Grillo oramai spara nel
mucchio, ma a ben vedere c’è una logica del tutto originale nelle sue
dichiarazioni, basta solo rintracciarla tra gli innumerevoli studi clinici
dedicati al bipolarismo cronico.
L’esasperazione a cui
il comico è giunto dopo essersi scavato la fossa da solo sta prendendo il
sopravvento, e adesso, dopo aver dato inizio alla sistematica decimazione dei
suoi parlamentari, attacca alla cieca prendendosela con chiunque. Nel mirino di
Grillo ora ci sono i lauti stipendi di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto. In
effetti, con tutto il rispetto, e l’esclusiva ammirazione per la Littizzetto,
spendere milionate di euro per due appuntamenti settimanali per un format
“premontato” della Endemol (società per il 33% di proprietà della Mediaset) è
un “tantinello” esagerato. Se noi “comuni mortali” dovessimo ricalcare la folle
“proporzione” dei compensi di tutte le sedicenti celebrità “viralmente”
disseminate nel circondario dovremmo pagare l’idraulico che ci aggiusta il
bidet consegnandogli l’atto di proprietà di tutto il pianerottolo. In fondo
Fazio che fa? Di certo non monta con le sue mani la scalinata di Sanremo, né ha
tatuato di suo pugno la farfallina all’inguine di Belen per far “impennare” lo
“cher” all’amico Morandi. Già, perché dobbiamo ricordare che Fazio piace a
tutti ed è amico di tutti – come Licio Gelli -, e già solo questa cosa dovrebbe
renderlo irrimediabilmente sospetto. Almeno la Littizzetto fa satira, si becca
pure qualche querela: ci fa ridere trovando nomignoli sempre nuovi e fantasiosi
ai genitali, dà voce a una foca che se la tira da morire, ma Fazio che fa per
meritare cinque milioni e rotti a triennio? Grillo dunque sfonda una porta
aperta, porta attraverso la quale già Brunetta - intervistato domenica scorsa a
Che tempo che fa - era “faziosamente e comodamente” passato dal buco della
serratura.
In mancanza di
argomenti per difendersi si è capaci di tutto: Brunetta incalzato da Fazio sullo
spreco di denaro pubblico sul caso Alitalia tira in mezzo lo stratosferico
stipendio dell’intervistatore, un privilegiato per difendersi accusa un altro
privilegiato; è una scaramuccia tra ricchi che lascia il tempo che trova!, di
certo non si tolgono i soldi dalla tasca per fare a gara per chi risolleva per
primo il paese. A sua volta Grillo sfrutta la mediocre bagarre generatasi puntando
quel minimo di credibilità che non si è ancora suicidata sulla stessa carta:
Fazio, col paese in queste condizioni, è strapagato dalla Rai - un servizio
pubblico - per fare da “stuoino” al Pd. Alla fine di questo teatrino, per
recuperare un po’ il filo di questo groviglio di ovvietà, possiamo farci solo
queste domande: cosa è stato detto di nuovo? Quali grandi rivelazioni sono
state fatte? Cosa sappiamo adesso che non sapevamo prima?
Per tre giorni si è
parlato di “ciò che tutti già sanno”, ma questo è bastato affinché il Codacons
chiedesse un accertamento, attraverso un esposto, sui compensi Rai di Fabio
Fazio e Luciana Littizzetto per stabilire se “effettivamente guadagnano
troppo”. Accertamento che quasi certamente cadrà nel vuoto perché non potranno
fare a meno di concludere che i compensi corrisposti rispettano le quote di
mercato dettate dalla concorrenza del mercato libero e che i due sono anche
bravi cittadini perché pagano tutte le tasse. Grillo è intelligente - anche se
non vuole darlo a vedere - sa benissimo che questi compensi astronomici non
sono dettati né da un’etica di mercato e né, tantomeno, dal buon senso, ma solo
da quel libero mercato, oramai impazzito, che ha perso ogni legame con la
realtà da trent’anni. E purtroppo neanche possiamo aspettarci che Fazio e la Littizzetto,
o chi per loro, rifiutino schifati e indignati stipendi da capogiro. Grillo sa
benissimo che attaccare Fazio è pura propaganda, una propaganda che punta a
“creare nemici”, a partorire di continuo mostri da utilizzare come capri espiatori,
a generare una rabbiosa e tensiva contrapposizione tra “noi e loro” che non
tocca minimamente la radice del problema ma, semplicemente, la sfrutta per
creare e alimentare tensione sociale. Ma, nonostante tutto, Beppe fa finta di non
capire e tenta di intimidire Fazio con un minaccioso tweet: “Verremo
a cantare a San Remo. Ripeto: verremo a cantare a San Remo.” Se fossi nei
panni di Fazio non lo sottovaluterei! Se Casaleggio comincia a cantare in farsetto
come quello dei Cugini di campagna dal palco cominceranno a volare zatteroni, mutandoni
scintillanti a zampa d’elefante e stivali con le zeppe con Brunetta dentro!
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