In Verità

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domenica 18 agosto 2013

IL "DE NAPOLITANO":SOLILOQUIA GEORGIANEI

Oggi Letta è uscito allo scoperto e ha preso finalmente posizione. Ha dichiarato che in Italia da troppo tempo ha vinto la politica del “tutti contro tutti”, ma la parte dura del suo discorso è arrivata quando ha affermato senza mezzi termini che “da quando non esistono più le mezze stagioni i treni non arrivano in orario, anche perché è tutto un magna magna. Ed è – dunque - arrivato il momento di dire no all’Europa economicocentrica e sì a quella dei cittadini!” Il messaggio è chiaro, preciso netto… si stava meglio quando si stava peggio!
Enrico Letta sarà anche nipote di Gianni ma – come se non bastasse - è figlio politico di Napolitano. Il tardo Napolitano urge sottolineare, quello che non è ha imbroccata una neanche per sbaglio. Da quando il nostro Presidente firmò il legittimo impedimento ha intrapreso una china davvero preoccupante. Con tutto il bene del mondo Napolitano ha sempre fatto lo stesso errore di valutazione, e cioè credere di avere a che fare con dei “galantuomini”. Peccato veniale trasformatosi in mortale senza che lui neanche se ne sia reso conto.  Ma il “Nostro” ancora insiste, ancora ci crede, ha fiducia, offre il destro senza remore e… puntualmente, ogni volta,  ha in cambio porte sbattute in faccia. L’impudenza dei “galantuomini” non si ferma qui, Napolitano è anche il perfetto capro espiatorio: lui ha accettato il secondo mandato, lui ha voluto il governo di larghe intese, lui temporeggia sul caso Berlusconi ed ha parlato anche di riforma della giustizia, è debole, non ha carattere e non si fa valere. A questo punto è proprio difficile abbozzare un’apologia del Capo dello Stato: anche la sua nota su Berlusconi non ha soddisfatto nessuno. Berlusconi e i suoi lacché credevano che Giorgio fosse Padre Pio e hanno pensato che lo miracolasse, i giustizialisti volevano un Robespierre idrofobico che mandasse il criminale alla ghigliottina… e lui – puntualmente - ha disatteso gli uni e gli altri. Certo, una cosa che non ha dichiarato la poteva dire, ed era: “Con viva e vibrante commozione chiedo scusa agli Italiani! Ho pensato che davanti all’emergenza le guerre intestine si fermassero, che il bene di tutti divenisse prioritario ed essenziale, che i personalismi si archiviassero per risollevare le sorti della nazione, e invece no. Ho sbagliato, non ho valutato con chi avevo a che fare, non ho considerato quanto il parassitismo avesse infettato la vita istituzionale del Paese, quanto la seconda repubblica fosse diventata il parossismo esasperato della prima. Ed io l’ho lasciato fare; credendo di trarre il meglio di tutti ho fatto emergere il peggio. Questo governo è diventato arma per qualcuno e ancora di salvataggio per altri, strumento di ricatto per vecchie guardie con l’acqua alla gola e occasione di affermazione per outsider pronti scattare. Tutto è diventato tranne ciò che sarebbe dovuto essere. Tutto è talmente andato a rotoli che a questo punto chiudere bottega sarebbe un crimine, andare avanti il male peggiore, ma solo questo abbiamo perché un male minore non esiste. Anche quello si è dissolto! Uagliù stamm n’guaiat malament! Ho Sbagliato... ho sbagliato! Fare un Governo con Berlusconi è stato come mangiare il "Casatiello a Natale", gli Struffoli a Pasqua! Si può fare, nessuno lo vieta... ma è na "Strunzat".
Caro Presidente, ieri Lei ha lodato i bagnanti di Pachino che hanno fatto scudo attorno alle imbarcazioni dei migranti per soccorrerli e non farle affondare. E’ vero, ha ragione, sono motivo di orgoglio, un’immagine che fa onore al Paese.  Ebbene... a me piacerebbe essere orgoglioso di voi come Lei lo è per quelle persone. Anche a me piacerebbe che le istituzioni facessero cerchio intorno ai cittadini, che fossero il loro scudo in questo momento difficile, che sorreggessero chi vive difficoltà, che non si girino dall’altra parte mentre si naviga in cattive acque. Mi piacerebbe che tutte le istituzioni non cedessero ai ricatti di un solo uomo, anche se è in grado di creare grossi problemi - anche per diretta responsabilità delle istituzioni stesse, per troppi anni accondiscendenti -, vorrei che si preoccupassero meno delle banche e dei debiti e più della vita “reale” dei cittadini, che garantissero i diritti sanciti dalla Costituzione, la dignità che spetta loro. Che contribuissero in modo vivo e sano al bene di tutti. Ma devo accontentarmi dei bagnanti siracusani, della privata iniziativa dei singoli o di comunità e associazioni – a volte senza mezzi – che sostituiscono la vostra assenza, il vostro essere impegnati altrove, in consessi e summit tanto prestigiosi quanto sterili e pieni di parole. Per fortuna – ahinoi – l’Italia è da sempre un paese migliore di chi lo governa. Sembra oramai una caratteristica insita, connaturata. Pazienza… nessuno è perfetto!           

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