Giorgio
Napolitano è per la seconda volta Presidente della Repubblica, un primato – non
si è mai verificato il duplice mandato presidenziale. Curiose sono le
circostanze che lo hanno riportato sul Colle - più che curiose bisognerebbe
dire meschine e patetiche. In poche parole una classe politica in stallo, assolutamente
incapace e mediocre, il frutto di venti anni di regresso civile, culturale e
politico, non riesce a gestire ciò che essa stessa ha mostruosamente creato e
ripara dietro ad uomo che il prossimo 29 giugno compirà 88 anni.
Tutto
il rispetto per il politico e l’uomo – al quale è stato però impedito di
recitare fino in fondo la parte di Ponzio Pilato costringendolo ad indossare i panni di un grottesco Numa Pompilio. Un
parlamento intero “spera” e si auspica che un quasi novantenne risolva i “suoi”
problemi, che lo tiri fuori dal pantano che si è fabbricato da solo.
I
colpi di coda del “ventennio indecente” assumono aspetti sempre più disperati e
patetici: inquietano perché somigliano alla
rabbia graffiante di un animale feroce ferito a morte, il quale – agonizzante e
idrofobo – azzanna tutto quello che ha davanti e si aggrappa ad ogni minimo
sussulto di vita per ritardare anche di un solo istante l’inevitabile.
Tale
immagine avrebbe un valore quasi romantico e disperato, un contesto tipico del “sublime
dinamico”, artisticamente efficace… anche se demodè; ma - purtroppo - questo
animale morente si sta tirando dietro tutto il paese, e questo piccolo aspetto
lo rende letterariamente inutilizzabile, nonché un tantinello drammatico.
Berlusconi è contento, Bersani – oramai fuori
gioco non solo in questo paese… ma in questo universo – ritiene sia un’ ottima
soluzione, Renzi – il vero vecchio della politica italiana - si ritiene
soddisfatto… ma nessuno dei tre vede ciò che tutto questo significa, il vero
valore di questa soluzione salvagente, da naufraghi oramai condannati ad
affogare; e cioè che una classe politica disperata costretta a ripararsi dietro
ad una persona che dovrebbe godersi un meritatissimo riposo è automaticamente
delegittimata e meritevole solo dell’oblio. La rielezione di Napolitano è la
prova evidente, la dimostrazione lampante che in Italia sono stati eletti degli
incapaci, cosa risaputa ma che ora è spuntata fuori come un bubbone putrescente
oramai impossibile da coprire.
Napolitano
preso dal senso del dovere ha risposto alla chiamata quando forse avrebbe
potuto dichiarare che era vergognoso ricorrere al Presidente uscente per
coprire l’agonia di tutto il sistema politico. Avrebbe potuto sottolineare e
sancire la chiusura di una stagione politica vergognosa che tenta di rifarsi la
faccia ogni volta sino a mostrarsi mostruosamente sfigurata – imitando così il più
rappresentativo dei suoi fondatori. Accentando questo secondo mandato Giorgio
Napolitano si è reso complice di questa mediocre disperazione. Nel momento
esatto in cui ha detto sì ha scelto di perpetrare questo delirante ventennio e
quindi non può più essere espressione diretta della Costituzione, non può più
rappresentare per il cittadino e per il paese una garanzia di libertà ed
autonomia rispetto ai partiti e alle fazioni.
Napolitano
– in buona fede – ha prolungato l’agonia di questo Paese. Ha impedito il
cambiamento, ha costretto i cittadini di questa nazione ad assistere a nuove
clientele, a nuovi patti, ad essere ancora drammaticamente ignorati.
Giorgio
Napolitano ritiene che siano possibili “larghe intese” ma non si rende conto
che Moro e Berlinguer sono morti, la politica è mediocre, ottusa, ferale,
patetica, ignorante, miserrima. Saranno mai possibili larghe intese per il bene
della Repubblica con nomi come Berlusconi? Monti? Renzi? Grillo e Maroni? Con gli
effluvi esterni di D’Alema e i vili Giovani Turchi? Monti si stupisce che
qualcuno possa essere influenzato dal web quando lui è di continuo influenzato
dai grandi istituti bancari? Per non parlare di chi chiama in piazza Casa Pound
e Ordine Nuovo? Di chi mette magliette imbrattate con l’uniposca? Gradirei
ricordare che chi ora dovrebbe salvare l’Italia è lo stesso che barattò con D’Alema
il silenzio per la legge sul conflitto di interessi per una bicamerale che poi
fece fallire miseramente.
Questi
dovranno fare le larghe intese? Un governo di emergenza nazionale?
Queste
sono le nostre speranze?
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