In Verità

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martedì 9 luglio 2013

NOTA SEMISERIA SULLA SOLITUDINE!

Scegliere la solitudine comporta di certo delle rinunce ma ha i suoi vantaggi, vantaggi non sempre piacevoli: ad esempio la realtà delle cose è talmente vivida e lampante da essere quasi insopportabile, e questa cruda consapevolezza può spesso portare al risultato opposto: la realtà è tanto cogente tanto da esser sospettosamente “troppo vera”. Dal possibile che prende forma davanti alla nostra attenzione diventa l’inevitabile realizzarsi della nostra paralisi. Certo è che chi sceglie per un tempo indeterminato di restar solo già di suo proprio bene bene non sta! Ma già la coscienza di questo stato patologico contribuisce a non renderlo molesto, no… un po’ di solitudine fa bene! E’ una sorta di lavanda gastrica dell’animo, anche se bisogna evitare la tentazione sempre in agguato dell’espiazione: abbiamo tutti qualcosa da farci perdonare e il senso di colpa copiosamente distribuito nelle pieghe delle nostre azioni favorisce questa endemica minaccia. In fondo sentirsi in colpa è sempre un’autoreferenza: un modo contorto e sterile per restare i protagonisti. Se non si vuole ottenere nulla tanto vale farlo in compagnia. Il nulla è sempre densamente abitato, sovraffollato! Insomma, se si passa il tempo dedicato alla beata solitudine inginocchiati sui ceci dei nostri fantasmi restar soli può servirci solo a provar dolore; effetto collaterale probabile - anzi quasi certo -, ma non deve esser in sé e per sé l’oggetto e il fine della ricerca della solitudine… non sarebbe lontano dal masochismo. Certo che la solitudine non è uno stato facile. Per niente. Troppo dichiarata diventa fintamente eroica e fa trasparire che in fondo non è che la ami tanto, te la tieni per te e sembra che ti auto flagelli. Proprio non si può restar soli in santa pace! Poi si vivono delle esigenze: e anche in questo caso c’è tutto un lavoro “sotto”! Certo la solitudine non fa bene, eh no! Se uno fosse estremamente ricco potrebbe vincerla in tanti modi! Ad esempio sbolognando la ex moglie con un bonifico di centomila euro al mese e per non pensarci organizzare orgette innocenti con giovani fanciulle e un palo da lap dance! Casomai trasforma questi squallidi incontri in pseudo rituali orgiastici, così li scarichi come offerte religiose. Che male c’è? Queste cose le facevano anche i Greci? E i Greci sì che sapevano vivere. La Grecia è stata la culla della cultura, ne consegue che fare una bella orgia con gli amici è fare cultura. Ottimo! La spesa può esser detratta anche come promozione culturale. Anzi si fa una bella associazione per la promozione delle orge e si paga solo la Siae per la musica utilizzata negli strip! Perfetto! I Greci giravano in tunica e senza niente sotto… infatti Esiodo si premurava di consigliare a questi “cullatori della cultura” di non farla per strada camminando, e per sottolineare questa altissima ed edificante usanza significava che era diffusamente praticata. Le Opere e i Giorni di Esiodo sono un po’ come quella placchetta affissa nei bus degli anni 70-80, sulla quale era inciso: si prega di non sputare a terra.  Ma i greci sì che sapevano campare e, soprattutto star soli. Beh erano anche in pochi.. ora è più difficile. Quando una sera in compagnia gira male e ti annoi un po’ di solitudine la cerchi e ti va di lusso se ti chiudi per tre quarti d’ora nel cesso del locale provocando un paio di ricoveri per costipazioni e lussazioni da pugno contro la porta. Sì… certe serate sono proprio di merda. E’ che esci con troppe aspettative! E’ obbligatorio divertirsi e star bene e questo è un peso: a me viene un attacco di panico già dopo essermi fatto la barba. Credo esista anche l’ansia da prestazione sociale, anche se in questo caso è il cameriere a chiederti se “ti è piaciuto” mentre ti porta un conto così lungo che speri che sia la partita iva! No, non si può uscire con la speranza di divertirsi ma con la patologica sicurezza dello Xanax in tasca. Non è normale, niente è normale! Non è normale aver paura di sorridere, non è normale guardare un culo senza il timore che - tempo una settimana - ti arrivi una notifica per stalking. Non è normale sfondarsi di alcool altrimenti tutto sembra patetico… devi sfondarti di alcool solo quando hai la matematica certezza che tutto sia patetico, altrimenti togli del sano alcolismo a chi lo merita più di te.  Non è normale bestemmiare in auto contro uno sconosciuto ricordandogli il mestiere della madre, della nonna e di tutte le trisavole fino alla settima generazione – il mestiere è sempre lo stesso -, e poi arrivato al locale apri lo sportello alla tua ospite e con un sorriso ipocrita dici: “prego cara”. Non è normale.  Però è così… se vuoi stare in compagnia, se non vuoi una vita piatta le cose stanno così. Perché il mondo va così e chi sei tu per cambiarlo? Vedi? Tutti si lamentano ma alla fine tutti si trovano bene…  Vedi? Fanno sempre le stesse cose e non le farebbero se si trovassero male, no? Sei una triste minoranza repressa, e sfoghi la tua repressione con la tua burbera solitudine.  Intanto il mondo va avanti, corre e non bada a te: a testa bassa corre, corre, corre… e dove cazzo sia diretto non s’è mai ben capito, ma corre!, e tu a star fermo cosa ne ricavi? A questo punto il pallido sospetto che sei tu il coglione in questa nevrotica piccionaia ti attraversa. In discussione ti ci metti, lo fai. Certo sei sveglio, intuitivo, ma lento! E questa lentezza in fondo ti piace, ti sembra quasi di avere più tempo, e un po’ – ammettilo - ne vai orgoglioso. Forse stai un po’ esagerando però, forse lo strumento di difesa scatta in automatico e ti si è ritorto contro. Ma dio quanto ti piace. Ecco che la solitudine un po’ le fattezze di una galera le sta prendendo, la cosa strana è il muratore sei tu… e prima ci facevi meno caso.

Certo che la Grecia è stata la culla della cultura… quasi quasi rileggo Esiodo! No! Forse è meglio Arifofane! 

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