In Verità

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mercoledì 4 settembre 2013

ORELLANA! OH, ORELLANA



La guerra interna al Movimento Cinque Stelle è l’unità di misura per tutto il panorama tellurico della politica italiana. La crisi si avvicina e si fa di tutto per evitare il ritorno alle urne. Il nove settembre non è una data importante in fondo… ci vorranno almeno una ventina di giorni, o un mese, prima che la Consulta si pronunci sulla decadenza, ciò significa che per i primi di ottobre Letta e Napolitano dovranno farsi trovare preparati e reperire i numeri necessari per far reggere l’esecutivo all’ urto della crisi. I senatori a vita non bastano, quindi devono raccattar “ricambi” un po’ dappertutto.  E a questo punto che si provoca la frattura grillina: aprirsi al governo o restare sulla riva del fiume? Inutile dirlo! Per Grillo si deve restare compatti e far sì che la “vecchia politica” imploda. Di diverso avviso il Senatore Orellana, pronto – e “tardo” - a valutare una maggiore elasticità nei confronti dell’esecutivo delle larghe intese. Anche per acquisire “maggior potere contrattuale”.
A questo punto Grillo definisce sul suo blog Orellana come un “nuovo Scilipoti”, dimenticando che proprio Orellana è stato a marzo scorso il suo candidato per la presidenza del Senato. Grillo non è nuovo a vuoti di memoria prodotti da scatti d’ira: è successo per Rodotà, per Prodi e infine per uno dei suoi parlamentari migliori.
C’è da dire che Scilipoti  rappresenta una tipologia diffusissima di essere vivente coperta da un copyright millenario! Dal "piatto di lenticchie" passando per i "trenta denari" sino per arrivare ai giorni nostri, gli “Scilipoti” spopolano e proliferano in maniera endemica e inarrestabile, ma di certo Orellana non è tra questi. Luis Orellana a me sembra più il nonno di Heidi: ti prepara il galbanino in casa, fa camminare Clara, prende per il culo la signorina Rottermaier… al massimo può avere un cane narcolettico, ma non sembra affatto un venduto. Dare dello “Scilipoti” a Orellana credo sia stato l’ennesimo errore di Grillo, sempre lo stesso in fondo: essere rigido all’interno del Movimento così come lo è all’esterno! Non saper gestire voci diverse, rispettarle e discuterle anche dissentendone.

Paradossale, addirittura grottesco,  notare come il più grande difetto politico di Grillo sia una proprio una delle sue bandiere, uno dei pilastri della sua democrazia 2.0: la comunicazione. Non la libertà di espressione, perché per quanto Grillo urli e offenda non riesce a frenare critiche e polemiche - anzi le innesca -, ma proprio la capacità di comunicare, di interagire. E’ un muro di gomma che rilancia violentemente al mittente ogni dissenso, anche quando non ce n’è bisogno. Sordo e a testa bassa il leader dei cinque stelle sembra pervaso dalla radicata convinzione che ogni critica rappresenti una minaccia, una macchinazione di sistema tesa destabilizzare il movimento. Perché Grillo non si rende conto che sta distruggendo con le sue mani quello che è riuscito a creare? Il numero delle teste che - in un modo o nell’altro - ha fatto cadere inizia ad esser tanto ingombrante quanto imbarazzante: Adele Gambaro,  Marino Mastrangeli, Fabiola Anitori, Paola De Pin e ora anche Orellana dichiara di voler lasciare il movimento. Qui un esamino di coscienza sarebbe d’uopo Beppe.       

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