – io la butto lì - l’indulto potrebbe
riguardare solo chi effettivamente sconta la pena in carcere. Non è poi così difficile,
anche perché rispetterebbe una piccola cosa troppo spesso ignorata che si chiama
“buon senso”. A quel punto sicuramente Berlusconi griderà al complotto, si dichiarerà
discriminato e perseguitato dai comunisti, vittima della dittatura liberticida dei
giudici; ma è sempre meglio che abbassare imbarazzati lo sguardo davanti alla nazione
per l’ennesimo e vergognoso salvataggio di un pregiudicato che da vent’anni la passa
puntualmente liscia. E va bene che per aiutare Silvio si è fatto di tutto, dall’ignorare
e violentare la Costituzione alle leggi ad personam , ma arrivare a scarcerare 20.000
persone per favorirne soltanto una credo sia un tantinello esagerato.
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