Grazie a studi fatti
sui resti di un ominide risalente a
1,8 milioni di anni fa si sta riscrivendo l’evoluzione dell’uomo: infatti
sembrerebbe che l’Homo Abilis e l’Homo Erectus appartengano alla stessa specie
e non a due specie diverse come sino ad ora si è sostenuto. Alla luce di questa
notizia – che sembra apparentemente lontana dalla nostra vita politica –
dobbiamo porci ineluttabilmente una domanda: visto che la linea diretta
dell’evoluzione sembra essersi semplificata, dove collochiamo adesso il
politico italiano? Questo anello mancante è la dimostrazione di una repentina e
inesorabile involuzione – da Homo Sapiens Sapiens a Gibbone cinerino- o è
proprio un ceppo genetico a parte? Casomai una genia di Homuncolus subdola e
intrallazzante così ben mimetizzata nella società civile da prenderne
addirittura le redini? Che qualcosa “non
sia mai quadrato” era lampante: non si possono ascoltare o – per i più temerari
- osservare Giovanardi, Brunetta, Razzi,
Calderoli, Scilipoti e Gasparri senza esser rosi da un dubbio atavico; ma ultimamente
i confini si stanno rendendo più evidenti: il discrimine tra “noi” e “loro” si
palesa sempre più!, e sempre più questa agghiacciante fantasia appare - in
tutta sua tragicomica evidenza – come una “possibilità tutt’altro che remota”.
Un ulteriore tassello a
riprova di questa teoria lo ha posto ieri l’ex premier e senatore a vita Mario
Monti intervistato da Lucia Annunziata. Il colloquio tra i due era teso ma
scorreva benino: non possiamo certo affermare che Monti fosse “sciolto” e
“disinvolto” (quando mai lo è stato?) ma esponeva il suo punto di vista con
cognizione di causa. “La politica in Italia non è seria” – dichiarava in buona
sostanza il professore -, “bisogna sì mantenere le promesse fatte all’Europa
per evitare la Troika ma la politica deve una “volta per tutte” rinunciare ai
suoi dispendiosi privilegi e deve impegnarsi a rendere finalmente la vita
difficile a ladri, evasori e corruttori per promuovere più equità sociale, e su
questi versanti il governo non sta facendo nulla. Letta a sua volta è paralizzato dall’alleanza
col pdl, ne è succube a tal punto che è
arrivato “inginocchiarsi” ai suoi continui ricatti.”
Mezz’ora di
trasmissione letteralmente buttata via! I nostri politici mostrano insofferenze
e dissensi senza arrivare mai al nocciolo! Girano intorno alle cose, casomai
sfruttano le loro proteste per fare un po’ di promozione e di propaganda ma non
smettono mai di spalleggiarsi. L’unica incontestabile verità rivelata
inutilmente da Monti è che “la politica non è seria”.
Il professore non ha
ricordato gli errori del suo governo quando in nome dell’austerità incentrò la
pressione fiscale unicamente sulle buste paga, sulla casa, sull’iva, sul lavoro
e la previdenza sociale, errori peraltro ammessi in più occasioni; né ha
ricordato che ci addolciva la pillola un quarto d’ora sì e uno no col mantra
“della luce fuori dal tunnel” e solo dopo, in una dichiarazione del 14
settembre del 2012, seraficamente ammise che la sua azione di governo portò “consapevolmente”
l’Italia in recessione, aggiungendo che questo “era necessario.”
Monti non ha ricordato
all’Annunziata che egli stesso non fu in grado di metter mano a una vera “spending
review” altrimenti le Camere sarebbero insorte all’unanimità facendo saltare tutto.
Monti ha quindi omesso di sottolineare che fu lui il primo ad inchinarsi ai
capricci della politica per restare al governo di un paese dissanguato dalla
sua stessa classe dirigente e che Letta, in questo momento, non fa altro che
rispettare la tradizione. Per quanto mi sforzi a voler comprendere l’affetto
che lega Monti all’attuale Presidente del Consiglio – e i bigliettini d’amore
che si sono scambiati sono lì a dimostrarlo-
è piuttosto fuori luogo far passare adesso il suo pupillo come la
vittima sacrificale delle “Larghe Intese” quando ne è l’artefice
indiscusso. Dobbiamo inoltre ricordare
altri “piccoli particolari” che accomunano Monti a Letta: prima di tutto
nessuno li ha votati! In entrambi i casi
– anche se in circostanze diverse – né Monti e né Letta sono stati scelti dagli
elettori per guidare un governo, in entrambi i casi sono stati chiamati “urgentemente”
da Napolitano a “risollevare le sorti” della nazione, ed infine sia Monti che
Letta hanno cercato e ottenuto il sostegno del partito di Berlusconi per avere
i numeri per governare. Viste queste similitudini – tristi sottolineerei – come
può ora il senatore a vita puntare il dito verso il governo Letta? Come può
aver solo pensato che da un compromesso del genere sarebbe potuto nascere
qualcosa di buono? Se il suo governo tecnico, fatto da ministri tecnici, ha
portato l’Italia volutamente alla recessione, senza dar vita ad una sola vera
riforma, come avrebbe potuto mai agire bene un governo politico composto dalle
stesse identiche persone che non gli hanno permesso nulla se non di “rovinare”
il Paese?
Ma il fondo Monti lo ha
toccato attaccando la Bignardi per il caso Empy! Dopo aver propinato in
trasmissione una serie non ben precisata di ovvietà in perfetto english style,
il senatore perde inaspettatamente la brocca nel ricordare l’intervista alle
Invasioni Barbariche con un cucciolo in braccio. Lui ha tenuto a precisare che
cagnolino non lo voleva, gliel'hanno appioppato "di botto" in un momento di distrazione.
Il malcapitato non poteva sapere che il povero animale era cosparso di mastice
e se l’è trovato incollato al doppio petto. La Bignardi è stata scorretta,
quella sottospecie di giornalista gli ha rovinato l’immagine e adesso Gasparri
lo prende in giro. Mario Monti resta indifferente e mantiene la sua proverbiale
e algida freddezza se si parla del paese in rovina ma “scirocca” di brutto e se
la prende con la Bignardi se Gasparri lo sfotte? Credo che il "bocconiano" non abbia ben
chiaro il concetto di priorità.
“Caro Professor Monti, non
è stata certo l’intervista dalla Bignardi a rovinarle l’immagine! Sono certo che
se fosse stato un buon presidente avrebbe potuto tenere in braccio anche una bertuccia
dalle chiappe glabre e non sarebbe successo nulla. Almeno nell’accarezzare Empy
ha dimostrato di essere “umano”, fino a quel momento ero certo che fosse un “Terminator”
ed iniziavo a preoccuparmi seriamente per Sarah Connor! E poi, in fondo, ha ben
presente chi la prende in giro? E’ Maurizio Gasparri! Credo sappia benissimo da
che razza pulpito le arriva la predica! Sempre meglio un Empy in braccio che un
Gasparri alle spalle! Professore, un minimo di autoironia! E si incazzi per le cose
serie… la sua immagine può solo guadagnarne!”
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