In Verità

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giovedì 1 novembre 2012

Amarcord: Arriva il Bastardo in città!



Traballo e vedo meglio se faccio notte. Ti immagino mentre infili un dolcevita di filo sottile che veste il tuo collo Modì. Una carezza di jeans e due minuti a domar capelli. Io intanto faccio anelli di veleno mentre smetto di fumare. Il corteggiatore edonista fa lo splendido lanciando dadi truccati al sapor di minchiate per sfangar la nottata. M’incapriccio di un vecchio cane che barcolla pesante con due occhi d’angelo. Questa città è un Barrìo umido di pettegolezzi sussurrati, non è vero uomo né femmina ma puttaneggia senza saper di invecchiare delle solite cose. Ma un terrazzino nascosto tra un’edera e un graffio normanno mi ricorda perché l’amo ancora. Qui manca l’arte e una piazza decente ma nessuno ne ha appetito. Ho voglia di un negroni fatto come si deve ma per te resisto e vicino al mare di periferia angeli stranieri si vendono fottendo a sangue mentre sognan la fame di casa e i loro vestiti da bambine. Ma il protettore ha la mano leggera solo per contar soldi. Ho voglia di qualcosa di pulito e ti penso. Il mio acciaccato compagno mi guarda e sente di te attraverso la mia anima. Cos’hai nel cuore Stella? Il bastardo m’è tornato arzillo, insegue ringhiando le ruote dei clienti ancora sbavanti e vendica questa strada infame. Gli comprerei una fascia tricolore di raso e lo farei sindaco. Lo immagini su quella ambita poltrona? “Sua Eccellenza sta cambiando il pelo e sono cazzi per tutti!” Un bau per il sì, due per il no e un feroce digrignar di vecchie zanne per mandar tutti a fanculo!


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