In Verità

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mercoledì 14 agosto 2013

PER FERRAGOSTO UNA "GRILLATA DI BERLUSCONATE"



Io adoro Grillo! E’ il secondo fenomeno di costume offerto senza veli alla politica da vent’anni a questa parte. Come il suo pseudo-acerrimo nemico Berlusconi è pronto a cavalcare impunemente le ovvietà a scopo puramente demagogico. Ieri, prima della nota di Napolitano, ha cominciato a tuonare inutili anatemi, dichiarando che se Napolitano avesse aperto alla grazia avrebbe segnato la fine delle istituzioni. Beh… qua due sono le cose: O Grillo è ingenuo o crede che lo siamo noi. La dichiarazione del Quirinale era scontata, il Presidente della Repubblica non poteva certo agire da folle autocrate graziando di botto e impunemente Berlusconi, ignorando - nel contempo - Costituzione, Codice Penale e Codice di Procedura Penale. Il guaio è che in questo periodo così confuso, di assoluta diffidenza nei confronti della politica dimentichiamo che le istituzioni restano sempre e comunque una garanzia, e stanno, per fortuna, persino al di sopra di chi le gestisce: si possono violentare, aggirare, ignorare, ma comunque rappresentano un argine, perché possono subire vituperi solo fino a un certo punto. Napolitano non poteva fare altrimenti e Grillo non poteva non saperlo…. ed ecco perché il suo atteggiamento intimidatorio e allarmista sembra più da copione che di pancia.  Insomma… chi in un modo e chi in un altro su questa pagina triste della nostra storia ci marciano un po’ tutti: Berlusconi ci ha mangiato voracemente per vent’anni, e adesso che gli è arrivato il conto corriamo il rischio che inizi la “guerra delle briciole”… quelle che cadono dalla tovaglia razziata.
Intanto l’ex cavaliere pregiudicato affronta la “cattiva digestione” chiuso nella sua villa di San Martino e… in assoluto silenzio (questo sì che è un miracolo). Pian pianino sta prendendo coscienza di essere un po’ alle strette e valuta con suo qualificatissimo entourage le alternative. Oltre ai suoi avvocati, Longo e Ghedini, Berlusconi approfitta anche dell’esperienza penale di Sallusti, il quale ha avuto la pena commutata più volte. Nonostante si sia fatto passare per martire della libertà d’opinione dichiarando più e più volte che si sarebbe presentato in carcere, Sallusti è riuscito a cavarsela solo con una sanzione pecuniaria, anche perché la Santanché in pegno nessuno la voleva – a tutto c’è un limite. L’avvocato e parlamentare del Pdl Longo stamani, evidentemente preso alla sprovvista, forse perché appena sveglio, ha dapprima dichiarato che sarebbe stata presentata domanda di Grazia al Colle, poi – dopo il secondo caffè – ha prontamente smentito negando tutto. Nessuno sa cosa fare, come gestire il problema, come uscirne. C’è chi ha pensato di rendere tutto un reality dove le nomination sarebbero state opportunamente falsificate e pilotate per far in modo che Silvio esca dopo la prima settimana – in fondo sta sul cazzo a tutti, la cosa sarebbe anche verosimile. Si è anche pensato di coinvolgere la Santanché, la quale dovrebbe fingere un gesto estremo: tipo tentare di darsi fuoco o minacciare il suicidio lanciandosi dal Colosseo… ma l’idea di Sallusti è stata subito scartata, in quanto l’esito - tutt’altro che incerto - non gioverebbe che a lui. Anche la bioetica è stata considerata: sostituire l’utilizzo degli animali per le sperimentazioni donando la Biancofiore, Bondi e Gasparri alla scienza renderebbe Silvio un preziosissimo filantropo e la sua immagine si riabiliterebbe, ma questo comunque non bypasserebbe la condanna in Cassazione. Le vie di uscite sono rimaste poche, non resta che nascondere Brunetta in una torta e poi liberarlo una volta in cella, così nel giro di 5 anni rosicchierebbe la sbarre, e poco conta se Berlusconi è stato condannato solo ad un anno e non lo sconterà in carcere, l’idea una volta realizzata comunque farebbe odiens! 

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