De Luca è come quel soggetto descritto
da Borges nel 1933 ne L’arte dell’insulto, una sorta di primate aggressivo che abitava tra Calle Corrientes e Calle Esmeralda e che era capace di
indovinare subito la professione della
madre di chicchessia, o che voleva che
tutti andassero immediatamente in un luogo generico che ha diversi nomi.
Però, diversamente dal prototipo, De Luca non fa rumori volgari per accompagnare le sue invettive, non ne è ha
bisogno. Basta il semplice tono della sua voce ed il pernacchio è garantito! Un
pernacchio greve, beffardamente austero e ridicolmente ecumenico, generato per
far spavento e con mire puramente intimidatorie; insomma un pernacchio congenito,
d’inflessione e involontario, ma comunque un pernacchio! Continua a leggere su Postik
Sito di Mario Airaghi SatiraNeuroDeficiente
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