Se la vicenda Berlusconi
non avesse drammatiche conseguenze sarebbe divertente assistere a tutte le
sciocchezze che vengono dichiarate per far apparire il condannato una vittima.
La nostra politica ha sempre indossato indumenti eccessivi e volgari… tutti
quelli che poteva trovare nel pesante armadio del bizantinismo; ma con il
progressivo involgarirsi e inebetirsi degli attori in scena sta iniziando a
ravanare persino nel cassettone dei costumi di carnevale.
Oggi l’ex presidente
del Senato Schifani ha voluto strafare e si è vestito da Balanzone per difender
il suo fanta-poliedrico padron Tartaglia. Come se non avesse mai fatto mai
politica in vita sua – cosa che non possiamo escludere totalmente - ha chiesto formalmente al suo successore alla
Presidenza del Senato di esonerare dalla Consulta che dovrà pronunciarsi sulla
decadenza di Berlusconi tutti quei membri che si sono espressi a favore della decadenza, altrimenti - precisa - verrebbe meno la riservatezza sui lavori della
commissione. Bisogna dire che questa richiesta di Schifani è totalmente
propagandistica e non ha alcun senso, se non quello di far apparire la Consulta come un’ “inquisizione”
e la scelta obbligata dei suoi membri come un linciaggio
.
A dirla tutta –pur
volendo- coloro che sono chiamati ad esprimersi possono fare ben poco. Un
condannato in via definitiva per un reato penale non può continuare a rivestire
la carica di Senatore. Le due cose “nel
mondo reale” sarebbero un tantinello incompatibili. Vero è che non se ne
dovrebbe neanche parlare; e non perché si viola una fantomatica riservatezza,
ma solo perché – sempre nel mondo reale – questo senatore avrebbe già
rinunciato alla sua carica, almeno per decenza. Nessuna privacy da “salvaguardare”
dunque, visto che gli atti del processo sono depositati… si sa tutto quello che
si deve sapere.
La commissione viene
costituita per prendere atto di una sentenza definitiva nei confronti di un
membro del parlamento e non per metterla in discussione. Berlusconi non ha
qualche multa non pagata, è stato condannato per frode fiscale, quindi negare o
impugnare questa sentenza non solo sarebbe uno scandalo senza precedenti ma comporterebbe
un precedente “istituzionale” pericoloso: innanzitutto non solo si offenderebbe
il “buon senso” ma, come se non bastasse, la politica si giocherebbe quel pelo
di credibilità che mantiene con lo sputo, la Costituzione diventerebbe carta straccia
e, soprattutto, se il cavaliere ne uscisse indenne, qualsiasi delinquente “istituzionalmente
patentato” potrebbe appellarsi al “caso Berlusconi” per restare in parlamento
impunito. Quindi è praticamente impossibile che il deretano di Silvio possa
ancora trovar ristoro su una poltrona del Senato. In fondo non è neanche una
gran perdita visto che Silvio è tra i grandi “assenteisti” delle istituzioni, e quelle rare volte che è
presente si “appenica” puntualmente.
Quindi il nostro Renato
“Balanzone” - come da personaggio –
parla a sproposito, elargisce pareri senza valore… solo per l’ampolloso gusto
di generar polemiche sterili e senza fondamento.
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