In Verità

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venerdì 5 aprile 2013

OUTING MATTEO!



Riuscirà un giorno Matteo Renzi a scoprire la parola “sinistra” senza comparare una vocale?
Il ragazzo è intelligente, più furbo di quanto si pensi; è vero sembra Quasimodo della Disney ma è ganzo forte! Vuole un governo di “smollate intese”, insiste affinché Bersani finisca di rovinarsi la reputazione con Berlusconi & Co, appellandosi al bene del paese, per poi avere campo libero nel Pd nel quale è capitato per sbaglio – perché trovarsi per sbaglio in un partito senza alcuna identità è il frutto di una serie di coincidenze da sfruttare. Ovviamente Renzi con questa strategia dimostra di avere a cuore le sorti del paese come Berlusconi tiene alla salute della Boccassini, ma  se tutto deve andare in malora comunque, tanto vale approfittarne, o no? Insomma Renzi è un reazionario che ha trovato posto a sedere nel vuoto della sinistra… non diverso da Grillo… solo più educato!   Ha fatto fessi tutti… nessuno escluso! Da Romano Prodi a Jovanotti tutti hanno creduto che rappresentasse un’alternativa fresca – equivoco tipico dei prodotti surgelati da cucinare già pronti.
Io vorrei che l’ex Margheritino ora rottamatore per esigenze d’immagine - da sempre sostenuto - tra gli altri - da Giorgio Gori e  Giuliano Da Empoli  (figlio dell’ex cassiere di Craxi) – facesse outing! Ammettesse che non è di sinistra e che “Liberal” in inglese non significa quello che crede lui.
Vorrei che gli avvocati di Berlusconi gli scrivessero una dichiarazione – come hanno fatto con  Ruby - e che la leggesse prima in Piazza  S. Anastasia e poi a via Botteghe Oscure dopo un pellegrinaggio sommesso e penitente. Posso proporre una bozza:

Oggi dopo aver preso in giro tutti chiedo di esser ascoltato: se queste sono le sedi della vera sinistra italiana dichiaro che non posso entrarci.
Lo devo a Gramsci, Togliatti, Bocca e a Berlinguer.
Ammetto che sono entrato in questo partito e avervi fatto carriera perché in fondo dentro c’è entrato un po’ di tutto e mi son detto: perché no!? Ma adesso non posso più passare per quel che non sono, cioè un progressista di sinistra!
Un giorno il mio assessore alla cultura Trudy guardandomi insospettito mi ha chiesto quanti anni e stato in carcere Gramsci prima di morire e io invece ero certo che gli avessero sparato mentre passeggiava con la Bindi durante il tour de France nel 48’ - che solo adesso scopro non vinto da Coppi! Insomma, non ho radici nella sinistra, ed è ora di “non rompere più questo confuso silenzio che mi abita”.
Quindi chiedo scusa per aver mentito, per aver detto di appartenere al nuovo ben radicato nella tradizione progressista. Mi scuso ma tutto questo mi serviva per far carriera e sembrare credibile. Mi scuso per aver chiesto a Bersani di fare un governo con Berlusconi, cosciente che sarebbe un governo inutile, che ucciderebbe definitivamente la sinistra rendendola poco credibile e venduta (ovviamente con l’intenzione poi di subentrare io… ed è tutto dire). Perché un governo del genere non affronterebbe mai realmente i temi del lavoro, quelli di una rinascita equa della società civile, libera da nuove e compromettenti leggi ad personam. Sarebbe un governo che mai partorirebbe una nuova legge elettorale o una sul conflitto di interessi. Mi scuso perché sono come Grillo: avevo in mente di  sfruttare il malcontento del corpo civile esasperandolo per poi gestire e regnare sulle sue macerie.
Purtroppo sono vittima degli anni ottanta, della tv patinata, delle proteste zuccherose che seguirono a quelle aspre degli anni 70’ – in fondo giorni di festa per strada.
Ma non è finita qui!
Sono vittima di quell’intellettulismo snob imperante all’epoca… dove se non si era di sinistra non contavi, dove anche chi votava democristiano al limite diceva di esser craxiano (non sapendo a cosa sarebbe andato incontro). Non potevi dire al liceo che in fondo eri conservatore, non si portava. Infatti comprai una sola copia dell’Unità, una della Repubblica e una del Manifesto… poi cambiavo solo le date con l’uniposca (il Manifesto lo portavo solo durante gli scioperi però… in coordinato con un kefiah)!
Poi ci fu la svolta, per mia fortuna mal gestita e subito sconfitta da Berlusconi: la creatura di Occhetto era informe, senza sostanza e nessuno le diede il tempo di uscire dalla fase embrionale. Che grande occasione per me, e per chi come me, non era né carne e né pesce, e pian pianino ne approfittai, come tanti.
Quindi non è solo colpa mia: ora sono qui anche perché in fondo sono io stesso il prodotto di questo Partito che per la vergogna che prova e l’ignoranza che ha nei confronti delle sue radici e della sua storia non ha alcuna identità, proprio come me!

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