di Mauro Rubino, ricercatore presso la seconda Università di Napoli
L'aumento dei gas ad effetto serra in
atmosfera è in diretta connessione con le attività antropiche e provoca
l'aumento della temperatura globale del pianeta. L’ultima conferenza degli
Stati sui cambiamenti climatici, la cosiddetta Cop21, tenutasi recentemente a
Parigi, ha stabilito come obiettivo-limite che la temperatura non aumenti più
di 2 °C entro il 2100. Per raggiungere questo obiettivo, gli stati devono
ridurre le proprie emissioni di gas ad effetto serra. Il principale esponente
di questi gas è l'anidride carbonica (CO2). La riduzione di emissioni di CO2
necessaria a raggiungere l'obiettivo di Parigi è pianificata con modelli
matematici. Questi modelli inglobano i risultati degli studi effettuati negli
scorsi decenni, per quantificare la complessa relazione che intercorre tra
variazioni di CO2 e aumento della temperatura. Una nuova stima quantitativa di
questa relazione è stata pubblicata da un pool di scienziati australiani ed inglesi,
coordinati da un ricercatore salernitano che lavora presso la Seconda
Università di Napoli (Mauro Rubino).I risultati dello studio hanno anche
implicazioni politiche. Infatti, considerando che la capacità di assorbimento
di anidride carbonica delle piante diminuirà in futuro con l'aumento di
temperatura, se i governi vorranno rimanere al di sotto della soglia di aumento
massimo di temperatura di 2°C entro il 2100 concordata con l'accordo di Parigi,
si dovranno fare sforzi ancora maggiori di quelli previsti in passato nel
ridurre le emissioni di ciascun paese.
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