In Verità

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domenica 29 settembre 2013

77 CANDELOTTI SULLA TORTA DEL CRIMINALE.


CRONACHE DI UNA TORTA ANNUNCIATA 
Oggi Berlusconi compie 77 anni e per il suo genetliaco si è regalato una bella crisi si governo, visto che nessuno gliela voleva comprare. “Stanotte dopo 59 notti in cui non riuscivo a dormire, ho dormito 10 ore di fila. Sono pronto a riprendere la battaglia.”, dichiara riposato il pupetto attempato da Napoli. E’ fatto così!, se non rovina il paese almeno una volta all’anno il poveraccio diventa insonne e nervoso, e poi succede che ci va in narcolessia in aula o durante la parata del 2 giugno. Ma adesso è fresco e tosto… pronto a continuare la sua battaglia. Ma si vede ad occhio nudo che è sereno e rilassato come una centrale nucleare col nocciolo fuso. Silvio ha il viso riposato e disteso come la carta crespa del presepe nello scatolone il 7 gennaio.
Nel frattempo un Letta furioso si è lasciato andare a giudizi severissimi e offensivi: infatti su Twitter ieri ha avuto il “temerario ardire” di definire Berlusconi un “rivoltafrittate”.  Questo Tin Tin andato a male evidentemente mutua i suoi insulti da vecchi numeri del Corriere dei Piccoli che conserva gelosamente in soffitta; ma, quando ha notato che persino il suo spelacchiato Milù si è tappato le orecchie nell’ascoltare questa tremenda imprecazione, Enrico subito si è pentito ed  è andato a confessarsi per aver perso il controllo.
Oggi il presidente del consiglio - ritornato finalmente in sé dopo il momento di rabbia -  incontrerà Napolitano e decideranno il da farsi. La crisi è aperta, le alternative sono poche e ovunque andranno a pararsi si sente il puzzo di inciucio.  Da buoni reazionari tenteranno di tutto per trovare una nuova maggioranza tra i vari dissidenti: penta stellati eresiarchi, pidiellini che non vogliono perdere lo stipendio – sono tutt’altro che pochi -, nonché montiani riesumati, disincrostati e lucidati.  Intanto Grillo tuona per le elezioni anticipate anche col porcellum, facendo la danza della pioggia sulle ceneri annunciate delle larghe intese, e Renzi resta in silenzio sulla riva del fiume aspettando che passi il cadavere del suo amico “lupetto”, ammazzando il tempo giocando a tressette col morto con l’ex rottamato D’Alema – ma questo mutismo durerà poco… ahinoi!
Se ricordo bene, solo cinque mesi fa sia Napolitano che Letta si dichiararono pronti alle rispettive dimissioni se il raccapricciante esperimento delle “larghe intese” fosse fallito; infatti per loro era solo una pallida eventualità l’innescarsi una crisi dopo essersi alleati con un megalomane, delinquente e condannato – veri campioni di lungimiranza, dei veri e propri politici di razza! Ma cinque mesi in politica sono “eoni” e, quasi certamente, faranno gli gnorri; giustificando casomai la loro molesta vocazione all’istinto di sopravvivenza  con la solita solfa del “dobbiamo evitare di precipitare nel baratro” quando, in realtà, ci siamo già sfracellati al suolo da tempo.     
Se Napolitano e Letta  fossero davvero dotati di buon senso avrebbero una sola alternativa valida: dichiarare davanti al paese di aver sbagliato tutto e scusarsi, e in seguito predisporre le camere per tornare almeno al vecchio “Mattarellum” – che come legge elettorale sarebbe il male minore – e, infine, dimettersi e tornare alle urne, così potranno definitivamente prender congedo dalla vita politica e godersi un “immeritato riposo. Qualsiasi altra soluzione sarebbe l’ennesima offesa alla nostra intelligenza, alla decenza e alla democrazia.  

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