In un accorato
messaggio alle Camere il Presidente Napolitano concentra tutta la sua
sensibilità sull’emergenza carceri. In questa missiva Napolitano sottolinea
quanto il drammatico sovraffollamento dei nostri istituti di pena sia motivo di
imbarazzo e scandalo per il nostro paese agli occhi del mondo ed invita i
nostri rappresentanti a correre “al più presto” ai ripari, anche con soluzioni
eccezionali quali l’amnistia e l’indulto.
Affermare che in Italia questi provvedimenti siano “eccezionali” è un
paradosso: dal 1942 ad oggi abbiamo avuto 31 amnistie, più un indulto e un “indultino”, tutte soluzioni
inutili buttate lì… sparigliate nel mucchio.
Una volta apprese le
umanitarie intenzioni del Quirinale i pentastellati subito hanno alzato il
livello di guardia: “Napolitano con la scusa del sovraffollamento delle
carceri in realtà vuole salvare
Berlusconi” - tuonano perentori. “E’ il magnaccia del corrotto sistema politico
italiano, farebbe meglio a dimettersi”.
Il nostro presidente a questo punto perde la sua ottuagenaria aplomb ed
irritato dichiara: “chi pensa a cose del genere se ne frega del paese”.
In una nazione ridotta
allo stremo, che si sta pericolosamente arroccando nella reazione – come del
resto osserviamo in tutta Europa –, è alquanto complesso stabilire il
discrimine tra l’esercizio del diritto e la sua strumentalizzazione, o tra la
difesa del corpo sociale, oramai spogliato da ogni garanzia in passato
acquisita, e il populistico galoppo al pelo del malcontento generale. Insomma
tutto diventa più sottile! Non è per nulla facile stabilire non tanto chi abbia
ragione ma quanto chi “ci marci meno”. L’uscita di Napolitano è quantomeno
sospetta: i tempi, i modi e le circostanze di certo non depongono a favore di
un suo improvviso risveglio di coscienza, poi solo ed esclusivamente nei
confronti della sesta “Opera di Misercordia”. Perché re Giorgio proprio adesso
ha tanto a cuore le condizioni dei nostri detenuti quando in passato – come
ministro degli interni - non ci è andato per il sottile contribuendo ad
intasarle? Perché il Colle si attiva solo adesso… e rimase in silenzio quando
il ministro Serverino denunciava ai quattro venti le condizioni proibitive dei
detenuti durante il governo Monti? C’è anche da dire che spesso e volentieri le
“amnistie” hanno tolto letteralmente dagli impicci i nostri politici; sono un po' come l'asso del baro abilmente celato nelle maniche a doppio fondo dei nostri
“onorevoli” da tirare fuori all’abbisogna! Per anni non si danno fondi e si
tagliano le spese, si chiudono istituti di pena in modo arbitrario ed
incomprensibile, non si fanno assunzioni e non guasta se alcuni dirigenti si
rivelano utilmente incapaci e poco coscienziosi, in pratica si tira la corda
finché si può!, ma un bel mattino un governo si sveglia e prende
drammaticamente atto che siamo in una democrazia, e in una democrazia non
possono esistere carceri-macellerie dove i detenuti farebbero volentieri un
cambio cella con delle galline stipate in una batteria industriale. A quel
punto estremo nasce magicamente un’urgenza impellente e drammatica. Bisogna
darsi da fare presto e, se serve, prendere una decisione difficile. Una
soluzione che sia nel contempo risolutoria – anche se a breve termine - e
caritatevole, umanitaria e di consenso. Quanto amano le amnistie e gli indulti
i nostri politici! Sono colpi di spugna perfetti, specie se possono tornare
utili per risolvere anche “piccoli problemini interni!” Tagliare finanziamenti
e spese “dove serve” non è poi una cosa così malvagia… anzi è un investimento
che “liberato” al momento giusto frutta!
Ma anche sul lato
“reazionario” dei fatti ci sarebbe molto da dire. Anche chi si appropria delle
preoccupazioni “dei più”, dei loro disagi e delle loro irritate stanchezze - cuocendole
per bene nella marmitta unta e bisunta del populismo – può celare secondi fini
e avere in mente disegni strani. Fomentare una maggioranza ridotta al silenzio
– per nulla foriera da responsabilità storiche a riguardo - di animi già
esausti e rabbiosi in modo indiscriminato, perlopiù con una rappresentanza
istituzionale che ritiene secondario contribuire alla “riedificazione” consapevole di una
coscienza civile in ventennale sfascio, può rivelarsi estremamente pericoloso.
Il Movimento Cinque Stelle -se volesse- potrebbe acquistar congedo da un’oltranza
sterile e sboccata, tesa esclusivamente ad aumentare a dismisura la soglia di
allerta sociale, offrendo le sue “lodevoli e volenterose” energie nel favorire
il ripristino di diritti essenziali che solo fino a 15 anni fa consideravamo
acquisiti, come l’istruzione, il lavoro e la sanità, riempiendo realmente quel
vuoto, tanto insano quanto cercato, tra l’empireo bizantino delle istituzioni e
l’odierna valle di lacrime sociale; casomai accantonando per adesso di vaticinare
su una futuribile democrazia globale attraverso la propaganda placebo della rete.
Demolire attraverso la costruzione evitando di cadere nella trappola dell’isolamento,
cercando di non farsi terra bruciata intorno con slogan e invettive
dall’effetto immediato ma tutt’altro che durevole e costruttivo. Evitare
insomma di farsi tentare dal “populismo facile” scegliendo una “terza via”
forse meno breve ma più solida. Il ventaglio di opportunità che questo
movimento nuovo potrebbe generare sarebbe così ampio da mettere davvero in
difficoltà il vecchio, invece di infastidirlo semplicemente insultandolo.
In sei mesi di governo ed
opposizione abbiamo assistito solo a puerili e chiassose scenate da cortile, abbiamo
continuato ad esser solo spettatori di pietose menzogne e di immotivati
entusiasmi. Abbiamo un Presidente del Consiglio che si vanta di aver chiuso un ventennio,
ma in realtà si è solo strappato un arto incancrenito ignorando che l’infezione
è ancora mortale. Il bizantinismo ha fatto quadrato intorno a sé con piccoli e penosi
assestamenti di convenienza e vuole farli passare per svolte epocali. Ma, nonostante
tutto, restiamo sempre e solo spettatori di questi duelli all’arma bianca tra padroncini
tristi e senza carattere. Uomini e donne dalle facce di bronzo indecenti e senza
vergogna, capaci di approfittare di qualunque cosa per conservare i loro privilegi:
non c’è argomento scottante sul quale non lucrino voracemente: dal femminicidio
al razzismo, dalle coppie di fatto alle patrie galere, tutto fa brodo, l’importante
è che queste “realtà d’impatto” coprano ben bene la loro assoluta e irrecuperabile
inettitudine.
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