Orellana e i suoi si
sono mossi tardi, e quando si tenta di recuperare nervosamente si annaspa
sempre.
I Cinque Stelle non
sono più spaccati o caciaroni di altri: è l’ “open free” come filosofia
comunicativa che li fa sembrare più in dissidio di altri. Le loro istanze, i
loro dubbi e le loro separazioni non sono nulla in confronto alle battaglie
interne del Pd, o ai veleni della piccionaia di Berlusconi. Eppure il Movimento
fondato da Grillo sembra in piena spaccatura. Certo i problemi ci sono, alcuni
stanno iniziando a scalpitare, dissentono dalla linea tracciata da Grillo e
iniziano a farsi sentire. Orellana, ad esempio, vaglia possibili alleanze col
nemico. Chiede di non avere pregiudizi e tabu, precisando che la presenza dei “Cinque
Stelle” in un possibile rimpasto di governo “a chiazze” avrebbe un peso
notevole.
A dire il vero mai come
in questo caso non vale il detto “meglio
tardi che mai”. Stavolta bisogna dare ragione a Grillo!, non certo per le
motivazioni che l’ex comico coloritamente adduce quanto per le conseguenze.
Perché appoggiare Letta dopo aver visto come e quanto Enricuccio regga il gioco
al sistema? A questo punto sarebbe davvero ridicolo allearsi con chi ha scelto
di governare con Berlusconi, tentando – oltretutto - di proteggerlo finché ha
potuto. Per non parlare dei provvedimenti fantasma e puramente propagandistici
varati: dal decreto del Fare alla Service tax, sino al completo immobilismo
sulla riforma della legge elettorale e sulla spending review.
Paradossale vedere,
dunque, come il Movimento 5 Stelle abbia spocchiosamente snobbato Bersani per
non compromettersi ed ora rischia la scissione per valutare un’alleanza con
Letta e con una fetta astuta di pidiellini lungimiranti che, con la scusa della
responsabilità civile, vogliono solo abbandonare la nave prima che affondi e
garantirsi un altro paio di legislature. Ora sì che sarebbe davvero compromettente e
distruttivo per tutta la baracca messa su da Grillo.
In effetti i grillini
sono dei novellini! E’ così e c’è poco da fare. Non hanno la tempistica giusta:
non colgono l’opportunità quando si presenta su un piatto d’argento. Quando hanno davvero la possibilità di
cambiare le cose pretendono lo streaming e fanno i boriosi: deridono il loro
interlocutori guardandoli dall’alto in basso. Sono il nuovo che calpesta il
vecchio, hanno la ragione dalla loro parte. Ora fanno riunioni a porte chiuse e
a web cam spenta, ora costruiscono offensive ipotesi gli uni contro gli altri sul
probabile mestiere delle madri su Whatsapp…. e la nuova frontiera della
democrazia 2.0 va letteralmente a puttane.
Grillo invece sta capendo
il gioco; ma a questo punto gli è difficile tenere i pulcini sotto la sua ala.
Come Berlusconi ha annunciato il ritorno di Forza Italia anche lui ha pensato
bene di tornare alle origini annunciando un nuovo Vday. Beppe ha capito che deve rifarsi il trucco! E
per farlo deve tornare in piazza, raccogliere il disagio diffuso e
reindirizzarlo nuovamente nel movimento. Così sbraita e si svena contro la
fronda dei dissidenti… dissidenti che hanno scelto proprio nel momento peggiore per iniziare a pensare con la loro testa. “Siamo
in guerra […] Una guerra che deciderà il destino di questo Paese per il
prossimi decenni”, tuona apocalittico sul suo blog Grillo per richiamare i
disertori; anche se è abbastanza cosciente che il “danno è fatto” e che non
pochi passeranno al “nemico” se il governo dovesse cadere. Il nuovo che avanza sta pagando dazio per la
sua presunzione. Adesso anche Grillo è costretto a sperare che Letta continui a
governare con questa maggioranza per non assistere alla dissoluzione della sua “creatura”.
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