La pericolosa
criminale Josefa Idem ha pagato il suo terribile debito con la giustizia
fiscale. L’ex ministro per lo sport, campionessa olimpica naturalizzata
italiana, si era dimessa dall’esecutivo
per delle irregolarità sulla tassa per gli immobili: l’olimpionica, che oggi
starà maledicendo il giorno in cui ha voluto la nazionalità italiana, non è che
non pagava l’ici per la sua palestra ma l’aveva registrata come prima
abitazione, quindi… anziché versare il 6,6 per mille, versava solo il 5,5. Ma
adesso si è moralmente riabilitata da questa cosa gravissima, risarcendo il
comune di Ravenna dell’ingente somma di tremila euro – cifra con la quale non
solo Ravenna vivrà una stagione nuova ma tutta l’Italia potrà definitivamente risollevarsi.
Cosa ha fatto la
Idem? Si è dimessa per questo scandalo erariale di “proporzioni bibliche”, e
infine ha corretto la propria posizione fiscale. Forse una soluzione eccessiva
ma la campionessa si è sentita costretta dalla forte morsa moralizzatrice che
Enrico Letta aveva annunciato. Ma il “Lettismo” vale e non vale, si applica e
non si applica. La Idem era un ministro immagine, una faccia nota e pulita per
dare lustro e modernità al vecchiume nascosto sotto il tappeto. Per questi
motivi la signora era tranquillamente sacrificabile. E così è accaduto: per
tremila euro non versati alle casse del comune di Ravenna Josefa ha rassegnato
le sue dimissioni al “Salomonico e nullatenente Enrico”, il quale però deve
tenersi un Ministro degli Interni che ha violato i diritti fondamentali dell’uomo,
la Costituzione di questo Paese – screditandone anche l’immagine -, e
oltretutto deve oberarsi per salvare le chiappe ad un pregiudicato condannato
in via definitiva a quattro anni di carcere che lo ricatta pure perché un
giorno sì e l’altro minaccia di far cadere il Governo se non viene salvato,
riabilitato e “reso agibile”. La cosa più bella è che ancora oggi si discute di
conflitto di interessi. Lasciamo alla discussione teorica e alle supposizioni
di parlamentari mediocri, opinionisti scaldasedie e politologi promossi via
conto corrente, qualcosa i cui effetti, le cui conseguenze e stagnazioni sono
evidenti come il sole. Una persona tiene in ostaggio – per i propri interessi,
a questo punto non solo economici ma anche giudiziari – le decisioni, le
possibilità di azione di un governo e ancora si teorizza se questo pregiudicato
che siede al Senato sia un problema o meno, se i suoi interessi possono
inficiare il corso democratico di un paese. Ma per dimostrare che esiste
davvero il conflitto di interessi Berlusconi che deve fare di più? Puntare
Brunetta alla tempia di Napolitano? Mandare poesie minatorie di Bondi alla Signora
Clio? Dare in sposo Formigoni alla Bindi? Poi chi sta sopra e chi sotto è affar
loro.
Intanto Letta
tenta di calmare gli animi lanciando “male” notizie positive. Fa parlare - dopo
averlo defibrillato - Saccomanni che ci dice che il pil scende, il debito pubblico
sale, sale anche la disoccupazione… però –
ma non diciamolo ad alta voce se no porta sfiga - siamo usciti dalla
crisi! E questa ce la devono spiegare. Tutto è come prima: non si cresce, le
aziende chiudono, non c’è lavoro, il debito pubblico salirà anche nel 2014 ma
le cose vanno bene? Tra un po’ ci diranno che i ristoranti sono pieni? Che
sperano ci sia un bel terremoto così la gente fa un po’ di villeggiatura
forzata? Almeno Silvio le cazzate le sparava grosse così potevamo accorgercene
ma questi sono davvero furbi! Bisogna dire che Letta ha imparato bene dal suo
maestro, infatti usa il metodo Monti; quell’allucinato, troppo presto
dimenticato, che per anestetizzarci durante il salasso vaneggiava di vedere
barlumi in fondo ai tunnel una settimana sì e una settimana no. La spiegazione
è semplice… e si chiama panico! In realtà sono sopraffatti dallo spavento
nonostante richiamino di continuo alla calma. Sono un po’ come quegli ansiosi
claustrofobici che bloccati in ascensore invitano nervosamente a tutti alla
calma, però… si fanno partire un embolo dalle urla e intonano The Trooper degli
Iron Maiden cementati al bottone dell’allarme!
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