Scegliere la solitudine
comporta di certo delle rinunce ma ha i suoi vantaggi, vantaggi non sempre
piacevoli: ad esempio la realtà delle cose è talmente vivida e lampante da
essere quasi insopportabile, e questa cruda consapevolezza può spesso portare
al risultato opposto: la realtà è tanto cogente tanto da esser sospettosamente “troppo
vera”. Dal possibile che prende forma davanti alla nostra attenzione diventa l’inevitabile
realizzarsi della nostra paralisi. Certo è che chi sceglie per un tempo
indeterminato di restar solo già di suo proprio bene bene non sta! Ma già la
coscienza di questo stato patologico contribuisce a non renderlo molesto, no…
un po’ di solitudine fa bene! E’ una sorta di lavanda gastrica dell’animo,
anche se bisogna evitare la tentazione sempre in agguato dell’espiazione:
abbiamo tutti qualcosa da farci perdonare e il senso di colpa copiosamente
distribuito nelle pieghe delle nostre azioni favorisce questa endemica
minaccia. In fondo sentirsi in colpa è sempre un’autoreferenza: un modo contorto
e sterile per restare i protagonisti. Se non si vuole ottenere nulla tanto vale
farlo in compagnia. Il nulla è sempre densamente abitato, sovraffollato!
Insomma, se si passa il tempo dedicato alla beata solitudine inginocchiati sui
ceci dei nostri fantasmi restar soli può servirci solo a provar dolore; effetto
collaterale probabile - anzi quasi certo -, ma non deve esser in sé e per sé l’oggetto
e il fine della ricerca della solitudine… non sarebbe lontano dal masochismo. Certo
che la solitudine non è uno stato facile. Per niente. Troppo dichiarata diventa
fintamente eroica e fa trasparire che in fondo non è che la ami tanto, te la
tieni per te e sembra che ti auto flagelli. Proprio non si può restar soli in
santa pace! Poi si vivono delle esigenze: e anche in questo caso c’è tutto un
lavoro “sotto”! Certo la solitudine non fa bene, eh no! Se uno fosse
estremamente ricco potrebbe vincerla in tanti modi! Ad esempio sbolognando la
ex moglie con un bonifico di centomila euro al mese e per non pensarci
organizzare orgette innocenti con giovani fanciulle e un palo da lap dance!
Casomai trasforma questi squallidi incontri in pseudo rituali orgiastici, così
li scarichi come offerte religiose. Che male c’è? Queste cose le facevano anche
i Greci? E i Greci sì che sapevano vivere. La Grecia è stata la culla della
cultura, ne consegue che fare una bella orgia con gli amici è fare cultura.
Ottimo! La spesa può esser detratta anche come promozione culturale. Anzi si fa
una bella associazione per la promozione delle orge e si paga solo la Siae per
la musica utilizzata negli strip! Perfetto! I Greci giravano in tunica e senza
niente sotto… infatti Esiodo si premurava di consigliare a questi “cullatori della
cultura” di non farla per strada camminando, e per sottolineare questa
altissima ed edificante usanza significava che era diffusamente praticata. Le
Opere e i Giorni di Esiodo sono un po’ come quella placchetta affissa nei bus
degli anni 70-80, sulla quale era inciso: si prega di non sputare a terra. Ma i greci sì che sapevano campare e,
soprattutto star soli. Beh erano anche in pochi.. ora è più difficile. Quando
una sera in compagnia gira male e ti annoi un po’ di solitudine la cerchi e ti
va di lusso se ti chiudi per tre quarti d’ora nel cesso del locale provocando
un paio di ricoveri per costipazioni e lussazioni da pugno contro la porta. Sì…
certe serate sono proprio di merda. E’ che esci con troppe aspettative! E’
obbligatorio divertirsi e star bene e questo è un peso: a me viene un attacco
di panico già dopo essermi fatto la barba. Credo esista anche l’ansia da
prestazione sociale, anche se in questo caso è il cameriere a chiederti se “ti
è piaciuto” mentre ti porta un conto così lungo che speri che sia la partita
iva! No, non si può uscire con la speranza di divertirsi ma con la patologica
sicurezza dello Xanax in tasca. Non è normale, niente è normale! Non è normale
aver paura di sorridere, non è normale guardare un culo senza il timore che -
tempo una settimana - ti arrivi una notifica per stalking. Non è normale
sfondarsi di alcool altrimenti tutto sembra patetico… devi sfondarti di alcool solo
quando hai la matematica certezza che tutto sia patetico, altrimenti togli del
sano alcolismo a chi lo merita più di te. Non è normale bestemmiare in auto contro uno
sconosciuto ricordandogli il mestiere della madre, della nonna e di tutte le
trisavole fino alla settima generazione – il mestiere è sempre lo stesso -, e
poi arrivato al locale apri lo sportello alla tua ospite e con un sorriso
ipocrita dici: “prego cara”. Non è normale. Però è così… se vuoi stare in compagnia, se
non vuoi una vita piatta le cose stanno così. Perché il mondo va così e chi sei
tu per cambiarlo? Vedi? Tutti si lamentano ma alla fine tutti si trovano bene… Vedi? Fanno sempre le stesse cose e non le
farebbero se si trovassero male, no? Sei una triste minoranza repressa, e
sfoghi la tua repressione con la tua burbera solitudine. Intanto il mondo va avanti, corre e non bada
a te: a testa bassa corre, corre, corre… e dove cazzo sia diretto non s’è mai
ben capito, ma corre!, e tu a star fermo cosa ne ricavi? A questo punto il
pallido sospetto che sei tu il coglione in questa nevrotica piccionaia ti
attraversa. In discussione ti ci metti, lo fai. Certo sei sveglio, intuitivo,
ma lento! E questa lentezza in fondo ti piace, ti sembra quasi di avere più
tempo, e un po’ – ammettilo - ne vai orgoglioso. Forse stai un po’ esagerando
però, forse lo strumento di difesa scatta in automatico e ti si è ritorto
contro. Ma dio quanto ti piace. Ecco che la solitudine un po’ le fattezze di
una galera le sta prendendo, la cosa strana è il muratore sei tu… e prima ci
facevi meno caso.
Certo che la Grecia è
stata la culla della cultura… quasi quasi rileggo Esiodo! No! Forse è meglio
Arifofane!
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