La carne rancida e scaduta è quella che si deve
sbolognare prima: una rinfrescata, una macinata ed è subito pronta per un
brodo, uno spezzatino preconfezionato e te la fanno passare per tagliata di
prima scelta… . Arriva il macellaio con aria seria e circospetta, gira le spalle, e
senza farsi notare mette la mano nel secchio maleodorante e prende dieci tocchi
un po’ più rosei dalla superficie: ancora non sono in piena putrescenza – sa bene
che sotto c’è un verminaio destinato ad altri usi -, li insanguina un po’ per
dar una parvenza di freschezza e li mette in vetrina. Ecco! La verginità è
ripristinata, la rispettosa imene del buon nome è stata ricucita… ed è bastato
un taglio a filo da maestro … dote che il macellaio ha in comune coi cerusici
esperti. Intanto nel piano mezzano il bordello sputa scolo e umori stantii come
una fabbrica a pieno regime. Stantuffano, inchiavardano, montano e smontano: neanche
il tempo di riassettarsi, darsi una lavata, una profumata e una pettinata che
le cosce devono già riaprirsi. Carne sopra e carne sotto, gli stessi effluvi di
sangue e sudore, le stesse miserabili esistenze dappoco, facce da culo
incravattate o casual en plain air, prone o appese con un uncino d’acciaio…
morte comunque, pronte per esser marchiate a fuoco. Da basso si mormora che sia
arrivata anche merce nuova: fresca, una vera novità … particolarmente sugosa e
allettante: si dice che non sia cresciuta in batterie o allevata… e si vanta di
esser selvaggia e con poco grasso… e se piace il maiale figuriamoci il
cinghiale.
E il padrone dello stabile si frega le mani. E’ lì,
morboso e viscido nell’attico che dà sulla strada e dal quale controlla tutto. Sono per lui i pezzi migliori, da
qualunque piano arrivino… che siano punte di petto o culi, filetti o tette…
tutto fa sangue. Anche la merce nuova - volente o nolente – deve esser
palpeggiata dalle sue mani unte… vagliata dalla sua lingua repellente. Tutti
lavorano per lui, pezzi di lombata e puttane, papponi e macellai… anche le
guardie sono cosa sua: fingono di arrivare d’improvviso, inscenano un controllo,
blaterano qualche cazzata… ma alla fine stanno sul suo libro paga. Anche lui
ogni tanto finge di lasciare la presa, infila qualche faccia nuova tra adepti e
detrattori, addirittura crea finti nemici – animalisti, ambientalisti
riciclati, difensori dei diritti e delle leggi universali (ben attenti a non
occuparsi dei particolari pratici), con occhi insanguinati e bocche schifosamente
larghe - che poi fanno il suo gioco… Gentaglia che ha venduto la dignità che
predica, esistenze coagulate nel loro sterco che per un po’ di potere è disposta
a macellare la carne dei propri ideali nati già morti… Esseri che trovano vita
anche nel fiele, perle anche nel fango nel quale sguazzano. La loro miserabile
fame traspare anche nella ricchezza, la loro pochezza schizza come sangue da un’arteria
recisa a freddo nonostante la loro retorica urlata. Intanto il bordello monta e
stride come non mai e il macello è in piena attività. Mai periodo migliore per
la compravendita della carne in genere… senza anima si taglia meglio! Non ci
sono intoppi causati dall’osso duro della coscienza! La coscienza è fastidiosa,
inutile, fuori moda, moralizza tutto… e il moralista è un povero stronzo ingenuo che si compra a poco: basta un
po’ di pelo, un morso di notorietà, un conto che lo tranquillizzi ed eccolo
trasformato nel capobranco di un'armata di carogne! Adesso il coltello e la penetrazione non
trovano ostacoli o pudori, al vitello basta sparargli in fronte e alla puttana
metterle una mano in bocca se urla troppo! Ora tutto il quartiere è invaso da
una nebbia di umori rancidi di sangue e carne andata a male. E’ una notte perenne
rossastra e unta. Il maiale sorride dal suo attico anche se non riesce a
distinguere se quello che ha di fronte è il muro di un palazzo o il cielo, ma a
lui cosa importa… ha sempre la prima scelta!
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