Tutto è oramai pronto
per il grande spettacolo. Le parti sono state ripetute e straripetute e tutti gli attori si stanno sincronizzando
come un orologio svizzero. Berlusconi, il grande protagonista, è entrato visceralmente
nel suo personaggio: l’affranto perseguitato ma guerreggiante! I suoi sono toni
bassi e pacati… ma sempre ottimistici, solo una leggera spolverata di fatalistico
pessimismo che monta pian pianino con l’approssimarsi del trenta luglio. La
vittima sacrificale gli è sempre venuta bene, adesso però ha sviluppato un lato
nuovo del personaggio, un lato solo in apparenza più sottotraccia: quello del
vilipeso esausto oramai arreso ai nemici dopo anni e anni di battaglie, tipo l’inevitabile
rassegnazione del clandestino che ha patito “abusi a bordo di un cargo battente
bandiera liberiana.” Silvio non si espone, la sua parte è quella del dimesso: è
una presenza scenica potente e plumbea e non ha bisogno di sfoderare una
retorica urlata né la sua ventennale virilità politica: “Ho
oramai quasi 78 anni” – dichiara – “ e
se dovessi esser condannato mi spetterebbero i domiciliari. Ma io mi presenterò
davanti al carcere”. Ecco! Qui c’è tutto uno studio di questo grande attore,
che si destreggia impeccabilmente tra l’Edipo a Colono di Sofocle e il
compianto Bombolo menato un momento sì e l'altro pure da “Er Monnezza!” E’ lì impotente e pio, ha
davanti un epilogo che lo porta sommessamente verso l’Ade con prole
singhiozzante, però… l’impietoso e giustizialista volgo lo “corca” de mazzate
durante il tragitto! Ebbene sì… i cattivi siamo noi in questo capolavoro del
tragicomico… che attende l’ultimo atto? L’interrogativo è d’obbligo! In fondo
chi vuole più la sua condanna? Solo chi ha memoria, e la memoria degli italiani
è più breve di un orgasmo - come ricorda Paolini. Quel che conta è il presente! Mica possiamo star lì ad esser puntigliosi e ricordare tutto quello che ha
combinato? Sembreremmo dei persecutori ossessionati. Ma se anche la sinistra ha
smesso di essere antiberlusconiana! In pratica ha rinunciato all’unica cosa che
la teneva insieme. Proprio adesso che Silvio non è “non eleggibile” - solo ed
esclusivamente per opera e virtù delle santissime “larghe intese” - vogliamo
condannarlo? Adesso che c’è la “Pax Lettiana” e tutti vanno d’amore e d’accordo?
No! Non si può! Continuassero a schifarlo tutti: la Merkel, Obama, Cameron,
tutta l’Europa e il resto del mondo… ma a noi adesso ci serve! Altrimenti fa
saltare tutto! Sentite i suoi coreuti che già gridano vendetta? Voci stridenti
e fastidiose come quella di Cicchitto, che con quella faccia da vecchia e acida suora
spogliata tuona: “Se Berlusconi venisse condannato si supererebbe un limite
invalicabile! Mai in un paese democratico è stato condannato il leader di un
partito di maggioranza!” Non è vero per niente, però fa effetto – e il coro a
questo serve. Potremmo replicare alla acre “ex superiora” che nessun paese democratico
però ha avuto Berlusconi, negli altri paesi le leggi sul conflitto di interessi
le hanno e… udite!, udite!, le usano!
Però come recita bene
Silvio! Riesce a dare al suo personaggio sfaccettature tanto impercettibili
quanto incisive; peccato che la pubblicità, le orride notizie di cronaca e gli
speciali sui costumi estivi delle dive coi culi al vento frantumano il pathos e
la linea narrativa! Ma il nostro istrione è abile e supera tutto e tutti con le
sue profonde affermazioni: “In caso di condanna – ma verrò assolto – non sarò
esule come Craxi… resterò!” Il paragone calza, gli è cucito addosso
ammettiamolo. Peccato però che Craxi non era un esule ma un latitante scappato
dall’Italia perché condannato in contumacia per crimini che aveva commesso. Ma
l’errore di licenza (licenzioso errore) ci voleva, il nostro non poteva accomiatarsi
senza una disperata traccia di patetico pseudo-eroismo … il canovaccio la esigeva!
Questo signore si dovrebbe vergognare del disagio che continua a somministrare al paese.
RispondiEliminaMi fa schifo pensare ad un signore (poco rispettabile) che tiene in pugno un paese ed un popolo con le sue beghe giudiziarie.
Non credo che la magistratura si accanisca contro costui solo per pregiudizio; senza dubbio ci sono delle basi di colpevolezza, ma siccome costui ha questo nome ed è capo di un partito azienda ove tutti sono costretti a leccargli il deretano ecco che si crea un caso nazionale.
E' un schifo ciò che accade, pensando anche che in questo sciagurato paese si strombazza sempre che "LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI".
Mi vergogno della ulteriore figuraccia planetaria che il paese fa.